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Soluzione degli esercizi della lezione 9La traduzione in coreano delle frasi della volta scorsa è la seguente:
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UN PO’ DI GRAMMATICA | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Verbi positivi e negativiIn coreano esistono dei verbi che hanno due forme diverse, una per il positivo e l’altra per il negativo. Fra le coppie più note di questi verbi, abbiamo Rimproveri ed esortazioni a non farePer chiedere a qualcuno di smettere di fare una certa azione o per intimargli di non fare quell’azione si usa l’ausiliare Esiste però anche la possibilità di esortare in modo più cortese a non fare una certa azione, come in Come si sarà intuito, la prime due forme ( Esortativi e imperativiStiamo qui parlando di forme esortative o imperative del verbo. L’esortativo/imperativo si presenta in varie forme a seconda del livello di cortesia adottato. Avremo al livello più basso la forma radice verbale + Un esortativo-cooperativoFra gli esortativi rientra anche una desinenza che serve per creare un esortativo-cooperativo, così chiamato in quanto esorta a fare qualcosa tutti assieme, in cooperazione. È la desinenza Cooperazione nei villaggi per i lavori più pesantiFino a pochi decenni fa, nelle campagne coreane tutti i lavori pesanti venivano fatti in cooperazione. Si trattava di uno scambio di favori, dove chi riceveva l’aiuto degli altri si sentiva poi impegnato a fornire il proprio aiuto quando gli altri ne avessero avuto bisogno. A lavori come la costruzione di una nuova abitazione, una casa fatta di legno e argilla e col tetto di paglia, partecipava tutto il villaggio. E così, per i lavori più pesanti nei campi, che venivano effettuati con uno scambio di lavoro e la partecipazione dei vicini. La partecipazione collettiva si estendeva poi anche all’organizzazione dei giochi durante le grandi feste annuali e al rito annuale di venerazione dello spirito protettore del villaggio che di solito risiedeva nel più grande albero della zona (si veda www.corea.it/religioni.htm#animismo). Questa mutua cooperazione è purtroppo diminuita con il mutare delle condizioni di vita della società coreana negli ultimi 30-40 anni. Modalità coinvolgente in
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LE FRASI | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nuove frasiUn avviso cortese
Signor Kim, qui è vietato fumare: la prego, non fumi, per favore! Un consiglio
In quel ristorante si può mangiare un pulgogi davvero gustoso. Un invito fra fidanzati
Se tu hai tempo, noi due assieme potremmo andare a teatro. Un’idea per una vacanza coi bambini
Se andiamo alla spiaggia potremo fare a nostro piacimento molti giochi con la sabbia. Quando è troppo, è troppo
Quel cane abbaia sempre e io non lo posso più sopportare. Dovrò per forza dire al padrone del cane che fa troppo rumore.
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coreano | caratt. cinesi | trascrizione | significato | |
MCR | I.P.A. | |||
같이 | kach’i | [kaˈʨʰi] | insieme | |
개 | kae | [kɛ] | cane | |
거 | kŏ | [kʌ] | cosa, fatto (abbreviazione di | |
극장 | 劇場 | kŭkchang | [kɯkˈʧjaŋ] | teatro; cinema |
금연 | 禁煙 | kŭmyŏn | [kɯmˈjʌn] | vietato fumare |
금지 | 禁止 | kŭmji | [kɯmˈʥi] | divieto |
김 | 金 | kim | [kim] | Kim (cognome) |
~ㄴ데 | nde | [nde] | e, ma (desinenza descrittiva dopo sostantivi in vocale) | |
너무 | nŏmu | [nʌˈmu] | troppo | |
~는데 | nŭnde | [nɯnˈde] | desinenza verbale connettiva-sospensiva | |
~니까 | nikka | [ɲiˈkka] | siccome, poiché (dopo vocale) | |
~다가 | daga | [daˈga] | (rafforzativo degli avverbi o delle posposizioni di luogo) | |
당신 | tangsin | [taŋˈɕin] | tu; mio caro/mia cara (confidenziale, rispettoso, specialmente fra marito e moglie) | |
~ㄹ 수 있다 | l su itta | [l su itˈta] | poter (fare) (dopo radice in vocale) | |
레스토랑 | resŭt’orang | [resɯtʰoˈraŋ] | ristorante di tipo occidentale | |
마음 | maŭm | [maˈɯm] | animo, mente, spirito | |
마음대로 | maŭmdaero | [maɯmdɛˈɾo] | a proprio piacimento, liberamente | |
많은 | manŭn | [maˈnɯn] | molto, molti | |
말다 | malda | [malˈda] | non (fare); smettere di | |
맛 | mat | [mat̚] | gusto, sapore | |
맛있는 | masinnŭn | [maɕinˈnɯn] | gustoso, saporito | |
맛있다 | masitta | [maɕiˈtta] | essere gustoso, saporito | |
~면 안 되다 | myŏn andoeda | [mjʌn andweˈda] | non essere permesso, essere proibito (dopo vocale) | |
모래 | morae | [moˈrɛ] | sabbia | |
모르다 | morŭda | [morɯˈda] | non sapere | |
바다 | pada | [paˈda] | mare | |
바닷가 | padakka | [padaˈkka] | spiaggia | |
부디 | pudi | [puˈdi] | per favore; prego | |
불 | pul | [pul] | fuoco | |
불고기 | pulgogi | [pulgoˈgi] | carne alla brace | |
비 | pi | [pi] | pioggia | |
~세요/~셔요 | seyo / syŏyo | [seˈjo/ɕjʌˈjo] | esortativo gentile (dopo vocale) | |
수 | su | [su] | possibilità | |
시끄럽다 | sikkŭrŏpta | [ɕikkɯɾʌpˈta] | essere rumoroso, far rumore | |
식당 | 食堂 | siktang | [ɕikˈttaŋ] | ristorante |
~아도 되다 | ado toeda | [ado tweˈda] | essere permesso (fare) (dopo vocale chiara) | |
~아라 | ara | [aˈɾa] | imperativo di livello basso dopo vocale chiara | |
알다 | alda | [alˈda] | sapere | |
~어도 되다 | ŏdo toeda | [ʌdo tweˈda] | essere permesso (fare) (dopo vocale scura) | |
~어라 | ŏra | [ʌˈɾa] | imperativo di livello basso dopo vocale scura | |
없이 | ŏpsi | [ʌpˈɕi] | senza | |
요릿집 | 料理- | yoritchip | [joriˈtʨip̚] | ristorante coreano, mensa |
~으니까 | ŭnikka | [ɯɲiˈkka] | siccome, poiché (dopo consonante) | |
ŭmyŏn andoeda | [ɯmjʌn andweˈda] | non essere permesso, essere proibito (dopo consonante) | ||
~으세요 | ŭseyo | [ɯseˈjo] | esortativo gentile (dopo consonante) | |
~을 수 있다 | ŭl su itta | [ɯl su itˈta] | poter (fare) (dopo radice in consonante) | |
음식점 | 飮食店 | ŭmsikchŏm | [ɯmɕikˈʨʌm] | trattoria, ristorante economico |
~인데 | inde | [inˈde] | e, ma (desinenza descrittiva dopo sostantivi in consonante) | |
입장금지 | ipchang kŭmji | [ipʨaŋ kɯmˈʥi] | vietato entrare | |
장난 | changnan | [ʨaŋˈnan] | gioco | |
주인 | 主人 | chuin | [ʨuˈin] | padrone |
주차 | 駐車 | chuch’a | [ʨuˈʨʰa] | parcheggio |
주차금지 | 駐車禁止 | chuch’a kŭmji | [ʨuʨʰa kɯmˈʥi] | divieto di sosta |
짖다 | chitta | [ʨiˈtta] | abbaiare, ululare | |
참다 | ch’amta | [ʨʰamˈtta] | sopportare | |
찾다 | ch’atta | [ʨʰaˈtta] | cercare | |
피우다 | p’iuda | [pʰiuˈda] | fumare (tabacco) | |
할 수 없이 | hal su ŏpsi | [halsu ʌpˈɕi] | inevitabilmente, per forza | |
항상 | 恒常 | hangsang | [haŋˈsaŋ] | sempre, costantemente |
김 선생 Signor Kim
Il cognome Kim è uno dei tre cognomi più diffusi in Corea (gli altri due sono Lee e Park: si veda la pagina sui cognomi). Il carattere cinese corrispondente al nome è 金, che ha comunemente il significato di “oro, metallo”, nel qual caso, però, si pronuncia 금 kŭm.
여기 금연인데, qui è vietato fumare:
L’avverbio di luogo “qui” (여기) l’abbiamo già visto nella quarta lezione. 금연 kŭmyŏn, invece, è comparso in questa lezione e, come abbiamo visto, significa “Vietato fumare”. Resta da considerare la desinenza 인데 inde. Come si sarà visto dall’elenco dei vocaboli della lezione, questa è una desinenza sospensiva o congiuntiva, che segue i nomi che terminano in consonante e che si può tradurre con “e” o “ma”. Qui, però abbiamo preferito renderlo semplicemente con un due punti.
(In un certo senso, tutte le parti del discorso in coreano sembrano essere coniugabili e questo è uno di quei casi. Noi, naturalmente, in italiano usiamo la copula “è”, che qui potrebbe essere rappresentata dalla radice 이 di 인데.)
부디 담배 좀 la prego, per favore, il tabacco
In questa frase si vede, da parte di chi parla, molta attenzione a non offendere l’interlocutore. Innanzitutto usa l’avverbio 부디 pudi che significa “prego!”, e poi, per smorzare ancor più la richiesta, inserisce 좀 chom “un po’, per favore” dopo la parola che significa “tabacco” (담배 tambae). Essendo una frase della lingua parlata, dopo il complemento oggetto (che qui è 담배), non è stata inserita la posposizione dell’accusativo (를), che sarebbe invece necessaria se il testo fosse inviato per iscritto in modo più formale.
피우지 마세요 non fumi!
Il verbo 피우다 significa “bruciare, fumare”. La forma radice verbale + 지 말다 è un imperativo negativo, un comando a non fare qualcosa. Per rendere meno duro il comando di smettere di fumare, si è usato l’esortativo gentile formato dalla radice verbale seguita da (으)세요. La radice 말 del verbo 말다 (“non fare, smettere”) quando è seguita da una desinenza perde la ㄹ finale, per cui, invece di avere qui un ipotetico 말으세요, avremo 마세요.
저 식당에는 In quel ristorante
Il termine “ristorante” è in coreano 식당 siktang, una parola sino-coreana che rappresenta la pronuncia coreana dei due caratteri cinesi 食堂.
In coreano esistono vari termini per indicare i luoghi dove si va a mangiare. I nomi dipendono dal grado di raffinatezza e pulizia del luogo, o anche dalla sua specializzazione e dal prezzo. Oltre a quello indicato sopra, 식당 siktang, si usano molto anche i seguenti nomi: 요릿집 yorichip (料理-) “ristorante coreano, mensa”, 음식점 ŭmsikchŏm (飮食店) “trattoria, ristorante economico” e, di influenza americana, la parola 레스토랑 resŭt’orang “ristorante di tipo occidentale”.
아주 맛있는 불고기를 un pulgogi davvero gustoso
Risalente, si dice, ai tempi in cui i coreani erano nomadi e si spostavano a cavallo, il 불고기 pulgogi (pronuncia all’italiana pulgoghì) è “carne alla brace”. Il significato del termine è quello di “carne al fuoco”, da 불 pul “fuoco” e 고기 kogi “carne”.
Il termine 맛 mat significa “gusto, sapore”. Unito al verbo 있다 itta “esserci” forma l’aggettivo coniugabile 맛있다 masitta “gustoso, saporito”. 맛있는 masinnŭn è il participio presente di quell’aggettivo, e quindi significa “(che è) gustoso, saporito”. Completiamo la spiegazione di questo spezzone di frase ricordando che 아주 aju significa “davvero, molto” (l’abbiamo visto alla quarta lezione).
먹을 수 있습니다. si può mangiare
Come rappresentare in coreano la possibilità di fare qualcosa l’abbiamo visto qui sopra, nella parte grammaticale. Questa parte della frase si può tradurre anche con “si ha la possibilità di mangiare”.
당신은 시간 있으면 Se tu hai tempo,
Il pronome personale 당신 tangsin, che noi traduciamo con “tu”, esprime un rapporto amoroso fra le due persone coinvolte ed è normalmente usato da una coppia di sposi. Rappresenta, quindi, un nostro “tu” confidenziale e nello stesso tempo rispettoso dell’altro, ben diverso dal 너 nŏ “tu” usato verso gli inferiori. I dizionari coreano-inglese lo traducono con un “(my) dear” (“mio caro” / “mia cara”).
Il resto (시간 sigan “tempo” e 으면 ŭmyŏn “se”) l’abbiamo già visto nella settima lezione.
우리 둘이 같이 noi due assieme
Il fenomeno da mettere qui in rilievo è la pronuncia di 같이 “insieme”, che non si pronuncia con una t’ aspirata, ma con una affricata aspirata, come se fosse scritto 가치 [kaˈʨʰi] (pronuncia all’italiana: caccì), a causa della “palatalizzazione” della ㅌ seguita dalla ㅣ. Il resto dello spezzone di frase (우리 uri “noi”, 둘 tul “due” in forma pronominale e 이 i posposizione del soggetto dopo consonante, con il cambiamento della pronuncia della ㄹ finale della sillaba precedente [tul + i = turi]) non presenta difficoltà.
극장에 갈 수 있겠어요. potremmo andare a teatro/al cinema.
L’unica parola veramente nuova di questa frase è la prima, 극장 kŭkchang “teatro”, che è di origine cinese (劇場). Con questo termine si indica anche il nostro “cinema”. Il resto (la traduzione di “potere”) si può ricavare dallo studio della parte grammaticale di questa lezione. L’uso del condizionale (“potremmo”) nella traduzione italiana non deriva da una forma particolare del coreano (che qui usa il futuro), ma piuttosto da come si esprimebbe un italiano in una circostanza simile.
바닷가에 가면 Se andiamo alla spiaggia
Il termine 바닷가 padakka “spiaggia” è formato da due parole diverse, 바다 pada “mare” e 가 ka “riva”. Qui si nota come sia stato correttamente usata la lettera ㅅ, come si usava un tempo per indicare il rapporto di specificazione fra i due termini (riva del mare), che serve a rendere intensiva la pronuncia della ㄱ di 가, impedendole di diventare sonora (per rivedere l’approfondimento sulla presenza di questa lettera nel coreano di un tempo si veda la nota nella lezione 7).
마음대로 많은 모래 장난을 a nostro piacimento molti giochi con la sabbia
La parola 마음 maŭm significa “animo, mente, spirito”. ~대로 taero è una posposizione che significa “in accordo con”, per cui 마음대로 maŭmdaero vorrà dire “liberamente, seguendo il proprio istinto” o simili.
I due nomi che seguono l’aggettivo 많은 manŭn “molti”, 모래 morae “sabbia” e 장난 changnan “giochi”, sono in relazione fra loro (“giochi con la sabbia”), ma non così tanto da formare una parola composta secondo la maggior parte dei dizionari consultati. Per cui restano divisi, ma nella pronuncia possono manifestare gli stessi fenomeni visti prima, che comparirebbero se i due termini fossero scritti uniti (come 모랫장난).
할 수 있겠지오. potremo fare.
La possibilità di fare dei giochi con la sabbia viene esposta con un leggero dubbio, grazie alla desinenza ~지오 e al suffisso del futuro 겠. Viene anche coinvolta l’attenzione del bambino, quasi a chiedere il suo parere.
그 개는 Quel cane
Il nome 개 kae [kɛ], pronuncia antica kai, ricorda da vicino il latino canis, ma probabilmente fra le due parole non vi è alcuna parentela.
항상 sempre; ogni momento; in continuazione
Questo avverbio sino-coreano è la pronuncia dei due caratteri cinesi 恒常.
짖는데 abbaia e
L'abbaiare del cane è espresso col verbo 짖다 chitta “abbaiare, latrare, ululare”. La desinenza (~는데) ~nŭnde (che si aggiunge alla radice del verbo) presenta una situazione e lascia momentaneamente in sospeso la frase, facendo presagire che il discorso venga immediatamente ripreso con l’esposizione di una conseguenza.
내가 더 참을 수 없어요. io non lo posso più sopportare.
Il verbo 참다 ch’amta “sopportare” è qui esposto nella modalità negativa della possibilità (~을 수 없다). La presenza del pronome “io (내가) naega come soggetto della frase, mette in rilievo il fatto che le capacità di sopportazione di chi parla sono al limite. La particella 더 tŏ “più” assume qui il connotato di “ulteriormente”.
할 수 없이 per forza; inevitabilmente
Questo modo di dire, che si serve dell’avverbio 없이 ŏpsi “senza”, creato con la radice 없~ del verbo 없다 “non esserci” e la desinenza avverbiale ~이 ~i, significa letteralmente “senza la possibilità (수) di fare”. Si può tradurre in vari modi, con “inevitabilmente”, “per necessità”, o “per forza”, come abbiamo fatto qui.
개의 주인한테 al padrone del cane
Abbiamo appena visto che la parola “cane” è in coreano 개 e sappiamo che 의 ŭi (ma pronunciato comunemente [e]) rappresentra il complemento di specificazione (genitivo). La parola nuova è 주인 che significa “padrone” ed è la pronuncia coreana dei due caratteri cinesi 主人. Infine la posposizione 한테 hant’e, che abbiamo già visto nella quarta lezione, sappiamo che rappresenta il complemento di termine.
너무 시끄럽다고 che è troppo rumoroso
L’avverbio “troppo” viene espresso con 너무 nŏmu che è una parola in puro coreano. L’aggettivo “essere rumoroso” si rende in coreano con 시끄럽다. Qui abbiamo un esempio di discorso indiretto, che per gli aggettivi coniugabili viene reso con l’aggiunta di ~고 dopo la desinenza ~다 del livello di cortesia basso. Il discorso indiretto verrà trattato più ampiamente nella dodicesima lezione.
해야 되겠어요. dovrò dire.
La desinenza ~야 ya aggiunta al verbo e seguita dal verbo 되다 toeda (già vista nella quarta lezione) serve a esprimere il “dover fare qualcosa”. Il verbo 하다 qui usato è una contrazione di 말하다 mal hada [maɾaˈda] “dire”.
Usando i vocaboli forniti in questa lezione e in quelle precedenti, provate a tradurre in coreano le seguenti frasi:
A chiusura di questo secondo gruppo di cinque lezioni, invito gli studenti a leggere la pagina Corea - Da regno eremita a potenza industriale dove viene riportata integralmente una conferenza sulla Corea tenuta a Genova nel maggio 2009 dall’autore di queste note.
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© Valerio Anselmo