Il parco nazionale di Pukhansan (Bukhansan)

In questa pagina i nomi vengono trascritti secondo il sistema più noto internazionalmente, il McCune-Reischauer, ma tra parentesi viene anche fornita la romanizzazione adottata dal governo sudcoreano.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Gli escursionisti seguono una via ferrata che li porta in cima alla vetta Paegundae

I

l parco nazionale di Pukhansan (Bukhansan), situato a nord della parte centrale del fiume Han a Seul, è circondato da aree residenziali: se lo si guarda dal cielo, assomiglia a un'isola in mezzo all'abitato. Quest'isola, che è facilmente raggiungibile dalla maggior parte dei dieci milioni di abitanti di Seul, è il luogo in cui si possono fare esperienze interessanti che poi si ricordano per tutta la vita.

Pukhansan (북한산 ), il cui nome significa “grande monte del Nord”, è alto 836 metri ed è un'isola di verde che fa parte dello scenario quotidiano di Seul. La sua caratteristica più interessante è che chiunque può arrivare ai piedi di questa piccola montagna con estrema facilità.

Il territorio di 80 chilometri quadrati coperto da questo monte e da quello adiacente, il Tobongsan (도봉산 ) alto 717 metri, fu designato nel 1983 come parco nazionale. Da allora è stato elencato nel Guiness dei primati come il parco nazionale che ha avuto il più gran numero di visitatori per unità di superficie, e ciò è certamente dovuto alla sua posizione così inserita nella città di Seul. Proprio grazie alla sua accessibilità, il parco attira infatti una media di 5 milioni di visitatori all'anno.

Quando gli abitanti di Seul dicono: “Questa mattina sono andato in montagna”, o “Sono andato in montagna questo week-end”, la maggior parte di loro intende dire che sono stati al parco nazionale Pukhansan.


I fianchi della montagna visti da Ovest d'inverno si presentano scoscesi e accidentati

Dai piedi del monte partono vari sentieri e la montagna può essere raggiunta da più parti: per molti, che abitano nelle vicinanze, la montagna diventa così parte integrante della loro vita, tanto che, al mattino, prima di recarsi al lavoro, ne percorrono i sentieri per fare un po' di sport. Dall'inizio del sentiero al crinale ci vuole da un'ora a un'ora e mezza, e una gita con andata e ritorno a una delle cime richiede da tre a sei ore. Per salire su tutte le vette, invece, ci vogliono di solito da due a tre giorni.

Salendo su per i tranquilli sentieri dove abbondano cespugli e rampicanti, ci si può anche imbattere in ampie zone pianeggianti. I percorsi sono molto vari: talvolta si può incappare in scalinate di pietra naturale che facilitano la salita, mentre altrove si possono trovare dirupi rocciosi su cui è difficile salire senza afferrarsi al tronco di un albero. Per la maggior parte del tempo ci si addentra in boschetti di querce e di pini che formano una specie di foresta così densa da non lasciar passare la luce del sole e poi, di tanto in tanto, la vista si apre e si arriva a un'ampia roccia piatta dalla quale si può vedere tutta la città.

Si fatica nel salire su per i suoi sentieri battuti dal vento e tutto intorno si sente il rumore dell'acqua che sgorga in qualche anfratto. In effetti molta acqua pura e chiara scende nelle gole fra le rocce di granito.


I colori delle foglie autunnali lungo le pendici del monte Pukhansan

Se, nell'accorgersi di un movimento lì vicino, si alza lo sguardo, non è raro scorgere una tàmia o uno scoiattolo, anche lui intento a guardarvi sorpreso. A parte questi due tipi di animali, sulla montagna vivono una ventina di mammiferi, anfibi, rettili e uccelli, e si possono vedere spesso tracce di linci, tassi e donnole.

Questo parco nazionale è ricco di resti storici, fra cui spicca la fortezza di Pukhansansŏng, che risale in origine al periodo dei Tre Regni, circa 2000 anni fa.

Abbondano i grandi massi rocciosi dalle forme strane: qua e là si possono vedere rocce a cui la gente attribuisce forma di animale, un leone, un orso, una foca.

Sparsi per la montagna ci sono anche numerosi templi ed eremitaggi e spesso, alla biforcazione di un sentiero, si vedono segnali che guidano verso uno di questi luoghi sacri. La maggior parte di questi hanno fonti naturali perché in passato furono probabilmente costruiti proprio attorno alle sorgenti e sono quindi un buon posto per riposare e per dissetarsi con una bella bevuta di acqua fresca.


Della fortezza di Pukhansansŏng
restano circa 8 chilometri di muraglia
in condizioni piuttosto precarie

La vetta più alta del Pukhansan è il Paegundae (Baegundae) che raggiunge gli 836 metri. Le tre cime Paegundae, Insubong (a Est) e Mangyŏngdae (a Sud) sono note come “il triangolo montuoso” (samgaksan). Queste tre vette, un paradiso per gli scalatori, sono le più alte nella zona di Seul e offrono una vista stupenda su tutta la città. Quando gli scalatori raggiungono la vetta e lanciano un grido verso valle, il suono echeggia e si propaga attraverso il bosco ai loro piedi.

Il parco nazionale di Pukhansan fa parte integrante dello scenario di Seul. Questi picchi montuosi risultano visibili da qualunque zona elevata della città o da qualunque alto edificio della capitale e come tali entrano nella consapevolezza visiva delle persone che vi abitano.

Quando si va in giro in macchina, le montagne si possono vedere da molte parti della città come lampi di verde fra il grigio degli edifici di cemento o come riflesso sulla facciata di alcuni dei grattacieli più nuovi. In alcune case le montagne si vedono dalla finestra che le incornicia come se si trattasse di un quadro, proprio come se fosse una delle scene dipinte da tanti artisti in passato.

Questa visione in distanza varia a seconda delle ore del giorno. Alla mattina la scena assume un colore verde-blu scuro e poi, man mano che la giornata avanza e l'angolazione dei raggi del sole cambia, il colore e l'aspetto della montagna mutano di conseguenza. In un certo senso cambia anche l'impressione volumetrica dell'ammasso roccioso: verso le tre o le quattro del pomeriggio è il momento in cui le montagne sembrano più massicce.

La luce del sole che filtra attraverso gli alberi e le foglie trasforma la parte bassa della montagna nel colore puro e soffice dei giovani germogli di bambù, mentre i picchi rocciosi che si elevano al di sopra degli alberi mettono in mostra i propri colori staccandosi dal verde.


Scalatori esperti affrontano un
passaggio difficile a Insubong

Paegunbong, che significa “picco dalle nubi bianche”, si trasforma effettivamente in una massa di abbaglianti nuvole bianche. A mano a mano che il sole tramonta, le montagne diventano gradualmente più rosse, a cominciare dalle nuvole a ovest. Poi il colore si spande sulle rocce e infine sul bosco. A causa delle luci, la città non diventa mai completamente scura, per cui, anche nel cuore della notte si possono ancora intravedere il profilo e i contorni della montagna.

I cambiamenti di scena che si notano nel corso della giornata diventano ancor più marcati quando cambiano le stagioni. In primavera la montagna si trasforma in un mare di azalee rosa, quasi a competere in bellezza con i fiori di ciliegio bianchi e le forsythia gialle che fioriscono in tutta la città.

D'estate è di un verde scuro e vivido, mentre d'autunno è un fiammeggiare di rossi, gialli e altri colori autunnali: gli abitanti di Seul possono così gustare il calore della stagione autunnale anche senza muoversi dalla città. D'inverno, quando le strade della metropoli sono scivolose a causa della neve sciolta, i picchi della montagna sono ancora coperti di neve intatta, dal manto immacolato.

Per molti degli abitanti di Seul il parco nazionale di Pukhansan, con il suo scenario quotidiano che muta a seconda delle ore del giorno e delle stagioni, è anche associato a vari ricordi d'infanzia. Dall'asilo al liceo, la maggior parte della popolazione di Seul e dei dintorni ha dei ricordi delle gite scolastiche effettuate in questa zona. Il bosco, ben conservato, e i resti storici trasformano l'intero parco in una naturale area di studio ecologico, culturale e storico. Vi sono certi periodi dell'anno in cui le scuole elementari amano portarvi gli scolari in gita: in primavera e in autunno, il chiacchiericcio dei bambini ai piedi della montagna supera in volume il cinguettio degli uccelli.


Taedongmun, la porta orientale
della fortezza di Pukhansansŏng

Per quanto riguarda gli adulti, questi amano salire sulla montagna attirati soprattutto dal profumo dei fiori. Questi ricordi legati alla montagna si intrecciano nella vita di molte persone. Per i colleghi di lavoro, per le coppie sposate e per gli innamorati, la montagna offre uno spazio dove passar del tempo camminando insieme, mentre per le famiglie con bambini le valli e i corsi d'acqua forniscono un meraviglioso terreno di gioco. Per tutti, compresi i più anziani, è un luogo tranquillo per il riposo e la ricreazione, oltre che per l'esercizio fisico. Gli scalatori trovano nei picchi maestosi le migliori condizioni di arrampicata.

Di tanto in tanto nella mente di chi è vissuto a Seul affiorano ricordi legati al Pukhansan. Ricordi di quando ci si sedeva all'ombra degli alberi con i compagni di scuola consumando il pranzo al sacco, di quando, da bambini, si sono visti per la prima volta gli scoiattoli e le querce, di quella volta in cui ci si è seduti con la propria famiglia su un grande masso spazioso, o di tutte le volte in cui si sono percorsi i sentieri del bosco con la persona amata. Si può dire che quasi tutti gli abitanti di Seul abbiano dei piacevoli ricordi legati a questo parco.

Dal momento che si tratta di uno spazio pubblico e non privato, Pukhansan appartiene a tutti, ma allo stesso tempo offre angolini privati per ciascun individuo.


Basato su “Bukhansan National Park”, in Pictorial Korea, settembre 2002. Testo originale di Pak Mi-kyung, fotografie di Son Jae-sik e Lee Han-gu. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo