Commemorazione del bicentenario
dei primi martiri cattolici in Corea

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



I 103 martiri coreani dichiarati santi nel 1984

I

l cattolicesimo, introdotto in Corea alla metà del 18º secolo, ebbe inizi sanguinosi. Prima che il governo permettesse alla Chiesa cattolica di stabilirsi nel paese morirono varie migliaia di fedeli. Man mano che il numero dei fedeli aumentava verso la fine del 18º secolo, la classe dominante si sentiva minacciata dal potere della chiesa: l'uguaglianza di tutte le persone, sostenuta dalla fede occidentale, si scontrava con l'etica patriarcale feudale di Chosŏn, l'ultima dinastia della Corea. Inoltre la religione cristiana proibiva l'esecuzione dei riti confuciani per gli antenati, un'espressione pratica di lealtà e di pietà filiale vista come uno dei mezzi fondamentali per il mantenimento dell'ordine sociale.

Nel 1801 il governo di Chosŏn, considerando la religione occidentale sovversiva, cominciò a usare la forza per cercare di sradicare la nuova fede. La manovra, nota come “persecuzione Shinyu” (신유박해 ), durò per tutto l'anno e il numero dei coreani che morirono a causa della propria fede è stimato essere stato fra le 100 e le 300 persone.

In commemorazione del duecentesimo anniversario del primo attacco della Corea contro i cattolici, la comunità cattolica coreana ha preparato per il 2001 una serie di programmi che hanno come fine quello di ottenere la canonizzazione e beatificazione dei primi martiri cattolici coreani. A causa della mancanza di documentazione sulle loro attività e sulla loro fede, infatti, questi martiri sono rimasti dei semplici fedeli, mentre i 103 martiri delle successive persecuzioni (la persecuzione Kihae (기해박해 ) del 1839, la Pyŏngo (병오박해 ) del 1846 e la Pyŏngin (병인박해 ) del 1866) sono stati dichiarati santi nel 1984 quando il papa ha visitato la Corea.

La Corea è l'unico paese al mondo ad aver accettato il cattolicesimo senza che questo fosse introdotto da missionari occidentali. Nel 18º secolo la curiosità accademica degli inviati di Chosŏn in Cina li portò a interessarsi alla nuova religione. In Cina questi studiosi coreani incontrarono il padre Matteo Ricci e altri preti gesuiti. Di conseguenza alcuni di essi si interessarono al cattolicesimo e lo introdussero in Corea.

Yi Sŭng-hun (이승훈 1756-1801), uno dei martiri che furono giustiziati nella persecuzione Shinyu, fu battezzato col nome di Pietro in Cina e, tornato in Corea, battezzò alcune persone che avevano già studiato il cattolicesimo, stabilendo così la prima chiesa nel regno di Chosŏn nel 1784. Senza conoscere il procedimento formale dell'ordinazione che coinvolgeva la Santa Sede, elessero vescovi e preti e diffusero essi stessi la fede.


Questa pagina si è basata su un articolo pubblicato dal Korea Herald in data 14 gennaio 2001. La fotografia è tratta da quell'articolo. Ricerche bibliografiche e dei caratteri cinesi a cura dell’autore del sito.

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© Valerio Anselmo