Ju Si-gyeong, linguista moderno

Le parole coreane sono trascritte secondo il sistema di romanizzazione revisionata proposta dal governo coreano e, quando necessario, tra parentesi viene indicata la trascrizione secondo il sistema McCune-Reischauer. I nomi di persona, invece, seguono la trascrizione con la quale sono più conosciuti in Occidente.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


C

hi ha studiato un po’ di coreano sa che l'alfabeto di quella lingua viene chiamato hangeul (han’gŭl 한글), termine che originariamente significava “grande scrittura” (han []=grande, molto; geul []=scrittura) e in seguito divenuto sinonimo di “scrittura coreana”. Anche se, a prima vista, la prima sillaba (han) potrebbe essere intesa come la trascrizione della pronuncia del carattere cinese , la parola non viene mai trascritta in caratteri cinesi (in realtà le due pronunce “han” sono diverse fra loro: quando significa “grande”, la pronuncia han è breve, mentre è lunga [ha:n] nel significato di “Corea”).

Questo termine, oggi comune nella Corea del Sud (Repubblica di Corea) dove esiste anche una festa nazionale chiamata Hangeul-nal (Han’gŭllal) o Giorno dell’alfabeto, viene poco usato nella Corea del Nord (Repubblica Popolare Democratica di Corea) dove si preferisce chiamare l’alfabeto Joseon-geul (Chosŏn’gŭl 조선글).

Problemi legati al diverso modo di chiamare la propria lingua e il proprio alfabeto al Nord e al Sud

Se è vero che il termine Hangeul potrebbe forse essere usato sia al Nord, che al Sud, non così risulta per il nome della lingua dei due paesi, che porta il marchio della nazione in cui questa lingua (che è la stessa) viene parlata. I nomi abbreviati che i due stati hanno assunto alla loro creazione dopo la divisione della penisola sono: Han’guk (한국) per la Corea del Sud e Joseon (Chosŏn 조선) per la Corea del Nord. Di conseguenza la lingua coreana viene chiamata Hanguk-mal (Hangungmal 한국말) al Sud e Joseon-mal (Chosŏnmal 조선말) al Nord. In questi nomi mal () significa “lingua”.

Forse per evitare la dicotomia Hangeul~Joseongeul per il nome dell’alfabeto, in un velato tentativo di avvicinamento Nord-Sud, da parte della Corea del Nord è stato di recente fatto anche un tentativo di chiamare l'alfabeto semplicemente Hunminjeongeum (Hunminjŏng'ŭm 훈민정음), usando cioè il nome che gli assegnò nel quindicesimo secolo il suo creatore, il re Sejong. Ma non c’è bisogno di andare tanto indietro nel tempo per trovare una soluzione che potrebbe andar bene per entrambi i paesi.

Esistono infatti due termini, uno per indicare la propria lingua e l'altro per indicare il proprio alfabeto, che vengono usati dai coreani sia al Nord che al Sud, e sono: urimal (우리말 “la nostra lingua”) e urigeul (urigŭl 우리글 “la nostra scrittura”). Come si sarà intuito, la parola uri significa “nostro”. Tali termini potrebbero finalmente mettere d'accordo i due paesi, almeno su questo punto.

È interessante notare come anche uno studioso italiano di coreanistica, Alessandro Rossetto, autore di una grammatica di coreano, abbia usato questo nome indipendente. Il suo libro, pubblicato presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli nel 1989 (e ormai esaurito), si chiama infatti “Coreano contemporaneo” in italiano, ma il titolo coreano che si vede sulla copertina è “현대 우리말(Hyeondae Urimal), dove il coreano viene chiamato (coraggiosamente) Urimal “la nostra lingua”, anche se tale titolo potrebbe lasciare nei coreani qualche dubbio su quale sia la lingua di cui tratta il manuale (l’italiano, lingua dell’autore, o il coreano?).


Una foto giovanile di Ju Si-gyeong

Chi è stato l'ideatore del termine “Hangeul”?

Il termine “Hangeul”, che fu creato verso il 1912, ben prima della divisione della penisola in due entità statali diverse e della Guerra di Corea (1950-53), ha ora assunto quasi una connotazione politica e serve forse più a dividere, che a unire.

Questo termine, usato per indicare l'alfabeto coreano, è l’invenzione di uno studioso coreano, Ju Si-gyeong (Chu Sigyŏng 주시경 1876-1914), pseudonimo letterario Sang-ho 상호 , che è stato uno dei fondatori della moderna linguistica coreana. Nato nella regione Hwanghae-do, ora in Nord Corea, fu l'ispiratore delle ricerche sulla lingua coreana e possibile promotore della creazione di un Istituto della lingua coreana da parte del Ministero dell'Istruzione.

Ju Si-gyeong fu il primo linguista moderno che, nonostante l’opposizione del governo colonialista giapponese, volle mettere ordine nell'ortografia coreana e nella scrittura della propria lingua, stabilendo delle regole precise che permisero in seguito di eliminare gruppi di lettere ormai obsoleti, sostituendoli con grafemi più adatti alla pronuncia moderna.

Non si può ignorare l’importanza che il gruppo dei suoi allievi ebbe nello sviluppo delle scuole di linguistica coreana della seconda metà del secolo scorso. Fra questi vi erano Ch’oe Hyŏnbae e Yi Hŭisŭng, che furono entrambi imprigionati dai giapponesi per vari anni a causa dei loro studi sulla lingua coreana.


La prima pagina di una grammatica di coreano pubblicata da Ju Si-gyeong nel 1906

La Società per la lingua coreana (조선어학회 > 한글학회)

La data della fondazione della Società per la lingua coreana è controversa. Stando ad alcune fonti, la Società fu fondata il 31 agosto 1908 da Ju Si-gyeong e dai suoi discepoli. A conferma dell’esattezza di questa data, si può citare l’emissione, da parte della Repubblica di Corea, di un francobollo del centenario della fondazione, apparso il 29 agosto 2008.

Secondo altri, fu fondata invece da un gruppo di discepoli di Ju Si-gyeon il 3 dicembre 1921, quindi sette anni dopo la morte del maestro. La “Associazione culturale dell’alfabeto coreano” (Hangeul hakhoe 한글학회), chiamata inizialmente “Associazione di ricerca sulla lingua coreana” (조선언어연구회), nel 1931 prese il nome di “Associazione culturale per la lingua coreana” (조선어학회). Fu un’associazione nazionalista stabilita per preservare la lingua della Corea di fronte ai tentativi di soppressione della cultura coreana da parte dei giapponesi invasori.

Nel 1927 l’associazione cominciò a pubblicare la rivista accademica Hangeul (한글) che, nonostante alcune interruzioni, continua a essere pubblicata ancora oggi. Nel 1933 vide la luce la prima edizione di una “Guida per la standardizzazione dell'ortografia coreana” (한글맞춤법통일안) e seguirono altre pubblicazioni importanti, fra cui, nel 1936, un “Vocabolario standard concordato” (사정한 조선어 표준말 모음) e, nel 1940, un “Sistema di trascrizione di termini stranieri” (외래어 표기법 통일안).

Il governo coloniale giapponese, intanto, temendo che questa associazione potesse diventare pericolosa per la sicurezza interna, nel 1942 ne fece arrestare vari membri, condannandone 13 al carcere duro, dove due di essi morirono. Fra gli studiosi incarcerati e liberati solo nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, vi fu anche il professor Yi Hŭisŭng, del quale lo scrivente ebbe l’onore di essere allievo negli anni 1967-1969.

Alcune delle modifiche adottate nella standardizzazione dell'ortografia

Nello standardizzare l’ortografia, la Società Hangeul si occupò, fra l’altro, dell’ordine alfabetico delle lettere, del nome delle lettere, del raggruppamento delle sillabe grafiche, e delle lettere ormai diventate inutili.

Le lettere abolite

Delle lettere dell’alfabeto originale, alcune (la maggior parte delle quali non facenti parte delle 28 lettere originali create dal re Sejong) furono abolite, come la cosiddetta “a inferiore” arae-a 아래아 (), la s sonora [z] detta bansiot 반시옷 (), la chiusura glottidale detta doen-ieung 된 이응 (), la n velare [ŋ] detta yes-ieung 옛이응 () confluita nel grafema della lettera ieung (), la fricativa bilabiale sonora [β] o sorda [f] detta gabyeoun bieup 가벼운비읍 (), oltre a suoni usati nelle tabelle delle rime cinesi, come la [w] o [m] (), la [f] (), la [ff] (), e due doppie lettere, la [x] detta ssanghieuh 쌍히읗 () e quella nota come ssang-ieung 쌍이응 ().

Altre lettere abolite furono tutte le sibilanti e affricate create per rappresentare i suoni sibilanti cinesi, cioè le sibilanti alveolari (ᄼᄽᅎᅏᅔ) e quelle retroflesse (ᄾᄿᅐᅑᅕ), varianti delle consonanti originali ㅅㅆㅈㅉㅊ. Furono anche aboliti vari raggruppamenti di consonanti inutili come bsg e bsd e numerosi dittonghi che servivano solo a rappresentare suoni cinesi, come , , e .

Tentativi di scrittura su una sola riga, all’occidentale

Un’idea curiosa, già propugnata da Ju Si-gyeong nel 1908 e nel 1914 in una pubblicazione intitolata “I suoni della lingua” (말의 소리), messa in atto nel 1914 nella stampa di un bollettino (Jeonggyo-bo) della Chiesa ortodossa per i coreani rifugiati a Chita in Siberia, è la “scrittura unilineare” del coreano, cioè la proposta di rompere nella scrittura i raggruppamenti sillabili originali e scrivere le lettere del coreano sulla stessa riga, aggiungendo consonanti e vocali una di seguito all’altra da sinistra a destra, come si fa in Occidente.

L’idea fu riproposta ancora nel 1920 da Kim Tubong e nel 1929 da Ch’oe Hyŏn-bae, ma (fortunatamente) non ebbe il successo sperato dai suoi ideatori. L’alfabeto coreano è perfetto così com’è e se, per un assurdo desiderio di occidentalizzazione, se ne volesse distruggere il raggruppamento sillabico così tipico, lo si rovinerebbe del tutto, annullando una delle sue principali caratteristiche, il “raggruppamento morfo-fonematico”, che, assieme alla consonante muta ieung (), è una delle più belle invenzioni del re Sejong.

Nella figura è riprodotta la grafia della frase 우리 글의 가로 쓰는 익힘 che significa “La pratica di scrivere le nostre lettere su una riga”. Questa stessa frase è stata scritta su una sola riga in tre sistemi diversi, in due di questi anche in corsivo. Nel sistema di Ch’oe Hyŏn-bae si nota anche l’uso della maiuscola iniziale (sconosciuta alla scrittura coreana). Le immagini delle scritture unilineari sono tratte dal testo Korea, A Historical and Cultural Dictionary by Keith Pratt and Richard Rutt, Curzon, 1999.


Tratto da varie fonti, in particolare dal citato testo “Korea” di Richard Rutt, vescovo anglicano di Daejeon (Corea) che lo scrivente ebbe l’onore di incontrare nel 1965 a Seul, e dalla pagina Hangul dell’enciclopedia NationMaster.

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© Valerio Anselmo