Il mercato dei prodotti agroalimentari
dalla newsletter di gennaio 2011


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razie alle Olimpiadi del 1988 e con l’apertura di diversi ristoranti occidentali le abitudini gastronomiche dei coreani hanno cominciato a cambiare. Questo nuovo fenomeno ha incoraggiato l’importazione di prodotti alimentari stranieri e del vino, che all’inizio era considerato una bevanda di lusso, simbolo di ricchezza.

La situazione economica attuale influenza l’andamento dei consumi in particolare dei prodotti agroalimentari importati, prevalentemente a causa dell’apprezzamento delle valute estere. Ciò nonostante, il mercato dei prodotti alimentari, grazie alle sue stesse caratteristiche di basilarità soffre meno dell’impatto dei fattori esterni, pur essendo allo stesso tempo un mercato soggetto a grande variabilità e competitività interna.

L’importazione dei tradizionali prodotti alimentari italiani (pasta, formaggi, alcuni tipi di salumi, conserve, caffè, ecc.) è facilitata dai seguenti fattori:

  • . Ristorazione “Italian Style”: solo a Seoul sono attivi ca. 700 ristoranti italiani che si sono moltiplicati negli ultimi anni a discapito, soprattutto, di quelli francesi.
  • . Caffetteria “Espresso bar”: solo a Seoul sono attivi ca. 1.500 punti bar (inclusi i chioschi), ma il consumo dell’espresso all’italiana è ancora marginale (le bevande a base di caffè maggiormente consumate sono: cappuccino, latte macchiato e i vari tipi di caffè americani aromatizzati.
  • . Luoghi di ritrovo, “Wine bar”: è il fenomeno più recente della cultura enogastronomica della Corea. Le previsioni di crescita sono buone, con buone prospettive anche per quanto riguarda il consumo di formaggi e salumi da abbinare al vino.

Il 2008 è stato l’anno in cui è scoppiato anche in Corea il caso del ritrovamento della melamina su alcuni prodotti arrivati dalla Cina e il timore per ciò che concerne la sicurezza dei prodotti alimentari ha raggiunto livelli mai riscontrati prima. Cucinare a casa è diventata perciò una tendenza generale. Il fenomeno del wellbeing (benessere), inoltre, ha fatto aumentare la domanda di ingredienti naturali. E le catene di supermercati si sono adeguate cominciando a offrire alla loro clientela anche prodotti importati.

Sta inoltre aumentando il consumo di prodotti biologici e dei cibi precotti o “ready to eat+ready to heat”. Il giro d’affari del mercato dei prodotti biologici è di ca. 230 milioni di dollari tra cui quello dei prodotti importati è di ca. 13,5 milioni di dollari (6%), per cui si possono prevedere margini di ulteriore crescita.

Nel 2009 le importazioni coreane dal mondo dei principali prodotti agroalimentari (olio d’oliva, pomodori, caffè, pasta, formaggi e cioccolato), hanno registrato un calo del 10% per un valore di 764 milioni USD rispetto all’anno precedente; invece, quelle dall’Italia hanno visto un aumento del 3,6% con una quota di mercato dell’8% per un valore di 62 milioni USD.

Nei primi tre mesi del 2010 le importazioni coreane di tali prodotti sono aumentate del 14,2% ammontando a 221 milioni di dollari tra cui quelle italiane hanno totalizzato 13,8 milioni USD con una quota di mercato del 6,3% e un calo dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.


Tratto dalla Newsletter del mese di gennaio 2011 dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero, sede di Seul

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© Valerio Anselmo