Un museo di arte buddista coreana
Un mondo di arte che sublima i desideri e la devozione verso il Budda


I

l museo dell'arte buddista coreana nel 2003 ha ricostruito le sue sale di esposizione per commemorare il decimo anniversario dell'apertura e nel luglio 2004 ha aperto una sede secondaria a Seul, a Ch'angsin-dong, Chongno-gu. Le molte mostre che il museo tiene permettono a varie persone di conoscere più a fondo la cultura buddista.

Il desiderio di tutti i credenti buddisti è quello di ottenere la vita eterna e di fondare il mondo del Budda qui in terra. L'arte buddista è la sublimazione di questi desideri e l'espressione della più alta e sincera devozione verso il Budda.

Il Museo dell'arte buddista coreana fu fondato dal clan Kwon di Andong nel luglio 1993 e registrato presso il Ministero della Cultura e dello Sport (ora Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo). La ragione principale della sua costituzione fu che l'attuale presidente del museo, Kwon Dae-song, era preoccupato per il fatto che preziose opere d'arte buddiste coreane fossero liberamente vendute sul mercato e portate fuori dalla Corea a causa di insufficienti protezioni. Kwon sentì come un dovere raccogliere e conservare opere d'arte buddiste, e, in effetti, cominciò a collezionare questo tipo di oggetti fin dal 1970. Dopo aver fondato il museo con circa 500 opere d'arte, ne è stato finora il curatore.

Nuove mostre sono state allestite nelle tre sale rinnovate di recente. Nella prima, situata a pianterreno, i reperti sono disposti in modo da ricordare la sala principale di un tempio buddista. Vi sono preziose immagini del Budda, dipinti e sculture e altre opere d'arte.

Campane di rame (periodo Chosŏn, 188 cm). Si noti la curiosa figurina del bambino che si sta arrampicando sul filo di ferro appeso alla testa del dragone.

Fra gli oggetti più rappresentativi contenuti in questa sala vi sono un dipinto di piattaforma di Sakyamuni del 1741 (305 x 372 cm), un dipinto del Tripitaka del 1665 (375,5 x 249,5 cm) e un tamburo con sostegno a forma di leone, del 18º secolo (174 cm).

Al primo piano vi sono la seconda e la terza sala di esposizione. La prima contiene dipinti buddisti, un luogo in cui, attraverso i tranquilli dipinti buddisti del tempo, si può capire qualcosa della vita e delle speranze della popolazione coreana del periodo Chosŏn. Fra i reperti più preziosi di questa sala vi sono i Nove livelli del paradiso, Simjŏgam del 1507 (180 x 192,5 cm), e un Bodhisattva Avalokitesvara con l'acqua e la luna, tesoro numero 1204, del 1730 (104 x 142 cm).

La terza sala contiene statue buddiste, del Budda e dei suoi discepoli. I reperti più rappresentativi fra quelli qui in mostra sono una statua del Budda Sakyamuni seduto e un tempietto votivo della triade del Bodhisattva Ksitigarbha, del 1689.

Il tempietto votivo della triade del Bodhisattva Ksitigarbha presenta una forma unica fra i tempietti votivi lignei che erano popolari nel 17º secolo in Corea

Vi è poi anche un'area esterna, all'aperto, in cui si possono ammirare pagode in pietra, stupa, brucia-incenso, figure di bambini e altri reperti in pietra che sono disposti tra fiori selvatici e alberi. Gli oggetti più rappresentativi dell'area di esposizione esterna sono una pagoda in pietra a tre piani e un'altra a sette piani.

La collezione del museo comprende ora circa 3.000 statue buddiste, dipinti buddisti, sculture e oggetti in ceramica. I reperti che sono stati designati in modo particolare sono il citato Bodhisattva Avalokitesvara con l'acqua e la luna, il dipinto del Budda col monte Ch'ŏngnyangsan (tesoro numero 1210) e un dipinto dei Tre Budda Amitaba (proprietà tangibile di Seul numero 123).

Il dipinto Bodhisattva Avalokitesvara con l'acqua e la luna è stato messo in mostra nel New York Metropolitan Museum of Art dal giugno 1998 al gennaio 1999 per commemorare l'apertura della sala coreana del museo.

Il “Bodhisattva Avalokitesvara con l'acqua e la luna” segue l'esempio dei molti dipinti di questo stile prodotti in Corea durante il periodo Koryŏ, e tuttavia presenta un'atmosfera tipica del successivo periodo Chosŏn

Nel maggio 2002 il museo tenne la “Prima mostra speciale di pitture buddiste del periodo Chosŏn”, selezionando con attenzione 23 dipinti fra quelli di sua proprietà per preparare uno spazio nel cuore della città dove i turisti coreani e stranieri potessero ammirare i dipinti buddisti del periodo Chosŏn (1392-1910).

Durante il periodo Koryŏ (918-1392) il Buddismo fu supportato sia dalla famiglia reale che dall'aristocrazia. In quel periodo furono creati dipinti buddisti che mostravano delicatezza e grazia. Nel successivo periodo Chosŏn, però, una politica favorevole al confucianesimo e contraria al buddismo permise al confucianesimo di diventare l'ideologia dominante. I dipinti buddisti di questo periodo sono perciò caratterizzati da semplicità e da un tono calmo e sottile in accordo col carattere del neo-confucianesimo, che propugnava la moralità e l'etica.

Questa mostra speciale, tenuta per commemorare la nascita del Budda, fu un'occasione per gettare nuova luce sui dipinti buddisti del periodo Chosŏn. Fu anche un'opportunità di conoscere quali fossero le speranze della popolazione coreana sofferente per le guerre e per la povertà e di approfondire le conoscenze sul buddismo di quel tempo, che era diventato parte integrante della vita della gente.

Nel 2003 fu anche completato il “Giardino del tè Yŏnam”, un giardino in stile tradizionale. Nel mese di luglio 2004 il tempio Anyang-am, che si trova a Changsin-dong, Chongno-gu a Seul, che ospita l'immagine del Budda della roccia Anyangam (proprietà culturale tangibile di Seul, numero 122), è stato aperto al pubblico come sezione distaccata del Museo dell'arte buddista. I visitatori possono così visitare il tempio e ammirare i reperti buddisti che si trovano nella sua area.


Basato su “The Museum of Korean Buddhist Art”, in Pictorial Korea, agosto 2004. Testo originale di Lee Eun-jung, fotografie di Cho Jae-hee. Ricerche bibliografiche e note a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo