Indipendenza del regno di Parhae dalla Cina Tang

Lo scritto che segue fa parte di una serie di articoli pubblicati nel 2006 in Corea del Sud e tendenti a "raddrizzare" la storia coreana che sarebbe stata distorta da parte degli stati vicini, Cina e Giappone. Una parte di tali pubblicazioni si scaglia contro il Giappone il quale ritiene che l'isoletta di Tokto (Dokdo), chiamata Takeshima in giapponese, gli appartenga. L'articolo qui riportato non si occupa delle cose del presente, ma vuole invece riscattare la figura dell'antico staterello di Parhae (Balhae), che sarebbe stato un regno coreano e non cinese, come sostiene attualmente la Cina. Siccome il regno di Parhae è praticamente contemporaneo di Silla Unificato, l’articolo è stato collocato in questa sezione storica.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


U

no dei problemi più delicati a proposito dell'antico regno coreano di Parhae (Balhae 발해 698-926) è che la scarsità di registrazioni storiche formali e autorevoli su questo regno ha portato gli storici a sviluppare teorie in contrasto fra loro. Il dibattito si riduce a due problemi fondamentali: di quanta indipendenza sovrana godesse Parhae rispetto alla dinastia cinese dei Tang ( 618-907) e quale fosse l'origine etnica della popolazione di Parhae.

Per esempio, un monumento che descrive le relazioni di Parhae con i Tang eretto dal governo cinese presso il monte Paektu (Baekdu) afferma che Parhae era una delle province di Tang. Parte del monumento, scritto in caratteri rossi, dice: “Parhae, una delle province della dinastia Tang, si serviva di questa strada per inviare tributi a Tang.” Ciò riflette la più importante giustificazione logica della rivendicazione della Cina su Parhae, perché gli storici cinesi pensano che la relazione di investitura come tributario avesse luogo all'interno di una stessa nazione. In breve, i cinesi considerano che l'indipendenza di Parhae non fosse abbastanza forte da permettergli di essere uno stato sovrano.

Indipendenza sovrana


L'affresco di una tomba del regno di Parhae

La maggior parte dei paesi dell'Asia nord-orientale considerano Parhae come una nazione indipendente nelle sue relazioni con i Tang, mentre solo la Cina guarda a queste relazioni da una prospettiva diversa. Han Giu-cheol, professore di storia dell'Università Kyungsung di Pusan (Busan), afferma: “La tesi cinese che Parhae non era abbastanza indipendente si basa sul fatto che fra Parhae e i Tang esisteva una relazione di investitura dei tributi. I cinesi sostengono che i re di Parhae avevano il titolo di governatore generale di quella provincia dei Tang. E tuttavia”, continua il professor Han, “in quell'epoca tale relazione di investitura deve essere considerata una procedura diplomatica.”

“L'ordine internazionale nella parte nord-orientale dell'Asia era guidato dalla Cina, ma la relazione avveniva fra nazioni.”, aggiunge il professor Han. “La relazione di paese tributario era un tipo di scambio commerciale svolto da parte di funzionari governativi fra le dinastie.” In effetti, Parhae usò sempre il proprio “nome dell'era” e offrì liberamente titoli postumi ai propri re defunti senza l'approvazione dei Tang, secondo quanto afferma la Nuova storia della dinastia Tang, un antico testo storico cinese.

E vi sono ancora altre evidenze che provano che Parhae era indipendente dai Tang. Parhae, per esempio, lanciò persino un attacco armato contro i Tang nel 732. Il re Mu (무왕 ), secondo monarca di Parhae che morì nel 737, colpì la base militare dei Tang nei pressi del confine di Parhae perché temeva un attacco da parte dei cinesi.

Parhae usava anche il proprio titolo reale sovrano. La tomba della principessa Chonghyo, quarta figlia del re Mun (문왕 ), terzo sovrano di Parhae che morì nel 793, descrive Parhae come un impero e il proprio re come imperatore.

L'opinione generale degli storici coreani e stranieri, ad eccezione della Cina, è che Parhae fosse un regno indipendente, che non faceva parte della Cina dei Tang.

Composizione della popolazione di Parhae


Resti delle mura di una fortezza di Parhae

I libri di testo di storia coreana dicono che i sovrani di Parhae appartenevano al popolo Malgal (말갈 靺鞨 di razza tungusa), mentre i sudditi erano gente fuggita dall'antico regno di Koguryŏ della Corea (37 a.C. - 668 d.C.). Così, il problema è se Parhae appartiene alla popolazione Koguryŏ o a quella Malgal.

Si pensa generalmente che Parhae fosse un regno di gente sfollata da Koguryŏ. Alcuni studiosi, coreani e giapponesi, sostengono che la classe dominante fosse formata da gente di Koguryŏ che governava le tribù Malgal. Per contro studiosi cinesi, russi e alcuni giapponesi affermano che Parhae era governata da una dinastia di stirpe Malgal.

Il professor Han dell'Università Kyungsung sostiene che, in quest'ultimo caso, Parhae è da considerarsi definitivamente parte della storia coreana perché “coloro che sono governati sono più importanti dei governanti”. Afferma che “la dominazione coloniale della Corea da parte del Giappone dal 1910 al 1945 fa anch'essa parte della storia coreana, nonostante il fatto che i giapponesi fossero i governanti.” E continua affermando che “anche se ci sono alcuni dibattiti sui Malgal, è chiaro che la gente di Koguryŏ costituiva la popolazione principale di Parhae”.

Da questa argomentazione ne nasce la questione se Parhae fosse o meno lo stato successore di Koguryŏ.

Parhae, successore di Koguryŏ


Un leone in pietra del regno di Parhae

La tesi della Cina che Parhae era formata da genti Malgal si basa sulla “Nuova storia della dinastia Tang”, che descrive Tae Cho-yŏng (대조영 ), il re fondatore di Parhae, come uno della tribù dei Malgal. Secondo le fonti storiche, Tae morì nel 719. La Cina nega anche il collegamento fra Koguryŏ e Parhae, citando la Vecchia storia e la Nuova storia della dinastia Tang che pongono Koguryŏ fra le “Dinastie dei barbari orientali” e Parhae fra le “Dinastie dei barbari settentrionali”. Un'altra registrazione storica, però, la “Storia della dinastia Sui” (581-618), includeva sia Koguryŏ che Parhae nella sezione “Barbari orientali”.

“Gli storiografi cinesi non potevano accettare Parhae, che era stato fondato trent'anni dopo la fine di Koguryŏ, come un regno successore di Koguryŏ,” dice Han, “perché, fin dalla Vecchia storia della dinastia Tang, avevano mantenuto un approccio dinasti-centrico.” Ma gli storici in generale sono d'accordo sul fatto che Parhae sia il successore di Koguryŏ, come territorio e come abitanti, aggiungendo che è privo di senso pensare che i Malgal abbiano potuto improvvisamente sostituire tutta la popolazione di Koguryŏ nel territorio che era in precedenza di Koguryŏ, o che siano improvvisamente cresciuti tanto da superare in numero la popolazione Koguryŏ indigena.

Un'evidenza precisa ci viene dalla stessa “Vecchia storia della dinastia Tang”, che fu scritta da storici cinesi. Il libro indica che Parhae è successore di Koguryŏ dicendo che i costumi di Parhae e di Koguryŏ erano molto simili. Le somiglianze comprendevano la lingua e le cerimonie del raggiungimento della maggiore età, i riti per i matrimoni e quelli per i funerali, e le cerimonie commemorative per gli antenati. Gli storici dicevano che le tombe dei funzionari governativi di Parhae erano costruite nello stile di Koguryŏ, con le stesse camere in pietra, mura di pietra e bare di pietra.

Il tentativo della Cina di distorcere la storia è stato criticato non solo dalla comunità mondiale, ma anche dal popolo cinese. Il precedente Primo ministro Chou En-lai, quando si incontrò con gli studiosi nordcoreani nel 1963, disse che Parhae apparteneva alla Corea e chiese scusa per lo sciovinismo della Cina. “La storia non deve essere distorta.”, disse l'allora Primo ministro. “È assurdo dire che la parte occidentale del fiume Tumen e il fiume Yalu erano territorio cinese. Questo errore è stato causato dagli storici e noi lo dobbiamo correggere.”


Tratto da “Balhae Independent of China's Tang Dynasty”, in Korea Policy Review, dicembre 2006. Senza indicazioni sull'autore del testo e delle fotografie. Ricerche bibliografiche a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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