Una camminata nostalgica attorno a Seochon
(seconda parte)

prima parte

Questa camminata nel distretto di Seochon a Seul viene descritta dall’articolista Kim Yoo-kyung in un modo molto soggettivo, con pennellate di colore che a volte sembrano slegate fra loro. Nel complesso se ne ricava una visione piuttosto frammentaria dell’ambiente attuale. I richiami al passato servono soprattutto a ricordare i tempi andati per chi conosca bene la storia della Corea e la recente rapida occidentalizzazione, con perdita dei valori tradizionali, della città di Seul.
L’articolo, troppo lungo per una sola pagina, è stato diviso in due parti. Questa è la seconda parte.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


Sajikdan: il sito dei rituali statali

S

i dice che il famoso calligrafo Kim Jeong-hui (김정희 1786-1856) due secoli fa vivesse a Seochon, abbastanza vicino al pino bianco. È noto che faceva frequenti visite alle case dei suoi amici ai margini del villaggio. Ora ci vogliono circa 15 minuti per recarsi a Sajik-dong da Hyojaro, attraverso la strada di Jahamunno. Qui è dove si trova Sajikdan, l’altare delle divinità della terra e delle granaglie. In accordo con la filosofia dominante di Joseon, gli altari delle divinità erano situati a occidente del palazzo principale, giustapposti al Jongmyo, il sacrario ancestrale reale, che si trovava a oriente. Ancora oggi su quegli altari si tengono ogni autunno degli elaborati rituali.


Una scena del rito per le divinità della terra e delle granaglie tenuto nel settembre 2011.
Il rito che si tiene ogni anno nella terza domenica di settembre è stato incluso nell’elenco
delle proprietà culturali intangibili della Corea.

Sajikdan è formato da due altari di terra, uno per la divinità della terra (chiamato Sadan 사단 ) e l’altro per la divinità delle granaglie (chiamato Jikdan 직단 ). Gli altari quadrati, fatti di terra compatta e racchiusi da due strati di muri su tutti e quattro i lati sono associati a una forma primitiva di religione, invece che al confucianesimo, l’ideologia dominante a Joseon. Le tavolette degli spiriti (sinwi 신위 ) delle due divinità, quella della terra (태사 ) e quella delle granaglie (태직 ), sono venerate in un edificio a parte, ma l’altare per la divinità della terra comprende un monumento di pietra che assomiglia a una tavoletta degli spiriti inserita nel terreno. La snella pietra di granito è quadrata alla base (a simboleggiare la terra) e rotonda in cima (a simboleggiare il cielo). Anche se avevo sentito di antiche visioni dell’universo, è stato un arricchimento vedere un oggetto rituale che manifesta concretamente questa filosofia.


La pietra che spunta dal terreno dell’altare dedicato alla terra.

Quando il re Jeongjo (r. 1776-1800) visitò gli altari, chiese al funzionario in carica: «Che cos’è quella pietra laggiù sull’altare?» Il funzionario rispose: «Il manuale dei cinque riti statali (gukjo oryeui 국조오례의 ) prescrive che vicino alla divinità della terra sia posto un pilastro di pietra (석주 ). Così la pietra è stata posta sull’altare per ottemperare a quella norma.» La pietra aveva suscitato la curiosità dei visitatori, fra cui quella dello stesso re.

Il retaggio degli artisti residenti

La ricca storia di Seochon non si può apprezzare completamente senza parlare degli artisti del monte Inwang. I corsi d’acqua che hanno origine nella montagna trovano la loro strada serpeggiando attraverso pittoresche vallate. La magnificenza di questa bellezza scenica ha attirato molti artisti che sono venuti a esplorare, dipingere e scrivere poesie sul paesaggio, e perfino a costruire case vicino ai loro luoghi preferiti. Per esempio, Jeong Seon (정선 鄭敾 1676-1759), un famoso pittore di paesaggi, dipinse "Dopo la pioggia sul monte Inwang", illustrando un picco montano torreggiante velato dalla nebbia. Alla base del picco, si trova annidata fra gli alberi una casa che alcuni dicono che fosse l’abitazione dello scrittore Yi Byeong-yeon (이병연 ), amico da una vita dell’artista.

La scena illustrata nel dipinto rappresenta la vita degli artisti che si stabilirono a Seochon e l’ambiente naturale che li ispirò. Il massiccio tondeggiante che si vede nel dipinto è ancora sul posto, facilmente visibile da parte di chiunque passeggi lungo la strada di Jahamunno. L’unica differenza è che la strada è ora fiancheggiata da edifici stretti gli uni agli altri invece della graziosa casa solitaria del dipinto. Verso la fine del diciottesimo secolo i residenti di Seochon delle classi medie chiesero che il governo abolisse le restrizioni che avevano impedito loro di essere nominati a posizioni governative di alto livello. Dopo aver ottenuto in una certa misura un successo, il loro contributo nelle aree della medicina, delle traduzioni, dell’arte e nel campo tecnico ha giocato un ruolo chiave nel far avanzare la modernizzazione della Corea.


Una passegiata nel parco Cheongun sul monte Inwang.

Dal ponte Girin (기린교 麒麟) in cima a Ogin-dong (옥인동 ), lungo la base del monte Inwang, ho potuto immaginare come i poeti e gli artisti potessero essere ispirati da questo mirabile scenario. Si dice che il principe Anpyeong (1418-1453), un esperto scrittore e calligrafo, abbia preso residenza in questo quartiere. Il ponte Girin compare anche in un’altra pittura di paesaggio di Jeong Seon, intitolata "Suseong-dong" (수성동 ), il precedente nome di Ogin-dong. Molti altri personaggi importanti di Joseon hanno abitato in quest’area, fra cui la famiglia originaria dell’imperatrice Yun e il principe reggente Heungseon, anche se oggi rimangono solo più i siti dove si trovavano quelle abitazioni. Più di recente Seonungak (선운각 ), un ristorante coreano di classe, che un tempo si trovava qui, è servito come luogo di ritrovo per vari eventi politici e storici per decenni a partire dagli anni 1960. Nel passato più recente, Seochon è stata la casa di vari personaggi famosi. Nel 1920 Yi Beom-seung (이범승 1887-1976), un leader politico, ha istituito la prima biblioteca privata a Jongno-gu, che si è poi sviluppata nell’attuale Biblioteca municipale Jongno a Sajik-dong. In riconoscimento del suo contributo, nella biblioteca è stato posto un busto commemorativo di Yi.

L'Ufficio distrettuale di Jongno ha creato la "collina dei poeti" all’interno del parco Cheongun (청운 ) sul monte Inwang, vicino alla casa del poeta Yun Dong-ju (윤동주 ) a Nusang-dong. Si dice che la collina sia dove il poeta "andava a fare una passeggiata per contemplare i suoi pensieri poetici". Vicino alla collina c’è un monumento intitolato “Una roccia che è rotolata giù dal monte Inwang”, con una struttura di acciaio nella forma di un masso tondeggiante. Costruito nel 2007 da tre architetti, i visitatori sono incoraggiati a riempire la struttura con pietre prese dalla montagna. Nei pressi di Pirundaero (필운대로 ), la strada che si trova più vicina al monte Inwang, sono comparsi in gran numero dei negozietti, mentre file di abitazioni sono state costruite accanto ai percorsi che portano alla montagna.

Assieme al negozio di un macellaio, a un magazzino di hardware, una drogheria, un supermercato, una cartoleria, una birreria e altri esercizi commerciali, c’è una piccola casa con i tetti di tegole con una delle sue stanze che si apre verso il viale. Nella stanzetta, che non supera i 6 metri quadrati, una donna di trent’anni di nome Ju Eui-mi vende oggetti di piccolo artigianato in tessuto e vari capi di vestiario fatti a mano. Mi dice: “È divertente lavorare in questa zona, facendo e vendendo le mie cose in questo negozietto.” Vicino al suo negozio si trova una vecchia libreria. Un ragazzo passa lì davanti con un cappello da compleanno decorato da un fiore, chiaramente fatto a mano. Dal negozio del macellaio si affaccia sulla porta per prendere una boccata d’aria un giovane con una decina di orecchini.

Mercati tradizionali

A Seochon ci sono due mercati tradizionali. Il mercato di Tongin ha un aspetto piuttosto moderno, con chioschi su una superficie pavimentata. Di recente degli studenti d’arte hanno svolto un progetto di installazione artistica nel mercato, decorando ciascun chiosco con un tema in relazione con le merci che vi si vendono. Al mercato, per la prima volta da molto tempo, ho notato un vecchio arrotino che come mestiere affila i coltelli. Al mercato di Ogin, invece, il suolo è di terra battuta. Una donna anziana vende dei tteokbokki (떡볶이 focaccine di riso con una salsa piccante o con salsa di soia) da un banchetto all’aria aperta con una sola stufa e poche casse. Ha continuato a vendere il suo cibo tradizionale da questo stesso luogo fin da quando era giovane. Fra i suoi clienti, l’uomo che arriva con le sue figlie a comprare dei tteokbokki con salsa di soia è un professore universitario che abita a Changseong-dong (창성동 ), dall’altra parte della strada. Ora, che siamo verso il crepuscolo, un gruppo di uomini entra in un’osteria per una serata allegra.

Piccoli autobus vanno e vengono nei viali, caricando e scaricando passeggeri. A differenza di molti distretti commerciali di Seul, Seochon non si svuota di notte. I residenti hanno uno speciale attaccamento per il loro quartiere e, una volta che si sono sistemati, la maggior parte di loro ci resta per più di vent’anni. A Chebu-dong (체부동 ), fra la concentrazione di case coreane tradizionali c’è una casa in stile occidentale che deve essere stata costruita da un architetto. Ci vive una coppia di anziani che usano solo il pianterreno di questa grande casa. Un certo numero di vasi da fiori ben curati riflette la vita quotidiana di questa tranquilla casa all’angolo di Seochon.


Tratto da “A Nostalgic Stroll around Seochon”, in Koreana, vol. 25, n. 4, Inverno 2001. Testo di Kim Yoo-kyung. Fotografie di Suh Heun-gang, Ahn Hong-beom, Lee Sun-hee. Note linguistiche e caratteri cinesi dell’autore del sito. L’articolo viene pubblicato in due puntate. Questa è la seconda delle due parti. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull’intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo