Jongmyo Daeje, l’omaggio ai Re
di Emiliano Pennisi
emiliano0117@yahoo.it

La cerimonia del sacrificio in onore dei re del passato è già stata citata in altre pagine di questo sito, in particolare nella pagina Chongmyo taeje. Il resoconto di Pennisi che, come un inviato speciale, ha seguito la cerimonia sul posto, ci riporta al passato, con l’ausilio di un flashback letterario. Le fotografie sono state tutte scattate direttamente dall’autore dell’articolo, che ringraziamo.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



I funzionari statali nel cortile del palazzo Jongmyo

L

a Corea del Sud di oggi è un Paese all’avanguardia e proteso verso il futuro. Al giorno d’oggi, lontano dai tristi ricordi della guerra e della povertà, i coreani continuano la loro corsa verso la ricchezza e il benessere. Così, in nome di un progresso che sembra significare solo tecnologia e velocità, molte antiche usanze e molte tradizioni vanno sempre più svanendo nell’aria fresca del mattino che sfiora gli avveniristici grattacieli di Seul.


I funzionari, prostrati in un profondo inchino, onorano gli antichi re

Diventano figure evanescenti proprio come gli spiriti del vento e della montagna che le sciamane coreane invocavano un tempo per propiziare un buon raccolto, per curare una persona malata o per promettere a qualche madre preoccupata che la propria figlia avrebbe trovato un buon marito.

Non tutto però è andato perduto e a volte una semplice passeggiata nel cuore di Seul può condurci indietro nel tempo…

…Quella mattina, prima dell’alba, il re lasciò il suo palazzo dopo aver ricevuto il saluto delle guardie. Un funzionario gli rese omaggio portando il sigillo reale mentre egli saliva su un piccolo carro che lo avrebbe condotto poco lontano, laddove la carrozza reale lo stava aspettando.

Nella processione rituale il re avanza
circondato dalle sue guardie

I soldati della scorta si accostarono al re sollevando accanto a lui un parasole e un grande ventaglio. Altri soldati seguivano a cavallo il regale corteo così da fargli raggiungere in tutta sicurezza la sua destinazione.

Era un giorno speciale per il re, il giorno in cui si rinnovava la memoria dei suoi antenati e si invocava il loro spirito per garantire pace e prosperità alla dinastia Joseon e alla Corea.

Il sovrano in veste di gran sacerdote e i suoi funzionari in veste di officianti avevano trascorso una settimana a purificare il corpo e la mente mangiando cibi semplici, evitando di visitare i malati, di ascoltare musica e di firmare sentenze capitali.

Il corteo è giunto al palazzo Jongmyo.
Ora hanno inizio le cerimonie rituali.

Il corteo giunse all’interno del palazzo di Jeongmyo, fatto costruire nel 1394 da Taejo, il fondatore della dinastia Joseon e tra la folla il re arrivò nei pressi del grande padiglione che custodiva le tavole sacre su cui erano incisi i nomi dei suoi predecessori.

Ogni funzionario di corte occupò il proprio posto, due di essi si alzarono in piedi dinanzi alle sacre tavole e altri due iniziarono il rito offrendo del vino (ulchangju 울창주 鬱鬯) agli spiriti della terra in segno di saluto.

Le sacre tavole furono poste di fronte all’altare, e un profumatissimo incenso venne bruciato per compiacere gli spiriti del Cielo.

Con l’offerta del vino e l’incenso che si spandeva in ogni dove, una musica maestosa, accompagnata dal battere incessante dei tamburi conduceva il re e i suoi officianti all’incontro con gli spiriti. Una melodiosa canzone raccontava le gesta dei re del passato e il loro coraggio nel difendere dalle invasioni straniere la terra del Calmo Mattino.

Il re si inchina fino a terra prima di salire al tempio

Dopo aver offerto agli spiriti il sangue di una mucca, di una pecora e di un maiale, il panno che aveva avvolto questo sacrificio venne portato via e al suo posto giunsero i cibi. Ciò che rimase di questo rito venne bruciato con l’olio per compiacere quelle regali presenze.

La musica e i tamburi battenti accompagnarono il vino offerto agli antenati mentre uno degli officianti leggeva una preghiera di buon augurio per il re in carica e gli altri si inchinavano con deferenza in suo onore.

Gli officianti parteciparono al banchetto, mangiarono e bevvero insieme agli spiriti ricevendo la loro benedizione e per ringraziarli si inchinarono quattro volte dinanzi a loro.

Al termine dell’omaggio, con movimenti ritmati e al suono di danze rituali, i cibi e il vino vennero portati via e una cerimonia di saluto riapriva alle auguste presenze le porte delle loro dimore celesti.

L’orchestra di corte esegue musiche antiche. In
basso si nota uno strumento con campane, mentre
più in alto notiamo uno xilofono di pietra e altri
strumenti musicali (si veda la sezione Musica).

Tutti gli officianti si inchinarono nuovamente con lo sguardo rivolto alle sacre tavole dei re.

Una musica di una bellezza senza tempo accompagnò il commiato mentre le preghiere scritte venivano bruciate per assicurarsi il favore degli spiriti…

…All’improvviso il suono di una macchina della polizia mi riportò al presente. Ero in piedi, in mezzo a una folla curiosa e festante e aspettavo che il corteo del re passasse davanti a noi sulla centralissima strada di Jongno per poi entrare nel palazzo di Jongmyo.

Ancora oggi la suggestiva cerimonia del “Jongmyo Daeje” è ripetuta ogni anno grazie ai discendenti della famiglia reale Yi e di quegli officianti che secoli fa avevano il compito di tenere viva la memoria dei re coreani. Tutta la rappresentazione è di grande effetto e gli abiti originali, il suono degli strumenti musicali tradizionali danno davvero l’impressione di vivere anche solo per un giorno nella Corea del passato.


Altri personaggi in costume tradizionale seduti nell’ampio cortile

Ai nostri giorni il rito non prevede più il sacrificio di una mucca o di un maiale per ingraziarsi gli spiriti, ma i coreani del 2008 tengono molto lo stesso a rivolgersi a quelle silenziose e nobili presenze, per augurarsi che ogni nuovo anno dia sempre più pace e prosperità alla loro terra.

La cerimonia del “Jongmyo Daeje”, che si svolge a Seul nella prima domenica di maggio, è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2001.


Altre informazioni sul rito Jongmyo Daeje sono disponibili (in inglese) all’indirizzo: http://www.jongmyo.net/english_index.asp.

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© Valerio Anselmo