Park Sung Kyu e l’arte del cuoio laccato

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Ripresa ravvicinata dei disegni di fiori di loto e arabeschi su un guardaroba

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ggetti di cuoio se ne possono trovare in tutto il mondo, ma l’arte del chilpi (칠피 ), cioè il procedimento di ricoprire gli oggetti di cuoio con uno strato di lacca, è una cosa tipica della Corea. Quest’arte artigianale, che era scomparsa alla metà del periodo Joseon, è stata fatta rivivere grazie gli studi che il mastro artigiano Park Sung Kyu vi ha dedicato.

Da quando l’uomo primitivo cominciò a dar la caccia agli animali per procurarsi nutrimento, si accorse che la pelle delle prede poteva essere utile. Siccome la superficie delle pelli si danneggiava per il caldo e l’umidità, l’uomo alla fine imparò ad applicarvi uno strato protettivo. In Corea, fin dall’età del bronzo si usò la linfa degli alberi della lacca per proteggere le superfici dall’umidità, dagli insetti e dal caldo. Di conseguenza qui si svilupparono una grande varietà di tecniche relative all’applicazione della lacca, fra cui l’invenzione del chilpi, questa forma di artigianato tipicamente coreano.

Rinascita di una professione dimenticata

Park Sung Kyu, un maestro nell’arte della laccatura del cuoio nominato dal governo, ha fatto rivivere questo mestiere tradizionale coreano che fiorì fin verso la metà del periodo Joseon (1392-1910), ma che in pratica dopo di allora scomparve. Park fu affascinato dagli oggetti in cuoio laccato circa 30 anni fa e da quel momento in poi ha coltivato questa sua passione facendola diventare la professione della sua vita, tanto da diventare l’unico artigiano che si occupa di cuoio laccato. Egli mette l’accento sul fatto che, mentre gli oggetti in cuoio vengono prodotti in tutto il mondo, la Corea è l’unico paese con una tradizione di laccatura delle superfici di cuoio con l’aggiunta di elementi decorativi elaborati, fra cui motivi incisi e intarsi in madreperla.

Park si era fatto conoscere nel campo dell’artigianato tradizionale come maestro del najeon chilgi (나전칠기 螺鈿), i particolari oggetti di legno laccato che presentano intricati motivi intarsiati in madreperla, a cui si era dedicato 40 anni fa nella sua città natale di Iksan nella regione Jeollabuk-do. L’interesse per la tecnica del cuoio laccato (chilpi) nacque in lui solo dopo aver visto casualmente una mostra di oggetti di cuoio in un museo.

“Avevo fatto lavori di oggetti di legno laccato con intarsi in madreperla per una decina d’anni quando un giorno vidi un oggetto interessante in una mostra. Si trattava di una scatoletta. Guardandola da vicino potei capire che era stata cucita e, dalle cuciture, mi resi conto che questa scatoletta era fatta di cuoio. In un primo momento mi chiesi come questa scatoletta di cuoio laccato fosse stata fatta e poi volli riprodurla io stesso”, ricorda Park, “A quell’epoca, però, non vi era nessun artigiano che si dedicasse a quest’arte e non fui in grado di trovare alcuna informazione o resoconto storico su questo mestiere. Non sapevo neppure come avrei potuto imparare quest’arte senza nessuno che me la potesse insegnare e con così pochi manufatti disponibili da studiare. E così dovevo imparare da solo. Per tentativi, imparai come lavorare col cuoio e come applicarvi la lacca, e sto ancora imparando.”

Un nuovo tipo di arte del cuoio


Guardaroba con motivi di fiori di loto

Oggi Park è riconosciuto come mastro artigiano in questo campo, ma nei primi tempi ebbe a soffrire quella che sembrò essere una serie senza fine di fallimenti. Cercò dapprima di fabbricare delle calzature di cuoio con una finitura di lacca, che presentava la lucentezza tenue di un oggetto tradizionale in cuoio laccato, ma, contrariamente alle proprie aspettative, la calzatura era troppo rigida e, se la si usava per camminare, si creavano delle screpolature nella copertura di lacca.

