I coreani amano il bianco


O

ggi, quando si parla di abiti tradizionali coreani, la maggior parte delle persone pensa a un magnifico abito classico (hanbok) con curve ampie e fornito di colori fiammeggianti e di decorazioni. Durante l'epoca dei regni coreani in realtà questi vestiti lussuosi erano riservati alle classi nobili, mentre la massima parte della popolazione indossava abiti semplici, di colore bianco.

I vestiti bianchi riflettono interessi simbolici e pratici


Fotografia scattata verso il 1900: si noti la prevalenza del bianco nei vestiti

La predilezione dei coreani per il bianco ha spesso attirato l'attenzione degli stranieri che visitavano la Corea. Ancora nel 1964-65, quando l'autore di questo sito è stato per la prima volta in Corea, una parte considerevole della popolazione nella stessa capitale e praticamente tutta la popolazione di campagna indossava il classico vestito bianco. Il vestito maschile per persone di un certo rango richiedeva ancora il cappello di crine di cavallo come quello che si vede nella foto.

Esiste un certo numero di antichi scritti cinesi, alcuni dei quali risalenti ad epoche prima di Cristo, che parlano di questa caratteristica comune della moda negli antichi regni che dominarono la penisola coreana. Retaggi della mentalità tradizionale per quanto riguarda il modo di vestire sono sopravvissuti anche nel 21º secolo, con una evidenza rilevante che si scorge ovunque anche nello stile di vita moderno dei coreani di oggi.

Un'analisi delle vendite di camicette della marca La Coste mostra che, fra i 45 colori a disposizione, il bianco è il più popolare (28,7 per cento), seguito a distanza dal rosso (7 per cento) e dal blu cielo (6,8 per cento). Il bianco è anche il colore preferito (30 per cento) per le auto coreane, che di solito offrono 7 o più colori per ogni modello di vettura. Nel dicembre del 1999 il colore preferito per la vettura EF Sonata della Hyundai Motors era il bianco, favorito per il 18,6 per cento, e il 30,2 per cento delle vendite della vettura sportiva Traget XG era di questo colore. Addirittura il 48 per cento delle vetture vendute del modello compatto della Hyundai, Avante XD, che debuttò nell'aprile 2000, era di colore bianco.


Un dipinto di Kim Hong-do (18º secolo) serve come prova della preferenza dei coreani per il bianco nei vestiti

Hwang Su-joung, designer capo del centro di ricerche della Hyundai Motors, dice che in America i colori preferiti sono invece il rosso e il verde, mentre i cinesi preferiscono decisamente il rosso.

Gli storici hanno proposto un notevole numero di teorie per spiegare questa preferenza per il bianco che è durata oltre 2000 anni. Alcuni storici del Giappone imperiale, come Toriyama Kiichi, asserivano che i coreani erano destinati a indossare abiti bianchi come risultato della disperazione e della tristezza provati nel corso della loro storia tempestosa. Gli studiosi coreani hanno combattuto queste affermazioni citando le credenze popolari coreane.

Bianco come venerazione del Sole

La venerazione per il colore bianco è diffusa in Asia e fa parte della tradizione dei gruppi discendenti dai mongoli che veneravano, fra l'altro, i cavalli bianchi e i raggi del Sole. La teoria che parla della venerazione del Sole si può provare in parte attraverso lo studio delle parole di origine altaica che si trovano in Mongolia, nella Cina settentrionale, in Giappone e in Corea. Secondo il prof. Suh Jung-bom dell'Università Kyung Hee, l'aggettivo coreano “hŭida”, che significa “essere bianco”, deriva dalla parola “hae” che significa “Sole”, il che indica che gli antichi coreani associavano il Sole con il colore bianco e lo rispettavano vestendosi di bianco.


Un anziano fotografato nel 1967 dall'autore del sito in un villaggio sperduto delle campagne coreane. Si noti il vestito bianco e le scarpe di gomma (komushin), a sinistra per terra, anch'esse bianche.

Il concetto di “Sole bianco” non è solo valido fra i coreani, ma anche fra altre antiche tribù mongole, come i manciù, e anche fra gli stessi giapponesi. Nel mancese antico il termine che si riferisce al Sole è “syun”, che diede origine all’aggettivo “syayan” (essere bianco), mentre il termine giapponese “shiro” (che significa “bianco”) sarebbe derivato da un altro termine arcaico, che nell’antico coreano era “sal” o “sŏl”, che significa “Sole”.

Nei tempi andati – dicono gli storici dell'abbigliamento – gli esseri umani, come parte dell'universo, dovevano accordarsi con la regola dello Yin e dello Yang (i due principi contrapposti che governano l'universo). In teoria il sistema dei colori in Corea si basava su cinque colori fondamentali: blu, rosso, bianco, nero e giallo. Questo schema di colori era dovuto all'influenza cinese. I cinque colori fondamentali non venivano scelti a caso, ma dovevano rispecchiare il valore filosofico delle forze yin e yang che interagivano nel governo dell'universo. Inoltre i cinque colori erano associati alle direzioni, alle stagioni e ai cinque elementi fondamentali: il blu rappresentava l'Est, la primavera e il legno, il rosso rappresentava il Sud, l'estate e il fuoco, il bianco rappresentava l'Ovest, l'autunno e il metallo, il nero rappresentava il Nord, l'inverno e l'acqua, mentre il giallo era il centro, l'imperatore cinese e la terra. I due colori yang, blu e rosso, si bilanciavano con i due colori yin, bianco e nero.

A causa di queste considerazioni filosofiche i vestiti bianchi furono banditi nel 1275 e furono consigliati vestiti blu perché le popolazioni a Est dell'impero centrale cinese dovevano vestirsi con quel colore in accordo con la teoria dello yin e yang. Ma questo decreto ebbe poco successo.

Una spiegazione più pratica dell'uso di questo colore per i vestiti fu data dal primo missionario occidentale in Corea, Horace Newton Allen (1858-1932), nel suo libro “Things Korean” pubblicato nel 1908. Secondo questo missionario, l'abitudine di vestire di bianco era un semplice processo evolutivo che derivava dal fatto che il bianco era il colore del lutto. Siccome questo colore doveva essere indossato per tre anni dopo la morte di un genitore o di un membro della famiglia reale come parte del rituale funerario confuciano, sembrava logico che la gente accettasse l'inevitabile e adottasse in permanenza il colore del lutto in modo da essere pronti per quello che certamente, prima o poi, sarebbe accaduto.


Tratto da “Fashionably Pale”, in Korea Now, 30 giugno 2001, pp. 30-31. Testo originale di Choe Yong-shik. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: “Korea Now”.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo