Il palazzo reale Changdeokgung
600 anni di storia e architettura della Corea

Di questo palazzo reale coreano si è già parlato brevemente altrove in questo sito. L'articolo qui riportato è però più approfondito e scritto da un vero specialista, l’architetto Cho In-souk. Nell’articolo originale in inglese erano riportati in trascrizione molti nomi coreani di edifici, porte, cortili, giardini, massi, padiglioni, laghetti, significativi per un lettore coreano, ma assolutamente inutili per gli italiani non esperti della lingua. Oltre a mettere in evidenza il significato italiano, abbiamo voluto riportare ‒ per gli studiosi che intendano approfondire l’argomento ‒ anche i nomi in alfabeto coreano e, soprattutto, ritrovare l’originale in caratteri cinesi, cosa che ha richiesto non poche ricerche.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


I

l complesso del palazzo reale Changdeokgung (창덕궁 ) fu costruito nella prima parte del quindicesimo secolo. I principi del neo-confucianesimo, l’ideologia principale del periodo Joseon (1392-1910), sono evidenti nel suo vasto territorio che si armonizza con le caratteristiche naturali del luogo. Testimone di seicento anni di storia coreana, il palazzo resta oggi uno dei beni storici più amati dal popolo coreano.

Il palazzo Changdeokgung è stato dichiarato «sito Patrimonio Mondiale» in riconoscimento del suo valore come “esempio di architettura e del progetto di giardino di un palazzo estremo-orientale, eccezionale per il modo in cui gli edifici si integrano con l’ambiente naturale e armonizzano con esso, adattandosi con la topografia e mantenendo la copertura di alberi locali”. Vediamo allora di fare una passeggiata fra gli strati di tempo e di spazio nascosti in questo antico palazzo reale.

Gli edifici del palazzo: la natura come sfondo dell’architettura


Una veduta del palazzo Changdeokgung

I principali edifici del palazzo Changdeokgung si possono dividere grosso modo in quattro aree: le residenze della famiglia reale, le aree degli uffici per i funzionari e per il re, l’area cerimoniale e le aree di servizio. Le abitazioni residenziali comprendono la camera da letto del re (Huijeongdang 희정당 ), la camera da letto della regina (Daejojeon 대조전 殿) e la residenza del principe ereditario (Donggung 동궁 ); l’area degli uffici comprende vari uffici governativi e l’ufficio del re (Seonjeongjeon 선정전 殿); nell’area cerimoniale c’è la sala del trono (Injeongjeon 인정전 殿), mentre nell’area dei servizi vi sono strutture per i servizi ausiliari. Inoltre, l’edificio Yeon’gyeongdang (연경당 ) nell’area del Giardino posteriore (Huwon 후원 ) e il Nakseonjae (낙선재 ) nei pressi della residenza del principe ereditario, entrambi aggiunti in seguito, servono come collegamenti significativi fra il passato e il presente. Uno degli aspetti salienti dell’architettura del palazzo Changdeokgung è che la natura è un componente integrale. In altre parole, qui la natura gioca un ruolo attivo come sfondo degli edifici.

Sequenza simbolica e respiro fisico

Nell’entrare nel complesso del palazzo e delle sue principali abitazioni si segue una certa sequenza simbolica. L’area in cui uno si trova nell’entrare attraverso la Donhwamun (돈화문 ), la porta principale per il complesso del palazzo, è un “cortile esterno”. Da qui si procede da ovest a est e si attraversa il geumcheon (금천 ), il “corso d’acqua proibito”, entrando simbolicamente in un’area che era “protetta” in modo particolare per il re. Immediatamente dopo avere attraversato il corso d’acqua, si passa attraverso la porta Jinseonmun (진선문 ), una porta principale, per giungere ad un “cortile interno”.

Il cortile interno è un quadrilatero che si assottiglia verso il lato più lontano. Da qui si può entrare nel cortile reale (jojeong 조정 ) e raggiungere la “sala del trono” (Injeongjeon), il primo e simbolicamente più importante edificio del complesso del palazzo. La “corte reale”, un cortile esterno pavimentato in pietra posto di fronte alla sala del trono e dove avevano luogo importanti cerimonie reali, è una parte integrante di qualunque sala del trono nei palazzi reali coreani. Si può entrare nella corte reale passando attraverso la porta Injeongmun o la porta della sala reale. La sala del trono e la corte si trovano posizionati sulle pendici di una collina, sono rivolte a sud e sono circondate sui tre lati da corridoi aperti (hoerang 회랑 ).

Per quanto riguarda l’edificio Yeon’gyeongdang, costruito nel giardino posteriore, per raggiungere la porta Jangnakmun (장낙문 ), la porta principale di accesso al Yeon’gyeongdang, si attraversa un piccolo corso d’acqua su un largo ponte di pietra. Passando attraverso la grande porta, ci si trova in uno stretto cortile esterno rettangolare. Da quel punto ci sono due grandi porte, la porta Suinmun (수인문 ) a ovest e la porta Jangyangmun (장양문 ) a est. La prima conduce agli alloggi interni (anchae 안채), dominio delle donne, e la seconda introduce ai sarangchae 사랑채, gli alloggi degli uomini e degli ospiti maschili. Sia gli alloggi anchae che i saranchae avevano ciascuno un proprio cortile ed erano circondati dai propri corridoi di servizio (haenggak 행각 ). All’interno degli edifici gli alloggi delle donne e quelli degli uomini sono collegati, ma nell’area dei cortili sono separati da un muretto basso con una porta.

La sequenza del percorso per entrare nell’edificio Yeon’gyeongdang è spesso descritta come “attraversare il ponte dei corvi e delle gazze sulla Via lattea ed entrare nel palazzo della luna”. L’espressione è un riferimento alla scultura in pietra di un albero di cassia e quattro rospi su una base di pietra posta alla testa del ponte che conduce al modesto sotto-complesso residenziale.

La sequenza dell’attraversare un ponte, di passare attraverso una porta e di entrare in uno spazio principale attraverso un cortile è simile sia per la sala del trono Injeongjeon che per l’edificio Yeon’gyeongdang. Ma vi è una differenza nelle dimensioni, nel ruolo, nell’uso e nello stato degli spazi. Qui si può vedere che un’unità di spazio dell’architettura coreana comprende un cortile che circonda l’edificio principale e il cortile è a sua volta circondato da corridoi ‒ aperti come nel più formale Injeongjeon e nella corte reale, o chiusi come nel più modesto Yeon’gyeongdang ‒ o da muri, indipendentemente dalla effettiva dimensione dell’edificio. Inoltre gli edifici del palazzo residenziale e degli uffici hanno tre componenti spaziali e funzionali: camera ( ), sala ( ) e “balconata ( )”. In un edificio orientato in modo appropriato, il daechong (대총 ), con il suo pavimento di legno, è l’area in cui l’aria fresca proveniente dalle aiuole terrazzate del cortile posteriore e il caldo del cortile anteriore si intersecano per fornire uno spazio gradevole agli abitanti nel calore dell’estate.

Il giardino posteriore: un intervento architettonico minimo


Ongnyucheon è un corso d’acqua limpida che scorre attraverso l’area più interna del giardino posteriore del palazzo Changdeok

Il giardino posteriore del palazzo reale Changdeokgung presenta piante paesaggistiche, laghetti artificiali e padiglioni dalla forma geometrica, oltre ai contorni originali del terreno naturale. Il giardino fu ideato in modo da minimizzare l’intervento umano e da rendere massimo il piacere di apprezzare la natura al cambiamento delle stagioni. Per esempio, più piccolo è il padiglione, più grande sembra il paesaggio. Il giardino posteriore del palazzo Changdeok si può dividere in quattro aree, ognuna delle quali con uno stagno o un corso d’acqua: la zona attorno al Laghetto dei fiori di loto (Buyongji 부용지 芙蓉) con i padiglioni Juhamnu (주합루 ) e Yeonghwadang (영화당 ); l’area attorno al Laghetto dell’amore per i loti (Aeryeonji 애련지 ) con i padiglioni Aeryeonjeong (애련정 ) e Gioheon (기오헌 ); l’area attorno al Laghetto penisola (Bandoji 반도지 ) con i padiglioni Gwallamjeong (관람정 ) e Jondeokjeong (존덕정 ) e l’area attorno al Ruscello di giada (Ongnyucheon 옥류천 ) con il masso Soyoam (소요암 ), i padiglioni Soyojeong (소요정 ), Taegeukjeong (태극정 ) e Cheonguijeong (청의정 )

L’acqua è un elemento importante in questo giardino. Lungo l’area del Ruscello di giada, per esempio, i padiglioni furono costruiti in vari luoghi, ognuno di essi con un orientamento diverso, mentre i padiglioni lungo i laghetti come Buyongjeong (부용정 芙蓉) ed Aeryeonjeong furono creati in modo che posassero su plinti immersi negli stagni, cosicché la loro immagine potesse essere riflessa nell’acqua. L’acqua è anche servita a creare un ambiente rinfrescante controllando il flusso dell’aria e la temperatura.

I padiglioni furono costruiti in forme diverse per fare da complemento all’ambiente naturale. Il padiglione Buyongjeong assomiglia a un fiore di loto, Aeryeonjeong ha una forma quadrata, Jondeokjeong è esagonale e Gwallamjeong ha la forma di un ventaglio pieghevole. Tutti questi hanno solo due “gambe” immerse in acqua. Ciò si può intendere come un mezzo per personificare le immagini degli antichi saggi che cercavano di sconfiggere il caldo dell’estate immergendo i piedi in un fresco ruscello di montagna. I laghetti furono creati basandosi sulla nozione del Cheonwonjibang (천원지방 ), che significa “il cielo è rotondo e la terra è quadrata”, e sulla relazione fra l’acqua e i pesci che era paragonata a quella fra il re e i suoi sudditi. Queste considerazioni di progettazione erano in relazione con i principi scientifici che permettevano all’acqua di circolare e di non ristagnare.

Il Cheonguijeong è un padiglione notevole che si trova nella parte più interna del ruscello di giada (Ongnyucheon). È costituito da quattro pilastri cilindrici che sorgono dai quattro angoli di un pavimento di legno, è coperto con un tetto rotondo di paglia sostenuto da una struttura ottagonale con otto arcarecci rotondi e sessantaquattro travi con sezione quadrata. Il padiglione è progettato in modo che il peso strutturale sia sopportato dai quattro pilastri cilindrici fondati nella risaia di sperimentazione del re. È inteso simboleggiare la relazione fra il cielo, l’uomo e la terra, e una consapevolezza del cambiamento delle stagioni in rapporto con il ciclo di crescita del riso.

A differenza degli spazi per gli edifici che sono creati per accomodare persone che vengono e vanno, le aree del giardino sono intese a fornire spazi per persone che passeggiano comodamente e apprezzano il sempre mutevole aspetto della natura. Perciò gli spazi dei giardini furono progettati prendendo in considerazione la natura circostante e ogni elemento mancante era completato con l’aggiunta di targhe appese o tavolette su pilastri con frasi simboliche sui padiglioni in modo che i piccoli spazi architettonici avessero un grande significato.


Fra i numerosi siti che presentano immagini a 360 gradi di questo palazzo, citiamo i seguenti:


Tratto da “A World Heritage Site Changdeokgung Palace” in Korea Foundation News Letter agosto 2011.

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© Valerio Anselmo