“Nel corso dei miei esperimenti ho buttato via una quantità di oggetti di cuoio. Io perseguivo quella che era la mia passione, ma la mia famiglia finì per soffrirne. Ma ero troppo determinato per smettere. Volevo far rivivere le autentiche tradizioni e tecniche dell’arte del cuoio laccato e trasmetterle alle generazioni future. Mi imposi di lavorare ancor più duramente, finché ci fossi riuscito. Se avessi pensato di occuparmi di questo mestiere solo per vivere o per trarne una fortuna, – spiega – non sarei stato in grado di continuare.”

Park nota che il chilpi (cuoio laccato) e il najeon chilgi (legno laccato con intarsi in madreperla) seguono dei procedimenti simili, come la laccatura, l’intarsio e la pittura di motivi. La differenza principale sta nei materiali. “La prima cosa da fare quando si deve fabbricare un oggetto in cuoio laccato, come un mobile, una cartella porta-documenti, una scatoletta per riporvi il timbro, o uno scrigno, è di costruire un’intelaiatura. Si applica poi la lacca alla struttura in legno per proteggerla. Poi questa struttura in legno viene coperta col cuoio e si applicano varie mani di lacca.

Il cuoio viene poi dipinto e decorato, cosa che puo comprendere la pittura di motivi sulla superficie o l’intarsio di disegni in madreperla. Quando la decorazione è stata effettuata, allora viene applicato un ultimo strato di lacca come rivestimento finale.”

Un lavoro in cuoio laccato è completo solo dopo queste operazioni finali di decorazione. Come risultato delle numerose mani di lacca applicate e della meticolosa maestria dell’artigiano, la superficie del cuoio acquista una lucentezza sottile, tanto che chi non è specialista stenta a credere che si tratti di un lavoro in cuoio. “Solo applicando al cuoio un numero di strati di lacca sufficiente si può ottenere un lavoro chilpi di qualità che durerà per molti anni. Più mani di lacca si danno, migliore sarà il risultato.”, dice Park.

Come risultato della sua aderenza a questi procedimenti scrupolosi, i lavori di Park Sung Kyu risultano notevoli per la loro raffinatezza elaborata e dignitosa, tanto da non richiedere alcun elemento di ostentazione. Ciò è esemplificato dai sui eleganti porta documenti con ornamenti in oro e da un mobile portabiti decorato con squisiti motivi di fiori di loto e arabeschi (prima figura in alto). A causa delle influenze buddiste, i coreani rispettano il fiore di loto per la sua purezza e nobiltà, assieme al fatto che è il simbolo di uno spirito dignitoso staccato dalle tentazioni mondane. In effetti, il fiore di loto sembra riflettere bene il carattere di Park Sung Kyu che non perde mai la sua compostezza o la sua cordialità, per quanto possa essere impegnativo e difficile il suo lavoro.

Alla ricerca del sapere


Il maestro Park sta dipingendo motivi decorativi su una delle sue opere

Park ha viaggiato in lungo e in largo alla ricerca di oggetti in cuoio laccato da esaminare e per ampliare le proprie conoscenze in proposito. “Senza un maestro che mi spiegasse le tecniche, ciò che mi è servito di più per imparare è stato lo studio dei lavori in chilpi. Ho dovuto immaginare come laccare e decorare il cuoio dall’osservazione diretta delle opere esistenti.” Il luogo favorito da Park per i suoi studi fu il Museo dell’esercito coreano che possiede una grande collezione di lavori in cuoio laccato tradizionale. Anche l’armatura di cuoio in mostra presso il Villaggio folcloristico di Andong Hahoe è stata una importante fonte di informazioni.

“La maggior parte delle armature sono fatte di ferro, ma l’armatura che si trova ad Andong è fatta di pelle di toro laccata. Secondo certi antichi resoconti storici, un’armatura di cuoio era leggera e permetteva a chi la indossava di spostarsi silenziosamente. Era anche estremamente duratura, impenetrabile alle frecce e perfino alle pallottole, solida come il ferro.”, nota Park.

La sua ricerca della conoscenza lo portò in tutti gli angoli del paese, dove studiò attentamente i lavori in chilpi e cercò di scoprire i dettagli delle tecniche tradizionali. Nel 1992 ottenne un importante riconoscimento quando una sua scatola in cuoio laccato vinse il premio del Ministro della cultura al Concorso nazionale dell’artigianato tradizionale.

Alla fine, i suoi molti anni di dedizione e di perseveranza cominciavano a portare frutti. In seguito Park si è concentrato sulla riproduzione di oggetti tradizionali in cuoio laccato e facendo anche delle sue nuove creazioni. Finora ha completato la riproduzione dei più notevoli capolavori coreani in cuoio laccato, fra cui un porta-documenti con fregi in oro, che si trova nel Museo della storia ad Amburgo, in Germania, una scatola porta-sigilli (che è nel Museo reale del palazzo Deoksugung a Seul), un contenitore per documenti (del Museo dell’Università Wonkwang) e una cassa porta-uniformi del Museo dell’esercito coreano.

Sostegno di una tradizione senza tempo

Alcuni potrebbero minimizzare gli sforzi di Park per riprodurre antiche opere in cuoio, definendole una semplice replica di tecniche del passato. Ciononostante Park intende continuare a riprodurre questi capolavoli come un tributo alla consumata maestria dei suoi antenati dal momento che il chilpi tradizionale aveva ottenuto, in termini di qualità artistica e tecnica, un livello di perfezione che gli artigiani di oggi trovano difficile da raggiungere.

“Per quanto riguarda l’arte del chilpi, osservare e riprodurre gli oggetti antichi è il miglior modo per imparare. Si può pensare che la tecnologia moderna sia più avanzata, ma la tecnologia e i materiali attualmente disponibili nel campo del cuoio laccato sono molto indietro rispetto a quelli del passato. Si prendano, per esempio, gli strati dell’impiallacciatura con fibre di densità media. Oggi queste impiallacciature sono più comuni del legno naturale, ma sono facilmente soggette a screpolature e deformazioni, il che le rende ben presto inutili. Le colle moderne non sono per niente meglio. Fanno sì che il cuoio si riduca in brandelli e si rompa, rendendo impossibili le riparazioni.

Il procedimento di creazione del mobilio di legno era molto più meticoloso in passato rispetto a quello di oggigiorno. Questo è il motivo per cui io aderisco alle tecniche e ai materiali tradizionali, creando nel contempo disegni e schemi di colori più contemporanei e innovativi. Il principio fondamentale del mio lavoro – dichiara Park – è quello di riprodurre, in tutta umiltà, le opere tradizionali in cuoio prodotte dai nostri antenati, prima di sviluppare uno stile mio proprio.”

Fra le creazioni degne di nota di Park vi è la scatola per il sigillo ufficiale dell’ex presidente della repubblica Roh Moo-hyun. Nel fare questo contenitore, Park ha apportato una novità disegnando un coperchio speciale nella forma di una piramide con quattro lati. Anche i motivi incisi sulla superficie del cuoio della scatola servivano a mettere in evidenza il suo stile squisito e moderno. Questo è un primo esempio del modo in cui Park integra nuovi valori e bellezza nelle sue creazioni, mantenendo anche la tradizione e lo spirito della peculiare arte coreana del cuoio.

Il maestro di chilpi (cuoio laccato) Park Sung Kyu ha tranquillamente dedicato la propria vita a far risorgere e a conservare questa forma d’arte poco conosciuta. Nelle sue mani il ruvido cuoio senza vita viene trasformato in opere d’arte eleganti e vibranti. Park rivela l’essenza dell’artigianato tradizionale della Corea continuando le tradizioni e lo spirito dei suoi antenati. Ancora oggi egli continua a creare oggetti in cuoio splendidi, accentuati da una lucentezza soffusa e un profondo senso di nobiltà.


Tratto da “Park Sung Kyu, Preserving the Ancient Craft of Lacquered Leather Wares”, in Koreana, vol.22, n.3, autunno 2008. Testo originale di Chae Euibyoung. fotografie di Seo Heun-kang. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo