Ammessi come osservatori permanenti nel Consiglio Artico la Corea
e cinque altri stati, fra cui l’Italia



Il rompighiaccio Araon conduce ricerche nel Mar Glaciale Artico nell’agosto del 2012

L

a Corea del Sud ha ottenuto lo status di osservatore permanente nel Consiglio Artico, permettendo a Seul di fissare una testa di ponte nel sempre più influente forum che stabilisce le regole per lo sviluppo della regione polare.

Secondo il Ministero degli esteri coreano, alla riunione dell’ottavo consiglio tenutosi il 15 maggio 2013 a Kiruna nel nord della Svezia, gli otto paesi membri hanno approvato all’unanimità la concessione dello status di osservatore permanente alla Corea. Oltre alla Corea, lo stesso status è stato concesso anche alla Cina, al Giappone, all’India, all’Italia e a Singapore. I sei osservatori permanenti già presenti nel Consiglio Artico prima del 15 maggio 2013 erano la Germania, la Polonia, l’Olanda, la Gran Bretagna, la Spagna e la Francia.

Shin Dong-ik, direttore generale delle organizzazioni internazionali del ministero, ha detto che gli otto paesi membri permanenti ‒ Stati Uniti, Russia, Norvegia, Danimarca, Canada, Svezia, Finlandia e Islanda ‒ hanno preso quella decisione dopo aver esaminato “se i candidati hanno esperienza nel contribuire agli interessi della regione artica e hanno contribuito alla cooperazione internazionale nella regione.”
L’aggiornamento dello status ha avuto luogo in seguito all’ottenimento dello status di “osservatore ad-hoc” da parte della Corea del Sud nel 2008. La Corea ha iniziato le sue ricerche nella regione artica nel 1993.


Da Busan a Rotterdam via Suez occorrono 24 giorni, ma solo 14 giorni con le rotte artiche

Diventando un osservatore permanente, la Corea può partecipare più attivamente alle questioni e attività connesse all’artico e rispondere rapidamente alle varie questioni, tra cui lo sviluppo delle rotte marittime, la protezione dell’ambiente, l’espansione della partecipazione alla ricerche scientifiche e il cambiamento climatico. D’ora in poi, la Corea potrà prender parte a tutte le riunioni del Consiglio Artico e ai progetti dei suoi sei comitati a livello operativo.

Le rotte artiche stanno emergendo come alternativa a una rotta che collega il Pacifico e l’Atlantico attraverso il Canale di Suez. Se una nave viaggiasse da Pusan a Rotterdam, nei Paesi Bassi, attraverso il Canale di Suez, impiegherebbe normalmente 24 giorni (21.000 chilometri), ma ne impiegherebbe solo 14 se utilizzasse le rotte artiche (15.000 chilometri).

Secondo l’Ufficio di indagine geologica degli Stati Uniti (United States Geological Survey), vi è una riserva di 90 miliardi di barili di petrolio nel Mar Glaciale Artico, oltre a 1.669 trilioni di metri cubi di gas naturale e a 44 miliardi di barili di gas naturale liquefatto. Il Mare Artico conta un quarto delle riserve mondiali di petrolio e il 45 per cento delle riserve di gas naturale.

Diventare un osservatore permanente e partecipare allo sviluppo delle rotte marittime nell’Artico è stata una delle finalità politiche dell’amministrazione Park Geun-hye, ma bisogna ammettere che già alcuni passi avanti erano stati fatti dalla precedente amministrazione Lee Myung-bak (si veda la pagina “Il presidente Lee visita la regione artica”).


Tratto dall’articolo «Korea gains permanent observer status on Arctic Council» pubblicato il 20 maggio 2013 dal sito www.korea.net - Testo originale di Limb Jae-un.

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© Valerio Anselmo