Il monte Ch'ŏngnyang immerso nella natura

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



I picchi del monte Ch'ŏngnyang che spuntano sopra la nebbia

C’

è un luogo, noto a pochi, dove ci si può ritemprare nella pace della solitudine. Il monte Ch'ŏngnyang (청량산 ) sembra nascondersi, come se fosse riluttante a farsi sporcare dal mondo. Il suo isolamento fu cantato dal grande studioso confuciano Yi Hwang (이황 1501~1570, pseudonimo letterario Toegye 퇴계 退) che trascorse parecchio tempo in questa zona: “Le dodici vette del monte Ch’ŏngnyang sono note solo a me e all’oca bianca”.

Nel terzo volume del suo manuale turistico My Exploration of Cultural Heritage, il prof. Yu Hong-june scrive: “Il punto più importante del viaggio nella provincia del Kyŏngsang-pukto è il monte Ch'ŏngnyang, ma non ne parlerò per paura che diventi troppo noto”. Ma, nonostante gli sforzi di alcuni per mantenerla segreta, la montagna è ormai diventata molto conosciuta. Nel 1982 la zona è stata designata parco provinciale del Kyŏngsang-pukto, ma, nonostante la sua reputazione, non viene ancora visitata da troppa gente. Si trova in un territorio aspro, lontano dalle strade più battute e come tale non è facilmente accessibile. Di conseguenza il monte Ch'ŏngnyang è ancora praticamente incontaminato.

La strada che porta al monte Ch'ŏngnyang segue le acque chiare della parte superiore del fiume Naktong. Ai piedi della montagna c'è un boschetto di alberi di pesco scoperto da Toegye, che voleva mantenere il segreto di questo luogo fatato, come si può intuire da uno dei suoi versi: “I fiori di pesco portati dalla corrente non sveleranno ai pescatori la montagna?”.

A valle, sul ponte che attraversa le acque tranquille del fiume Naktong si vedono ancora oggi i pescatori che pescano nel fiume. La zona è nota anche per i funghi. Superato il ponte, l'aria diventa più fresca.

Il monte Ch'ŏngnyang è roccioso. Visto da lontano trasuda una bellezza quasi mascolina con i suoi picchi rocciosi che puntano verso l'alto, con i bei pini che si abbarbicano saldamente alle rupi come per mostrare la propria bravura, e il rumore delle molte cascate con l'acqua che cade formando dei piccoli laghi, giù in basso.


Il tempio Ch'ŏngnyang-sa circondato dalle montagne

All'inizio la montagna intimidisce e sembra quasi impossibile da scalare. Non è alta: la sua vetta raggiunge appena gli 800 metri, ma il sentiero, tipico di una montagna rocciosa, sale dritto verso l'alto. Si sale lentamente, un passo dopo l'altro, con fatica.

Quando si entra nel ripido sentiero che porta al cuore della montagna, l'unica cosa che si può vedere è il cielo. Di tanto in tanto, fra gli alberi si possono scorgere alte formazioni rocciose che presto scompaiono dalla vista. Il canto degli uccelli e il fruscio del vento accompagnano i nostri passi.

Anche se è una montagna rocciosa, c'è una densa boscaglia nei recessi più interni. Qui, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, la temperatura dell'aria è mite. Il pittoresco sentiero che si snoda nel bosco è attorniato da rocce e segue i limpidi ruscelli.

La profonda gola si apre improvvisamente su una radura ed ecco che compare il tempio Ch'ŏngnyang-sa. Non si tratta di un grande tempio, ma ciononostante, annidato com'è ai piedi della montagna, ha una sua atmosfera particolare e una sua raffinatezza. Subito prima dell'ingresso al tempio c'è una piccola sala da tè con un nome che promette molto, anche se un po' misterioso: “Quando il vento s'imbatte nel suono”.

Sorbendo e gustando lentamente il profondo sapore del tè, sembra di sentire tutto attorno la pacifica energia della montagna.

Questa sensazione è espressa molto bene dalla poesia “Dal monte Ch'ŏngnyang” di Kim Nam-bong: “Riposare al monte Ch'ŏngnyang è come riposare cullato nelle braccia di mia madre. Le preoccupazioni del mondo e la solitudine del mio cuore sembrano sciogliersi. Le uniche cose che si possono udire in questo tempio di montagna sono il canto degli uccelli, il suono dell'acqua e il rumore del vento fra i pini. Anche se il mondo è nella massima confusione, qui puoi starne lontano, per sempre immerso nella natura.”


Il riso maturo in un villaggio vicino al tempio

Di recente in questa sala da tè si è tenuto un piccolo concerto e la cosa si è risaputa. Si sa che vari musicisti e artisti vengono qui per chiarirsi le idee. Col tempo hanno familiarizzato con i monaci del tempio e spesso si riuniscono con loro per cantare. Quando a Seul si è saputo questo, ne è nata l'idea di un piccolo concerto.

L'evento ha rappresentato un'assoluta sorpresa per chi scalava la montagna quel giorno e ha lasciato una grande impressione. Probabilmente il concerto diventerà una ricorrenza che si ripeterà una volta o due all'anno e darà maggiore notorietà a questa montagna.

Il tempio di Ch'ŏngnyang è posizionato proprio sotto i picchi rocciosi e i pini più antichi. Si dice che i dodici picchi che circondano il tempio siano come i petali di un fiore di loto e che il tempio si trovi esattamente al centro, nel posto occupato dal pistillo. Grazie alla sua posizione geografica, il luogo è considerato essere estremamente propizio.

Di fronte al cortile del tempio si trova la sala Yuribojŏn dove viene venerato il Budda della medicina. Le colonne dell'edificio sono state consumate dalle intemperie fino a mettere a nudo la grana del legno e testimoniano la veneranda età dell'edificio.


I crisantemi selvatici fioriti sul tetto di un vecchio edificio segnalano l'arrivo dell'autunno

Questo tempietto, che fu costruito nel 663 dal monaco Wonhyo, contiene due tesori culturali: il primo è la scritta posta sull'ingresso, che fu originariamente tracciata dal re Kongmin (r. 1351-1374) del regno di Koryŏ, e l'altro è un Budda fatto di carta, ora dipinto d'oro.

È a partire dal tempio di Ch'ŏngnyang-sa che la vera salita comincia. Il percorso è scavato fra rupi rocciose e da una parte la rupe dà direttamente su uno strapiombo. Fermandosi per riposare nella zona pianeggiante chiamata Ŏp'ungdae, si possono ammirare l'intera montagna e i picchi azzurrini che appaiono in distanza. Sopra, più in su del sentiero, vi è una capanna proprio sotto il picco più alto.

Nell'avvicinarsi a questa capanna, dove un anziano montanaro sta trascorrendo gli anni del crepuscolo della sua vita, si sente forte l'odore della preparazione del tè. Ai passanti viene offerta una tazza di infuso fatto con erbe medicinali raccolte dallo stesso proprietario della capanna.

Dopo aver sorseggiato questa tisana fortificante, è ora di riprendere il cammino. Dalla vetta si può vedere la strada che segue il fiume Naktong e che unisce Yŏngju e Andong.

Il monte Ch'ŏngnyang è lo sfondo per alcuni racconti famosi su certe importanti persone. Ungjinjŏn, un piccolo abituro dove il monaco Wŏnhyo si ritirava per le sue meditazioni ascetiche, si trova sulla sporgenza di una rupe rocciosa. In autunno inoltrato, quando la rupe è coperta dalle multicolori foglie autunnali, la gente si ferma nel proprio andare e passa un bel po' di tempo semplicemente ad ammirarla.


L'accademia confuciana Tosan Sŏwŏn, stabilita da studenti dello studioso Toegye Yi Hwang, si trova non lontano

La grotta Kimsaeng-gul, che prende il nome da Kim Saeng, un noto calligrafo del regno di Silla (57 a.C. - 935 d.C.), si trova a dieci minuti circa di cammino dal tempio. È posta al fondo di una grande roccia, il che la rende particolarmente adatta per abitarvi. Kim vi visse per sette anni. Poi, finalmente, fiero di esservi stato così a lungo, si preparava per scendere dalla montagna, quando, in quel momento, proprio mentre stava per andarsene, gli comparve una giovane donna che lo sfidò a una gara di calligrafia. Kim perse la gara e allora disfece i bagagli e tornò alla grotta per restarvi finché non fossero trascorsi dieci anni completi.

Toegye, si sa, amava questa montagna. Gli accadde di conoscerla quando, all'età di 15 anni, venne a studiare con suo zio a Osandang, presso il tempio Ch'ŏngnyang-sa. Dopo essersene andato, continuò a tornarci spesso e, quando era ormai vecchio e malato, vi veniva portato sulle spalle da uno dei suoi studenti.

Lasciando la montagna alle spalle, la strada si dirige verso la diga di Andong. Il fiume Naktong, che nasce nella catena Taebaek, passa attraverso il lago artificiale formato da questa diga dove si possono pescare carpe tutto l'anno. Ci sono sempre pescatori e la vista delle piccole barche da pesca sulla superficie tranquilla del lago al tramonto è una di quelle visioni che resta a lungo nella memoria. Guardando in basso verso la diga e seguendo la strada, si raggiunge presto l'accademia confuciana Tosan Sŏwŏn, la casa spirituale degli studiosi confuciani della prima parte del periodo Chosŏn.


Tratto da “Mt. Cheongnyangsan”, in Pictorial Korea, ottobre 2001. Testo originale di Lee Seung-hwan, fotografie di Kwon Tae-kyun. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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