Partecipazione coreana alle
Olimpiadi di Atene 2004


I funzionari del Comitato Olimpico della Corea del Sud intendono raggiungere l'obiettivo di 13 medaglie d'oro, 10 medaglie d'argento e 13 medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Atene che si inaugurano oggi 13 agosto 2004. Il record di medaglie d'oro per la Corea del Sud è di 12, un record raggiunto alle Olimpiadi di Seul nel 1988 e duplicato alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. A Seul, nel 1988, la Corea era risultata quarta, ma era poi finita settima nel 1992 a Barcellona, ottava nel 1996 ad Atlanta e dodicesima a Sydney nel 2000. Per quanto riguarda le aspettative degli ori, i funzionari del KOC (Korea Olympic Commitee) puntano su tre medaglie nel taekwondo, due nel tiro con l'arco e due nella lotta, e almeno una nel badminton, nella scherma, nella ginnastica, nel judo, nel tiro con la carabina e nel tennis da tavolo.

Alcuni degli atleti sudcoreani che
partecipano alle Olimpiadi di Atene

Come incentivi per gli atleti olimpici, il governo ha stabilito dei premi mai offerti finora: 13.000 dollari in contanti per i vincitori di medaglie d'oro, 7.000 dollari per i vincitori di medaglie d'argento e 4.300 dollari per chi conquista una medaglia di bronzo. Inoltre ai vincitori di queste tre categorie sarà assegnata una pensione a vita di un milione di won al mese ($863) per l'oro, 450.000 won ($388) per l'argento e 350.000 won ($302) per il bronzo.

La delegazione sudcoreana è composta da 376 persone, 36 funzionari amministrativi e 340 atleti che gareggeranno in 24 dei 28 eventi olimpici.

In vista delle Olimpiadi di Atene, intanto, a Seul si è tenuta, dal 29 luglio al 10 agosto, una mostra in ricordo del maratoneta coreano Sohn Ki-chung che alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 fu il primo coreano nella storia a vincere una medaglia d'oro olimpica. Durante quella Olimpiade, quando Sohn Ki-chung tagliò per primo il traguardo dopo 2 ore, 29 minuti e 19 secondi, i coreani in patria furono estremamente contenti e orgogliosi per la vittoria di un loro compatriota.

Sohn Ki-chung in una vecchia foto
del 1936 vola verso il traguardo

Tuttavia, durante la premiazione Sohn sembrava essere in pena, invece che felice e trionfante. Questo perché era stato registrato ai Giochi Olimpici come membro della squadra nazionale giapponese. Ricordiamo che allora la Corea era sotto il governo coloniale giapponese che cercava in tutti i modi di far perdere ai coreani la propria identità nazionale. Sohn, ricevendo il premio, abbassò semplicemente il capo e restò muto.

Da quel momento Sohn divenne l'eroe maratoneta della Corea. E per più di 60 anni, prima della sua scomparsa nel 2002, l'atleta si dedicò allo sviluppo della maratona in Corea, partecipando a vari eventi sportivi.

Kim Koo (a destra), un sostenitore
dell'indipendenza coreana, e Sohn
(a sinistra, davanti al microfono) alla
celebrazione tenutasi nel decennale
della vittoria olimpica.

La mostra su questo grande atleta coreano è stata organizzata da Kang Hyung-koo, un pittore che è anche un ardente sostenitore di Sohn. Kang, che ora ha 50 anni, cominciò a raccogliere, già dall'età di 11 anni, tutto quello che riusciva a trovare sul maratoneta. I due si incontrarono nel 1996, in occasione della commemorazione del 60º anniversario della vittoria olimpica di Sohn, e da allora si frequentarono spesso. Sohn si stupiva che Kang avesse raccolto tanto materiale su di lui, addirittura delle fotografie che lui stesso non aveva mai visto. Questo spiega come mai, ora, la famiglia di Sohn abbia volentieri messo a disposizione i suoi oggetti per la mostra organizzata da Kang.


Tratto da “Athletes prepare for Athens” (testo di Kim Kyu-ho) e da “Breathing new life into Korean marathon hero” (testo di Shin Saeromi), in Korea Now, 24 luglio 2004. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: “Korea Now”.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo