La cerimonia del sacrificio in onore dei re del passato è già stata citata in altre pagine di questo sito, in particolare nella pagina Chongmyo taeje. Il resoconto di Pennisi che, come un inviato speciale, ha seguito la cerimonia sul posto, ci riporta al passato, con l’ausilio di un flashback letterario. Le fotografie sono state tutte scattate direttamente dall’autore dell’articolo, che ringraziamo. | |||||
L a Corea del Sud di oggi è un Paese all’avanguardia e proteso verso il futuro. Al giorno d’oggi, lontano dai tristi ricordi della guerra e della povertà, i coreani continuano la loro corsa verso la ricchezza e il benessere. Così, in nome di un progresso che sembra significare solo tecnologia e velocità, molte antiche usanze e molte tradizioni vanno sempre più svanendo nell’aria fresca del mattino che sfiora gli avveniristici grattacieli di Seul.
Diventano figure evanescenti proprio come gli spiriti del vento e della montagna che le sciamane coreane invocavano un tempo per propiziare un buon raccolto, per curare una persona malata o per promettere a qualche madre preoccupata che la propria figlia avrebbe trovato un buon marito. Non tutto però è andato perduto e a volte una semplice passeggiata nel cuore di Seul può condurci indietro nel tempo… | |||||
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…All’improvviso il suono di una macchina della polizia mi riportò al presente. Ero in piedi, in mezzo a una folla curiosa e festante e aspettavo che il corteo del re passasse davanti a noi sulla centralissima strada di Jongno per poi entrare nel palazzo di Jongmyo. Ancora oggi la suggestiva cerimonia del “Jongmyo Daeje” è ripetuta ogni anno grazie ai discendenti della famiglia reale Yi e di quegli officianti che secoli fa avevano il compito di tenere viva la memoria dei re coreani. Tutta la rappresentazione è di grande effetto e gli abiti originali, il suono degli strumenti musicali tradizionali danno davvero l’impressione di vivere anche solo per un giorno nella Corea del passato.
Ai nostri giorni il rito non prevede più il sacrificio di una mucca o di un maiale per ingraziarsi gli spiriti, ma i coreani del 2008 tengono molto lo stesso a rivolgersi a quelle silenziose e nobili presenze, per augurarsi che ogni nuovo anno dia sempre più pace e prosperità alla loro terra. La cerimonia del “Jongmyo Daeje”, che si svolge a Seul nella prima domenica di maggio, è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2001. | |||||
Altre informazioni sul rito Jongmyo Daeje sono disponibili (in inglese) all’indirizzo: http://www.jongmyo.net/english_index.asp. |
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© Valerio Anselmo