Paolo Toffano
(e-mail: paolo.toffano@email.it)
Fotografie scattate nell'ottobre 2002


Una delle grandi porte ancora rimaste al giorno d'oggi, attraverso le quali si accedeva alla città alcuni secoli or sono. Le mura che le collegavano sono scomparse, o per lo meno io non le ho viste, ma grazie al cielo le porte ancora resistono. Siamo a Seoul, il traffico che si vede nell'immagine è quello delle 7 o 8 di sera.
Siamo a Seoul, la zona è quella di Dongdaemun. Questo posto, dove si trovano parecchi negozi e ristoranti è molto frequentato dai giovani e dai ragazzi. Vi sono infatti parecchi ristoranti a prezzi economici, dove si può mangiare coreano, ma anche cinese o italiano. Non mancano di certo le catene di bar o i fast food (che riportano spesso l'insegna, come in foto, in lingua coreana). Se visiterete Seoul, non potrete mancare di vedere questo posto, che rimane uno dei miei preferiti.
Siamo in un villaggio folk nei pressi di Seoul, forse si tratta di Yong-in. All'interno del villaggio ci sono un paio di rappresentazioni giornaliere di questo antichissimo gioco coreano. Le ragazze eseguono dei salti su questa tavola di legno, che le fa letteralmente volare. A guardarle si rimane veramente con il fiato in gola, sia per l'altezza dei salti che per la difficoltà delle evoluzioni (capriole e spaccate in aria). Nel gioco originale i salti non sono certo così alti, come quelli eseguiti da queste due ginnaste.
Qui è sempre Dongdaemun. Nell'immagine uno dei tanti carretti ambulanti che vendono cibo: lo snack tipico che si può assaggiare per strada è probabilmente quel pesce secco a forma di disco molto sottile, che si puo vedere nella parte centrale a sinistra della foto.
Questa è una delle viuzze del centro di Seoul, dove il turista può tuffarsi in un ristorantino alla mano, scegliendo il menu senza troppe difficoltà, grazie alle foto e alle descrizioni in inglese. L'insegna rotonda, a destra, indica una “sala per il canto”, dove la gente va per cantare. In primo piano l'autore delle foto.
I peperoncini e gli altri prodotti, in attesa di essere venduti a qualche passante dalla signora che si vede nella foto, rimangono ad essicare per terra.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo