Un’altra sfida di Park Young-seok
Al Polo Sud con un gatto delle nevi alimentato a cellule solari


C

he Park Young-seok sia un tipo determinato lo si è già visto in un precedente articolo. Da allora sono passati sei anni durante i quali lo scalatore sudcoreano ha continuato a conquistare primati. Nello scorso mese di gennaio 2011 ha raggiunto il Polo Sud con un gatto delle nevi ecologico, alimentato unicamente da cellule solari.


I pannelli solari stanno caricando le batterie del gatto delle nevi ecologico verso il Polo Sud

Questa è stata la terza volta che Park conquistava il Polo Sud. La volta precedente aveva stabilito il tempo più veloce nel raggiungere il polo, e lo aveva fatto con pochissimi viveri.

Dopo essere stato al polo per la seconda volta, cominciò a ideare una nuova sfida con un intento ecologico. «Sentiamo tutti dire che non si dovrebbero usare carburanti fossili e che la salute della Terra sta deteriorando, ma nessuno lo sente o lo vede più di chi scala le montagne», dice Park. «Gli scalatori vanno sulle più alte vette del mondo e ultimamente vedono che i ghiacciai si stanno sciogliendo e che la geografia sta cambiando. Questa è stata la mia terza spedizione al Polo Sud e ho notato che la condizione in cui si trova il Polo è la peggiore mai raggiunta. Si suppone che il Polo Sud abbia un clima arido, simile a quello di un deserto, ma quando noi ci siamo trovati là, nevicava ogni tre giorni. Raggiungendo il Polo Sud soltanto con l’aiuto del sole e del vento volevo mandare al mondo un messaggio sul riscaldamento globale.»

La prima cosa di cui Park aveva bisogno per la sua spedizione era un gatto delle nevi ecologico. Fece visita a tutte le aziende coreane produttrici di auto elettriche presentando loro le sue idee, ma non ricevette che un rifiuto dopo l’altro. Gli dicevano che, anche con l’impiego delle moderne tecnologie, era impossibile fare una batteria che fosse in grado di sopportare il rigido clima del Polo Sud. E così Park comprò un gatto delle nevi normale e lo modificò per creare il suo gatto delle nevi ecologico, che chiamò “ecomobile”. Lo svuotò, tolse tutto tranne la struttura, sostituì il motore a scoppio con uno elettrico e riempì lo spazio rimanente con batterie per cellule solari. Provò la sua macchina sui campi da sci e in ambienti refrigerati. Gli ci vollero otto mesi per completare il lavoro.

Nessuno si aspettava che Park riuscisse a raggiungere il Polo Sud senza emissioni di biossido di carbonio. Il personale dell’Antartic Logistics and Expeditions (ALE) gli garantì perfino che il suo sarebbe stato un fallimento.

Gli esploratori “verdi” partirono dal campo base il 19 dicembre 2010 e, lungo il cammino, andarono incontro a numerosi ostacoli imprevisti. «Il cambiamento del clima provocava frequenti nevicate che ostacolavano la ricarica delle nostre batterie mediante le cellule solari», dice Park. «Poi, quando finalmente le batterie erano cariche, i motori non funzionavano più bene. E, quando finivamo di sistemare i motori, era la volta delle cellule solari a darci dei problemi. Queste difficoltà si sono verificate perché non avevamo mai provato veramente il nostro ecomobile sul campo. A circa 100 chilometri dal polo, il tempo si volse al peggio, permettendo al gruppo di avanzare solo di 10 chilometri al giorno, con le batterie che dovevano essere ricaricate ogni 20 ore.»

Però, a dispetto degli ostacoli e degli elementi atmosferici contrari, il gruppo raggiunse il Polo Sud il 28 gennaio 2011, in 41 giorni di viaggio, combattendo contro le bufere di neve con un clima a 30 gradi sottozero. Questa impresa è stata compiuta nel centesimo anniversario della conquista del Polo Sud da parte di Roald Amundsen che lo raggiunse per primo nel 1911 con slitte trainate dai cani.


Tratto da “The Challenge isn’t Over”, in Korea, Aprile 2011. Testo di Seo Dong-cheol. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo