Cambiamenti in un villaggio di montagna


I

l villaggio di Ch'ŏnghak-tong, nascosto nel profondo del monte Chirisan nella zona di Hadong, regione Kyŏngsang-namdo, si trova in una valle così profonda ed è circondato da picchi così alti da renderne l'accesso difficile. Il villaggio fu quasi tagliato fuori dal mondo esterno fino all'inizio degli anni 1970.

Un'anziana coppia davanti alla propria casa

È il luogo dove ancora di recente gli uomini sposati attorcigliavano i lunghi capelli e li fermavano in un nodo sopra la testa indossando il caratteristico cappello di crine di cavallo chiamato kat, e dove gli uomini non sposati portavano i capelli annodati in una lunga treccia.

Ma nel 1972 i media scoprirono Ch'ŏnghak-tong e cominciarono a chiamarlo “Utopia perduta”, suscitando un enorme interesse per questo villaggio.

Il monte Chirisan è, a detta di alcuni, la montagna più famosa della Corea. La zona comprende 15 villaggi e copre un'area di 430 chilometri quadrati. Vi sono 20 picchi che superano i mille metri, il più alto dei quali è il Ch'ŏnwangbong che raggiunge i 1915 metri.

L'area del mercato, creata per aumentare le
vendite ai turisti. A sinistra alcuni “changsŭng”,
o pali degli spiriti

Il monte Chirisan è stato a lungo oggetto di venerazione. Più di ogni altro monte della Corea, questo si trova al centro della storia e della cultura del popolo coreano. Per tale motivo molti romanzi hanno come sfondo questa montagna e innumerevoli poeti fin dal lontano passato ne hanno cantato la bellezza.

Ciascuno dei villaggi del luogo, creati nel profondo della montagna da molte generazioni, ha le proprie usanze, la propria cultura e un proprio patrimonio di racconti e storie.

Il nome del villaggio, Ch'ŏnghak-tong, originariamente significava “gru azzurre” (ch'ŏnghak), a indicare il luogo in cui vivevano questi uccelli che erano i mezzi di trasporto degli immortali nel lontano e mitico passato. Fin dall'antichità si pensava che ai piedi del monte Chirisan dovesse esistere un tale luogo fantastico e, infatti, le registrazioni storiche coreane parlano di persone partite alla ricerca del luogo, fra cui Yi In-no del regno di Koryŏ (918-1392) e Kim Jong-ik, Kim Il-son e Ryu Un-ryong del regno di Chosŏn (1392-1910).

Uno dei pali totemici posti all'ingresso
dei villaggi per spaventare gli spiriti malvagi

Ognuno di loro identificò come “luogo delle gru azzurre” un posto diverso, chi la valle Piagol, chi la zona della cascata Puril, chi altre zone.

La gente che oggi vive a Ch'ŏnghak-tong è completamente diversa da quelle persone del passato che un tempo venivano su queste montagne alla ricerca di un luogo utopico, o per voltare le spalle al mondo esterno.

La maggior parte dei residenti di questo villaggio provengono da famiglie che sono vissute per generazioni nella regione di Cholla-do. Sono persone venute in questa zona una per una dopo lo scoppio della guerra di Corea, dagli anni 1950 agli anni 1960, attirate qui dal loro amore per la tradizione e perché intendevano condurre una vita onesta conservando la loro cultura tradizionale.

Una casa da tè tradizionale nel villaggio

La prima generazione di residenti di questo luogo era composta da seguaci di Kang Dae-sŏng, un uomo che aveva creato una religione ibrida mischiando le migliori caratteristiche del confucianesimo, del buddismo e dello Zen (sŏn in coreano).

Nei primi tempi il villaggio non aveva alberghi o pensioni per i turisti, e così i visitatori venivano trattati come membri della famiglia che li ospitava, dove mangiavano e dormivano assieme a loro. Quando questi ospiti partivano, spesso offrivano del denaro in segno di gratitudine, ma chi li aveva ospitati rifiutava con forza.

In quell'epoca chi visitava il villaggio si lamentava per la mancanza di alloggi, pensando che, se fossero venuti più turisti, anche gli abitanti del villaggio ne avrebbero tratto qualche vantaggio economico. Allora vi erano solo otto o nove case, mentre oggi ve ne sono venti o trenta.

Prima degli anni 1980 non vi era né telefono, né elettricità, né automobili. Non coinvolta dall'ondata di modernizzazione, la gente del luogo, tagliata fuori dal mondo esterno, manteneva uno stile di vita semplice e rispettoso dell'ambiente.

I turisti possono oggi alloggiare in casette di terra gialla

Ma quando Ch'ŏnghak-tong divenne nota ovunque grazie ai media, nel villaggio affluirono i turisti, apportando cambiamenti all'ambiente naturale e alla vita dei residenti locali. E così il villaggio oggi non è più quello di prima.

Nella seconda metà degli anni 1980, si cominciarono a costruire alloggi per i visitatori, rompendo con la tradizione e inchinandosi ai desideri dei turisti. Si cominciò anche ad aprire ristoranti e il villaggio si avviò a diventare un'attrazione turistica come tanti altri. La maggior parte delle famiglie ora possedeva una propria automobile e la regione finanziò un progetto di ristrutturazione che attirò ancora altri turisti che venivano con gli autobus. Il luogo cominciò così a perdere la propria anima.

La maggior colpa dei cambiamenti irreversibili avvenuti nel villaggio di Ch'ŏnghak-tong è imputata ai media e ai turisti. La gente del posto si lamenta dicendo: “Le notizie diffuse dai media hanno attirato qui altra gente, le autorità hanno asfaltato la strada che conduce al villaggio e ora la gente ci guarda e dice che Ch'ŏnghak-tong è stato rovinato.”

Insegnanti e studenti della scuola
locale tradizionale Ch'ŏngnim sŏdang

Tuttavia, nonostante i cambiamenti, qualcosa è rimasto intatto come un tempo. Lo spirito di amare, curare e proteggere le cose del passato è sempre forte, tanto che nel circondario vi sono ancora una trentina di scuole tradizionali, chiamate sŏdang. Queste scuole si basano sugli ideali di istruzione degli antichi coreani e danno uguale importanza tanto all'etichetta e all'umanità, quanto all'apprendimento. Ora un numero sempre maggiore di famiglie sceglie per i propri figli lo stile di insegnamento che si trova a Ch'ŏnghak-tong, come alternativa al sistema scolastico offerto dalle scuole pubbliche.

I programmi scolastici estivi delle scuole private sŏdang della zona attirano da tutto il paese migliaia di studenti che vengono qui non solo per imparare i caratteri cinesi e la calligrafia, ma anche l'etichetta di base, come la pietà filiale e l'educazione familiare, basata sui testi confuciani classici. Gli studenti imparano anche i giochi folcloristici tradizionali e i canti narrativi tradizionali coreani, noti come p'ansori. I genitori iscrivono volentieri i propri figli a queste scuole anche per offrir loro l'opportunità di giocare all'aperto con gli amici, invece che in casa con i videogiochi.

Tipici mucchi di pietre all'ingresso di un altro villaggio della zona

Ch'ŏnghak-tong non è più un villaggio di reclusi come in passato. Le strade sono state ampliate e in qualche casa si è perfino cementificato il cortile di terra battuta. All'ingresso del villaggio c'è un botteghino per la vendita dei biglietti d'ingresso e un parcheggio per le auto. Purtroppo la gente ha dimenticato il vero significato del nome del villaggio e questo luogo è diventato semplicemente una località turistica come tante altre.


Basato su “Jirisan Cheonghakdong”, in Pictorial Korea, dicembre 2004. Testo originale di Min Byeong-hoon, fotografie di Park Sung-bae. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo