Il nuovo sigillo di stato

Del mastro artigiano Min Hong-gyu si è già parlato altrove, ma la creazione del quarto sigillo di stato ufficiale della Repubblica di Corea da parte del maestro Min ci spinge a rendere nota la storia di questo nuovo capolavoro.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


I

l sigillo di stato della Corea (detto in coreano guksae 국새 ) in passato non veniva creato da un unico artigiano che si basava su un suo metodo o stile di incisione, ma rappresentava piuttosto l’integrazione armoniosa delle esperienze di un gruppo di maestri artigiani. L’impugnatura del sigillo, o innyu (인뉴 ), richiede una profonda conoscenza della metallurgia, mentre l’incisione della base-timbro del sigillo, o injang (인장 ) è il prodotto di un maestro calligrafo e di un maestro incisore. Quale artigiano esperto nella produzione di sigilli reali, Min Hong-gyu ha guidato l’intera produzione del quarto sigillo di stato della Repubblica di Corea.

Il mastro incisore di sigilli reali Min Hong-gyu tiene in
mano il quarto sigillo di stato della Repubblica di Corea,
ancora nascosto nella parte anteriore da un panno marrone

Un nuovo sigillo di stato

A differenza dei normali lavori di artigianato, dato il suo stato di simbolo ufficiale della nazione il sigillo di stato deve offrire qualcosa in più del solo aspetto estetico. Dal momento che rappresenta l’autorità e la sovranità dello stato coreano, il guksae deve trasmettere la filosofia su cui poggia lo stato, oltre ad avere un aspetto regale. Solo incorporando lo spirito nazionale della Corea, la sua tradizione e i suoi sentimenti, può essere riconosciuto come sigillo di stato con un’autorità e un’integrità genuina.

«L’altezza dell’impugnatura è di 99 millimetri, identica alla larghezza e alla lunghezza della superficie quadrata incisa del timbro. L’impugnatura ha la forma di una fenice, un uccello di buon auspicio posto su una nuvola, che simboleggia un’era di pace. Abbiamo cercato di proiettare un’immagine dinamica mettendo in luce le sue zampe potenti.» ― spiega Min ― «Secondo la tradizione coreana, una fenice ha due penne sulla coda, una volta verso l’alto e l’altra che si piega verso il basso. Le penne della coda rappresentano il popolo della Corea, che assieme alle ali compone l’immagine complessiva di una fenice, simbolo dei tempi di pace.»

«Per la creazione di strumenti formali usati per gli affari di stato, invece di semplici e modesti elementi decorativi sono più desiderabili immagini dinamiche ed elaborate che mostrino il valore culturale della nazione. È importante mettere in mostra una vitalità baldanzosa e una grandezza maestosa, trasmettendo allo stesso tempo l’idea di integrità nazionale.»

Min Hong-gyu prepara una forma in cera d’api come parte
del processo di produzione del sigillo ufficiale di stato.

Per l’incisione del timbro, che dice “대한민국” (letteralmente: “Paese del popolo dei grandi Han”, nome della Repubblica di Corea), ogni tratto diritto delle lettere coreane è costituito da una serie di curve minute che danno un senso di energia vibrante. I tratti verticali sono più spessi verso il fondo, il che conferisce all’immagine maggiore peso e solennità.»

Come fa notare Min, ogni aspetto del sigillo di stato, dagli ornamenti all’incisione, per arrivare alla sua forma complessiva, viene progettato per incorporare la dignità e l’autorità che il sigillo ufficiale dello stato deve trasmettere. Nel processo di produzione del quarto sigillo di stato, Min ha ostinatamente aderito al principio imperativo che il suo aspetto trascendesse la bellezza fisica per rivelare lo spirito e il carattere fondamentale della nazione.

Significato del sigillo di stato

Quando la Corea aveva un suo governo monarchico, il sigillo di stato era tradizionalmente chiamato Oksae (옥새 ), cioè “sigillo di giada”, ed era il principale simbolo del re e del paese. Il nome Guksae, ovvero “sigillo di stato”, venne usato per la prima volta durante il regno del re Gongmin (r. 1351-1374) del periodo Goryeo (918-1392).

L’oro fuso viene versato nello stampo di colata, che è
stato preparato rivestendo di creta la forma in cera d’api

Nel periodo Joseon (1392-1910) il sigillo chiamato Oksae fu riconosciuto come simbolo della famiglia reale e solo il suo legittimo detentore era autorizzato ad esercitare i poteri di supremo sovrano del paese. Siccome lo poteva usare esclusivamente il re, questo sigillo era naturalmente uno dei più riveriti tesori reali. Nei periodi in cui vi era il pericolo di insurrezioni o di detronizzazione, il possesso del sigillo reale era determinante per provare la legittimità dell’autorità sovrana.

Durante il periodo Joseon il sigillo reale serviva come simbolo dell’autorità del re e per l’autenticazione di documenti ufficiali. Era anche impresso su tutti i documenti o i certificati relativi alle cerimonie di stato o ai banchetti reali. Per le questioni diplomatiche il sigillo Oksae era l’emblema ufficiale della dinastia Yi del periodo Joseon. Era di frequente impresso sui documenti che i diplomatici coreani inviati all’estero portavano con sé come simbolo indicante che erano rappresentanti dello stato chiamato Joseon. Tutte le volte che un nuovo re saliva al trono, il passaggio del sigillo reale era un evento formale che simboleggiava il trasferimento dei poteri. Nelle processioni reali il sigillo di giada veniva portato al primo posto nella processione come simbolo dell’autorità del re.

Storia del sigillo di stato

Il sigillo di stato è esistito in varie forme ed è servito a varie funzioni nel corso della storia della Corea. Lo si può in generale classificare in due categorie, il gugin (국인 ), o sigillo nazionale, usato principalmente per la corrispondenza diplomatica con la Cina, e l’eobo (어보 ), o sigillo del re, per scopi interni.

Il fiocco per l’impugnatura del sigillo, preparato da Kim Hee-jin, maestra
di nodi ornamentali, permette di afferrare più saldamente il sigillo

Fino alla Riforma del 1894 (chiamata gabo-gyeongjang 갑오경장 ) la Corea riceveva la maggior parte dei sigilli nazionali dall’imperatore cinese, mentre gli altri sigilli usati dal re erano prodotti nel paese. Come parte delle misure prese dalla riforma del 1894, che cercava di modernizzare lo stato Joseon, la Corea interruppe la propria relazione di sottomissione alla Cina. Ciò portò all’abbandono degli esistenti sigilli nazionali provenienti dalla Cina e alla nascita del primo sigillo di stato guksae.

Alla fondazione del Grande impero Han (Daehan jeguk 대한제국 1897-1910) il simbolo di stato guksae fu ufficialmente riconosciuto come sigillo nazionale per tutti gli affari di stato. Nel maggio 1949, un anno dopo la fondazione della Repubblica di Corea, fu creato un nuovo sigillo di stato. Il sigillo aveva una forma quadrata e misurava sei centimetri per lato. Vi erano incisi i caratteri cinesi “” (대한민국지새) che significano “Sigillo della Repubblica di Corea”. Nel 1962 i regolamenti relativi al sigillo di stato furono modificati e fu creato un nuovo sigillo formato da un quadrato di sette centimetri di lato in cui il nome del paese era inciso in alfabeto coreano “대한민국” nel font Jeonseo (전서체 ). L’impugnatura era sagomata a forma di tartaruga, simbolo di longevità. Questo sigillo, però, fu soggetto a molte critiche pubbliche perché la sua forma era ritenuta inadatta come simbolo ufficiale di una nazione moderna. Così, nel 1998, quando la superficie incisa cominciò a mostrare segni di logorio, il governo ordinò un nuovo sigillo di stato che presentasse le lettere incise nel font Hunminjeongeum (훈민정음체) e un’impugnatura a forma di fenice per rappresentare un sovrano saggio.

Nel 2005, però, il terzo sigillo di stato cominciò a presentare delle piccole incrinature che richiedevano che si creasse un altro sigillo di stato. Il governo formò un comitato di esperti per sovrintendere alla produzione del nuovo guksae. Basandosi in parte sulle opinioni del pubblico, si decise che per il nuovo sigillo sarebbero stati mantenuti sia il font Hunminjeongeum per la scritta che il motivo della fenice per l’impugnatura.

Park Myeong-bae, maestro dei lavori in legno, sta preparando la cassa
che serve a riporre gli accessori che accompagnano il sigillo di stato

Il comitato poi bandì una gara per scegliere un artigiano per ogni singolo aspetto del processo di produzione. Da notare che Min Hong-gyu fu scelto sia come incisore delle lettere del sigillo che come intagliatore dell’impugnatura decorativa. Inoltre gli fu anche assegnato il compito di coordinare l’intero gruppo di artigiani coinvolti nel processo di creazione del nuovo sigillo di stato che doveva essere prodotto seguendo le pratiche e i metodi tradizionali.

Varie arti, molte mani

Il processo di creazione di un sigillo di stato comporta varie forme d’arte del periodo Joseon, generi artistici tradizionali come calligrafia, pittura, scultura, incisione dei timbri e metallurgia, oltre a un pensiero filosofico. Il gruppo di produzione guidato da Min Hong-gyu comprendeva 28 illustri maestri dei vari rami dell’artigianato. L’incisione del timbro era il lavoro di Min e dei suoi tre assistenti, mentre i 16 accessori che accompagnavano il sigillo, fra cui la cassa che lo doveva contenere e il tessuto per avvolgerlo, furono creati da 25 degli artigiani più abili in ognuna delle aree specifiche. Fra questi vi erano nove maestri che avevano ricevuto il titolo di “Importante proprietà culturale intangibile”.

In passato le tecniche usate per fare un sigillo di stato venivano trasmesse oralmente dal maestro reale intagliatore di sigilli a un unico apprendista per mezzo di un canto (chiamato yeongsaebu 영새부 璽尃), che descriveva i metodi segreti. Per diventare un vero maestro del guksae, che non è solo un grande capolavoro artistico, ma anche il simbolo della sovranità del paese, si doveva seguire un apprendistato completo per vari anni e perfino per decenni. Stando alle spiegazioni di Min, il processo di creazione di un sigillo di stato può sembrare abbastanza semplice: «Si crea una matrice incidendo i caratteri nella cera d’api. Questa viene poi coperta di creta e fatta cuocere. Per produrre il sigillo si versa l’oro liquefatto nello stampo così creato.» Questo processo, però, coinvolge numerose tecniche segrete e richiede che lo stato mentale naturale dell’artigiano sia limpido.

Come per il passato, il processo di produzione di un sigillo di stato richiede un’applicazione meticolosa della propria abilità artigianale e non meno di un intero anno per il completamento.

Jeong Su-hwa, maestro laccatore (proprietà culturale intangibile numero
113) era il responsabile dello stadio finale per la costruzione della cassa
del sigillo. I nove strati di lacca applicati al legno aggiungono una
lucentezza brillante all’intera superficie

In primavera della creta di alta qualità per lo stampo di fusione viene immersa in acqua per rimuoverne qualunque impurità. Durante l’estate la calligrafia del sigillo viene raffinata, assieme ai disegni per l’impugnatura. In autunno viene fatta la matrice in cera d’api incidendo il testo calligrafico del sigillo e la decorazione dell’impugnatura. Poi, uno strato dopo l’altro, sulla matrice di cera d’api viene applicata la creta che è stata preparata in primavera. Per tutto l’autunno e l’inizio dell’inverno lo stampo di fusione viene lasciato asciugare all’aria. D’inverno lo stampo di fusione viene fatto cuocere in un forno per far sciogliere la cera e poi nella forma si cola l’oro fuso per produrre il sigillo. Si è stimato che la quantità di oro usata per il quarto sigillo di stato valesse circa 250.000 dollari USA.

Per il terzo sigillo di stato della Corea l’Istituto coreano di scienza e tecnologia (KAIST) fu selezionato per la supervisione del processo di produzione. Per questo, il KAIST ha applicato una tecnologia all’avanguardia, ma, ciononostante, si sono sviluppate delle fratture dello spessore di un capello già prima del completamento e le lettere non erano perfettamente allineate, il che dava origine a stampe non regolari. A questo proposito Min ha notato: «Il procedimento modernizzato non ha permesso all’oro fuso di spandersi in modo uniforme nello stampo di fusione. Così si sono prodotte delle bolle d’aria che hanno portato alla fessurazione della superficie del sigillo.»

Min ha detto di confidare nel fatto che questi problemi si risolvono seguendo le tecniche e i metodi tradizionali. Un incisore di sigilli reali deve conoscere completamente tutte le tecniche di produzione segrete, cioè la tecnica della preparazione della matrice in cera d’api, quella dell’incisione e dell’intaglio, la tecnica della produzione dello stampo di fusione ottenuto dai cinque tipi di creta (오합토 ) presa dai siti adatti in giro per il paese e nota per le qualità di consistenza e di resistenza al calore, la tecnica di scultura dell’impugnatura del sigillo, dell’incisione del testo del sigillo, della gestione di leghe di cinque metalli, la conoscenza perfetta della misteriosa struttura del forno di cottura costruito esclusivamente per la produzione del sigillo di stato, e conoscere come si attacca l’impugnatura al sigillo d’oro, che comporta l’unione di materiali diversi. Min Hong-gyu è riuscito a effettuare l’intero procedimento con una precisione assoluta per produrre il quarto sigillo di stato della Repubblica di Corea.

Gli accessori

Il sigillo di stato deve essere accompagnato da 16 elementi accessori, fra cui il fiocco dell’impugnatura, la stoffa per avvolgerlo (pojagi), la corda per legare la stoffa, la scatola a strati che lo deve contenere, un vassoio con i piedi, una tovaglietta per il vassoio e un lucchetto. Questi elementi servono a migliorare l’aspetto e la presentazione del sigillo, aggiungendo anche un certo decoro al processo di usare, trasportare e conservare il sigillo. Questi vari elementi non sono stati prodotti da un unico artigiano, ma da un gruppo di famosi maestri che si sono sforzati di creare un’opera il più possibile perfetta, ognuno nella propria area di specializzazione.

Il corpo del sigillo di stato è inciso nella forma di una fenice,
un uccello mitologico di buon auspicio, simbolo di un’era di
pace, sopra una nuvola. In alto a sinistra si vede l’impronta
quadrata del timbro che misura 99 x 99 mm

Il timbro del terzo sigillo di stato, identico nell’impronta al quarto sigillo, si può notare sull’attestato della decorazione ricevuta dall’autore del sito il 9 ottobre 2004.

Il fiocco dell’impugnatura, che permette a chi lo usa di afferrare in modo più sicuro il sigillo, è stato creato da Kim Hee-jin, maestra nell’arte dei nodi ornamentali, designata Importante proprietà culturale intangibile numero 22. Kim ha dedicato tutta la propria vita all’arte dei nodi tradizionali, o maedeup, contribuendo con le sue ricerche alla conservazione di questo tipo di artigianato tradizionale. Il sigillo di stato è completo e ufficiale quando il fiocco vi sia stato attaccato nel modo adatto. Con le sue linee aggraziate il fiocco e la corda danno un tocco finale all’elegante dignità del sigillo.

La scatola a due strati per il sigillo e la cassa più grande usata per il suo trasporto rappresentano gli sforzi collaborativi dei migliori artigiani che si sono specializzati nei vari passaggi del processo della loro produzione. Dalla costruzione della cassa alla sua laccatura, pittura e decorazione, ogni artigiano si è impegnato per raggiungere uno scopo comune: quello di potenziare al massimo l’aspetto statale del guksae.

In Cina e in Giappone la tradizione di costruire il sigillo di stato ufficiale fu abbandonata dopo la fine della monarchia, mentre in occidente la maggior parte dei paesi usano un sigillo di stato con timbro a secco. La Corea, quindi, è uno dei pochi paesi al mondo che continuano a mantenere un sigillo di stato tradizionale.

Il quarto sigillo di stato della Repubblica di Corea non è solo il prodotto della tradizione e delle tecniche che si sono conservate nella penisola coreana per oltre 600 anni, ma rappresenta anche lo spirito e la passione dei maestri artigiani che hanno creato questo capolavoro.


Tratto da “Guksae (State Seal)”, in Koreana, vol.22, n.2, estate 2008. Testo di Cheon Jingi, fotografie di Seo Heun-kang. Ricerche bibliografiche e su Internet a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo