Argomenti compresi in questa pagina:Altre pagine di informazioni che hanno attinenza con l'argomento “Scienze” si possono raggiungere selezionando uno dei titoli seguenti.Antiche mappe medioevali coreane Incontri con l'astronomia coreana antica I caratteri metallici mobili della Corea La bussola e la rosa dei venti Orologi ad acqua e altro I misteri di un antico osservatorio astronomico Il segreto della durata della carta coreana hanji I dolmen coreani come mappe astronomiche? Il chup'an, l'abaco coreano Girando attorno alla stampa del Jikji Ryoo Ryong, da ragazzo di campagna a scienziato di classe mondiale U Jang-chun, genio della botanica Il più grande inventore del periodo Joseon Seok Ju-myeong: una vita dedicata allo studio delle farfalle della Corea Un gruppo di ricerca coreano scopre i segreti del DNA delle balene I flavonoidi possono diventare i nuovi antibiotici Una rivoluzionaria scoperta in biologia Una lingua per la matematica L'enigma di un ornitomimosauro gigante risolto da esperti coreani Sviluppata una memoria USB con l’estratto dell’esoscheletro dei granchi Un gruppo di ricerca sviluppa le prime batterie pieghevoli al mondo Il premio UNESCO Jikji si consegna il primo giorno della festa |
AstronomiaQuesta torre per osservazioni astronomiche, chiamata Ch'ŏmsŏngdae ( È costituita da 365 pietre, quanti sono i giorni dell'anno, e la base è formata da 12 pietre rettangolari, quanti sono i mesi. Ha una base quadrata sulla quale si erge la torre cilindrica con la punta rastremata. La base quadrata e le sezioni circolari della torre hanno un significato simbolico: rappresentano l'antica credenza popolare che il cielo fosse rotondo e la terra quadrata. Secondo quanto ci narrano i resoconti storici, gli osservatori si sdraiavano supini e guardavano gli oggetti celesti attraverso quattro cupole sistemate in un quadrato orientato verso i quattro punti cardinali (nord, sud, est e ovest). Gli astronomi studiavano le posizioni e il moto apparente dei corpi celesti, compilavano il calendario annuale e prevedevano fenomeni celesti come l'equinozio di primavera e d'autunno, il solstizio d'inverno e d'estate, e le eclissi solari e lunari. Gli antichi astronomi coreani osservavano anche le comete e le meteoriti, registrandone le apparizioni. L'apertura quadrata che si vede a metà altezza è rivolta a Sud e fu creata per permettere ai raggi del sole di toccare un certo punto sul pavimento all'equinozio di primavera e d'autunno e quando il sole attraversava il meridiano. La finestra era studiata in modo da non ammettere la luce del sole al solstizio d'estate. La torre serviva quindi anche a indicare in modo preciso il passaggio delle quattro stagioni. |
Stampa con caratteri mobiliForse pochi sanno che Gutenberg non fu il primo a stampare verso il 1450 un testo con caratteri mobili. In Corea la stampa con caratteri mobili ebbe infatti inizio già a partire dalla metà del tredicesimo secolo, probabilmente fra il 1232 e il 1241, almeno due secoli prima della sua introduzione in Europa, ma il metodo impiegato nei primi tempi (caratteri in terracotta, piuttosto fragili) cadde gradualmente in disuso e non fu ripreso che nell'anno 1392, quando i caratteri furono invece fabbricati in bronzo. Il lavoro cominciò ufficialmente nel 1403 quando il re Taejong fondò un istituto per la stampa dei documenti. Si vedano in particolare le pagine “I caratteri metallici mobili della Corea”, “A Verona un convegno sul Chikchi (Jikji)” e “Girando attorno alla stampa del Jikji”. |
Prima di allora per la stampa si intagliavano tavole di legno contenenti i testi e poi con queste tavole si stampavano le copie su carta. Naturalmente il legno è più fragile del metallo e con il tempo le parti più piccole delle lettere tendevano a deteriorarsi. Inoltre non si aveva la possibilità di modificare il testo spostando i caratteri, come invece si poté fare poi con i caratteri mobili. In figura il deposito delle tavole del canone buddista accatastate sugli scaffali. Le tavole di legno oggi più famose in Corea sono quelle conservate nel tempio Haein-sa, che contengono il canone buddista. Le oltre 80.000 tavole, che hanno quasi 800 anni di vita, sono ancora oggi perfettamente conservate nonostante tutte le guerre e le invasioni subite dal paese, e costituiscono un vero tesoro nazionale. Oggi il canone buddista Tripitaka Koreana può essere consultato anche in Internet all'indirizzo www.sutra.re.kr. Naturalmente è in coreano... |
Quadrante solareA destra una replica del 17º secolo del quadrante solare costruito sotto il regno del re Sejong (r. 1418-1450). Mostra l'ora e la stagione grazie alle incisioni presenti all'interno della coppa. |
PluviometroI coreani sono stati i primi al mondo a utilizzare il pluviometro in metallo. Questo strumento permette di misurare esattamente la quantità di pioggia caduta grazie a un recipiente cilindrico graduato. L'esemplare illustrato risale al 1770 e si basa su un prototipo sviluppato durante il regno del re Sejong (r. 1418-1450). Il pluviometro (cheug-ugi Nelle località provinciali erano installati pluviometri in porcellana o in ceramica con i quali si misurava la quantità di pioggia caduta e la si trasmetteva all'autorità centrale. Il pluviometro mostra come la meteorologia studiata su basi scientifiche abbia in Corea una lunga storia. |
Orologio ad acquaAnche della misura del tempo si occuparono attivamente gli scienziati del 15º secolo sotto la guida del re saggio Sejong (r. 1418-1450). L'esattezza delle misurazioni era importante per la divinazione che, unita all'astronomia, si pensava che permettesse di fare previsioni sugli avvenimenti futuri. Gli orologi di allora erano di due tipi: orologi solari, come il quadrante solare illustrato sopra, e orologi ad acqua. Mentre gli orologi solari fornivano l'ora corretta secondo le stagioni, ma non erano così precisi per i piccoli intervalli di tempo (gli attuali minuti e secondi) e per di più funzionavano soltanto quando c'era il sole, gli orologi ad acqua erano molto precisi per i piccoli intervalli di tempo e funzionavano sia di giorno che di notte. L'esemplare di orologio ad acqua illustrato a destra è la replica di un modello dell'epoca del re Sejong e si trova vicino alla tomba del grande re, a Yŏngnŭng. |
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© Valerio Anselmo