I protocolli reali di Joseon

Si sa che i soldati che attaccano un paese non sono troppo colti o raffinati, ma che truppe francesi poco più di un secolo fa abbiano invaso un’isola coreana, saccheggiando un deposito di preziosissimi testi storici, distruggendone e bruciandone la maggior parte, provoca una sofferenza fisica anche solo a sentirne parlare, specialmente quando poi si riesce a vedere di quali capolavori si trattava. I pochi testi sopravvissuti alla distruzione totale e portati in Francia dagli invasori, formano oggi oggetto di una contesa tra la Francia e la Corea che sembra non vedere una soluzione troppo vicina, nonostante la parola di un presidente. Ce lo racconta un professore di storia dell’Università Konkuk.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Protocolli di investitura dei due figli del re Gojong (per la consultazione da parte del re)

A

partire dal giugno 2008 l’Amministrazione dei beni culturali della Corea ha presentato digitalizzate le registrazioni di palazzo della dinastia Joseon (1391-1910). Questi affascinanti file digitali coprono parte dei circa 300 volumi di registrazioni ufficiali degli eventi della corte dell’ultima monarchia della Corea, che sono attualmente conservati nella Biblioteca nazionale francese (Bibliotheque nationale de France).

I documenti di palazzo di Joseon furono portati via dagli archivi reali situati nell’isola di Ganghwa dalle truppe francesi che invasero l’isola nel 1866. Il fatto che questi documenti reali si trovino all’estero è stato un importante problema irrisolto fra la Corea e la Francia negli ultimi decenni.

Rapporti ufficiali sugli eventi statali

La dinastia Joseon ha mantenuto per tutti e cinque i secoli del suo dominio una sua peculiare tradizione di compilare rapporti dettagliati sui principali riti ed eventi statali tenuti nella casa reale. Questi resoconti erano di solito accompagnati da illustrazioni a colori. Erano prodotti per essere utilizzati dal trono e dagli uffici interessati come testi di riferimento per organizzare eventi simili. Per questo motivo venivano chiamati “uigwe” (의궤 ), letteralmente “protocolli esemplari”.


Protocolli della Sala Gyeongmo per il principe reale Jangheon (per la consultazione da parte del re)

Fra gli eventi registrati relativi allo stato e alla casa reale vi erano sposalizi di re, investiture di principi della corona, banchetti e funerali per membri della famiglia reale e la costruzione di padiglioni nel palazzo reale. Venivano effettuate registrazioni dettagliate dell’intera procedura di questi eventi e in seguito si istituiva un ufficio temporaneo per la compilazione delle registrazioni che erano trasformate in un rapporto completo.

Ciò che distingue questi rapporti rispetto ad altri resoconti è un forte impegno alla documentazione. I rapporti descrivevano completamente le procedure seguite per un certo evento ed elencavano tutti i partecipanti e la logistica, oltre alle merci avanzate, assicurando così piena trasparenza e apertura nella gestione dello stato.

Un’altra caratteristica prominente è la ricchezza del materiale visivo, fra cui primeggiano le illustrazioni e i diagrammi. La maggior parte dei rapporti erano in realtà dei fantastici libri illustrati che presentavano rappresentazioni realistiche di grandi processioni di funzionari di tutti i ranghi, oltre a disegni semplificati degli oggetti rituali e dei padiglioni. Le illustrazioni piene di colori offrono degli scorci vivaci delle circostanze in cui si svolgevano gli eventi, oltre all’equipaggiamento e agli oggetti usati, che non avrebbero potuto essere descritti in modo accurato solo a parole.

Protocolli del rito daesarye da parte del re Yeongjo. Il daesarye era un rito in cui il re lanciava una freccia dopo aver ossequiato i propri antenati.

(Il libro è stato qui ruotato di 90 gradi verso sinistra per far vedere le figurine disegnate che illustrano l’esatta disposizione delle persone e degli oggetti per la cerimonia. A destra si vede una grande bandiera gialla.)

I protocolli reali di Joseon sono ora sparsi in vari luoghi, come l’Istituto Kyujanggak di studi coreani presso l’Università nazionale di Seul, gli Archivi Jangseogak presso l’Accademia di studi coreani, l’Ufficio della Casa imperiale giapponese e la Biblioteca nazionale francese. Nel 2006 il governo coreano ha nominato le intere collezioni uigwe presso i due archivi nazionali coreani per l’iscrizione nel registro “Memorie del mondo” dell’UNESCO. Nel 2007 un totale di 2.940 volumi di 546 tipi diversi di protocolli reali conservati nell’Istituto Kyujanggak di studi coreani e 529 volumi di 287 tipi diversi conservati negli Archivi Jangseogak sono stati posti nell’elenco di “letteratura documentaria di notevole valore universale” dell’UNESCO.

Sofferenze patite dai documenti di palazzo

Come uno dei primi progetti dopo la sua accessione al trono nel 1776, il re Jeongjo, ventiduesimo monarca della dinastia Yi di Joseon, stabilì il Kyujanggak (규장각 ) come biblioteca reale e istituzione di palazzo per la ricerca accademica. Quando il Kyujanggak fu completamente sistemato nel palazzo Changdeok, ordinò la costruzione di un altro edificio dell’archivio reale nell’isola di Kanghwa, dove pensava che i preziosi libri e documenti del palazzo reale potessero essere preservati in un ambiente più sicuro. Nel secondo mese del 1782, sesto anno di regno di Jeongjo, il magistrato di Ganghwa riportava il completamento dell’archivio reale esterno, chiamato “Oekyujanggak”. Questo avveniva undici mesi dopo che il re ne aveva ordinata la costruzione.


Protocolli della cerimonia di matrimonio (per la conservazione negli archivi di stato)

Sotto il regno di Jeongjo la Corea (stato di Joseon) fece notevoli progressi culturali. Il Kyujanggak servì da bastione di ricerca e di pubblicazione accademica sotto la sua guida. Nel secolo successivo l’archivio reale a Ganghwa si radicò fermamente come una stanza dei tesori della cultura reale di Joseon, dove erano conservati in modo sistematico i profili personali e gli scritti dei re, le registrazioni ufficiali degli eventi di corte e i libri scritti da importanti autori. In particolare, i protocolli uigwe colà conservati erano copie speciali prodotte per essere consultate dai re.

Tuttavia gli archivi reali di Ganghwa andarono completamente persi quando una flottiglia francese invase l’isola nel 1866. Le truppe francesi si scontrarono con la feroce resistenza da parte dell’esercito di Joseon e si ritirarono, ma portatono via 19 casse di lingotti d’argento e di lussuose copie di protocolli reali prodotte in modo speciale per la consultazione da parte dei re. Fra gli altri possedimenti dell’archivio, i soldati francesi si accanirono nel saccheggio dei protocolli reali, probabilmente a causa del notevole valore dei bellissimi libri fatti di carta di prima qualità e rilegati con copertine di seta e ornamenti in bronzo.


In questa immagine e in quella che segue, protocolli del sacrario Jongmyo e del rituale Jongmyojerye (per la consultazione da parte del re)

Negoziati per il ritorno dei protocolli reali

La maggior parte dei 6.000 volumi conservati nell’archivio di Ganghwa furono bruciati. Solo circa 340 volumi dei protocolli reali uigwe e alcune mappe furono portate via dalle truppe francesi in ritirata. La maggior parte dei libri e dei documenti depredati sono ora conservati nella Biblioteca nazionale francese, ma classificati nella collezione cinese. Nel 1975 la dott.ssa Park Byeong-seon, una bibliotecaria coreana che lavorava per la biblioteca francese, si rese conto che questi erano documenti di palazzo coreani del periodo Joseon e fece un elenco di tutti i volumi uigwe presenti nella biblioteca. Grazie ai suoi sforzi, i preziosi cimeli della corte di Joseon divennero noti un secolo dopo che erano stati portati via dalla Corea.

I documenti reali coreani della Biblioteca nazionale francese attirarono di nuovo l’attenzione del pubblico nel 1993 quando il presidente francese François Mitterrand disse che il governo francese li avrebbe restituiti alla Corea. Mitterrand fece queste affermazioni durante una sua visita a Seul per promuovere il treno francese ad alta velocità TGV. La Francia vinse l’appalto, ma l’impegno preso dal suo leader resta ancora non rispettato con la scusa che non era stato discusso in via ufficiale. I due governi hanno avuto dopo di allora vari incontri di negoziato sul rimpatrio dei protocolli reali di Joseon, ma la conclusione è ancora lontana.

I due volumi dei protocolli reali uigwe portati dal presidente francese in visita suscitarono grande interesse per il loro stile regale di calligrafia e per le tecniche di legatura. Risulta che sono stati fatti di carta di qualità eccelsa e che per le illustrazioni sono stati usati pigmenti minerali e vegetali, il che ha contribuito alla loro perfetta conservazione.

Il governo coreano ha costantemente cercato di persuadere le autorità francesi a restituire i protocolli reali di Joseon. A partire dal 2001 il Ministro degli Esteri coreano ha condotto indagini sulle registrazioni conservate nella Biblioteca nazionale francese. Nel 2005 le due parti si sono accordate per produrre file digitali di 30 dei 297 volumi che sono in possesso del governo francese, le uniche copie che restano. I protocolli digitalizzati sono forniti attraverso il sito web dell’Amministrazione dei beni culturali della Corea.

I file digitali comprendono 30 copie esclusive della collezione francese, oltre alle copertine originali in seta di 12 volumi. Queste lussuose edizioni hanno copertine in seta verde e ornamenti in bronzo con l’emblema del crisantemo della casa reale di Joseon. I documenti digitalizzati comprendono anche 50 pagine tratte dai Protocolli dei riti matrimoniali del re Yeongjo e della regina Jeongsun (영조정순후가례도감의궤 ), che illustrano le grandiose cerimonie a cui partecipavano funzionari di tutti i ranghi e di tutte le estrazioni.

Le risplendenti ambientazioni delle cerimonie del palazzo reale rivivono perfino nei file digitali e comunicano con successo il principio senza compromessi della completa documentazione che era rispettato dalla burocrazia di Joseon. Questi file saranno fonti utilissime per la ricerca in una varietà di campi, fra cui la storia generale del periodo Joseon, la storia dell’arte, la storia dei costumi e la bibliografia. Dal momento che molti studiosi trovano che sono una cruciale fonte di conoscenza, sarà sempre più chiaro, all’interno e all’esterno della comunità accademica, a chi queste inestimabili opere appartengano e perché i documenti trafugati debbano essere restituiti al loro luogo di origine.


Tratto da “Royal Protocols of the Joseon Dynasty”, in Korea, Dicembre 2008. Testo di Shin Byeong-ji. Fotografie dell’Amministrazione dei beni culturali. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo