La natura nella terra di nessuno
(La zona smilitarizzata fra le due Coree)

Qualche settimana fa abbiamo annunciato l’apertura di un percorso di trekking lungo il confine con la Corea del Nord. Ancora sullo stesso tema, questo articolo parla ora dello sviluppo della fauna e della flora in quell’area in cui quasi nessun essere umano è transitato per circa sessant’anni.



Nella zona smilitarizzata vivono caprioli selvatici
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er circa 60 anni la zona smilitarizzata posta fra il Nord e il Sud è stata un forte simbolo dell’effettiva divisione della Corea, con praticamente nessuno che attraversasse questa striscia di terra che separa in due parti la penisola coreana. Ma la quasi completa assenza di esseri umani per un periodo così lungo nella zona ha avuto un interessante effetto secondario: il risultato è quello di una riserva naturale dove alcune delle specie più belle e in pericolo di estinzione vivono e fioriscono.

Con il cessate il fuoco del 1953 che ha fermato la Guerra di Corea, la penisola coreana fu divisa da una Linea di demarcazione militare lunga 248 chilometri. L’area che si estende per 2 chilometri a nord e a sud della linea di demarcazione militare fu designata come Zona smilitarizzata (De-Militarized Zone, o DMZ) e, molto rapidamente, quel territorio che si estende su 907 km² fu svuotato di tutti gli abitanti umani.

Oggi siamo nel 2010 e, cinquantasette anni più tardi, sui bordi settentrionali e meridionali di quella zona rimangono ancora i resti di filo spinato e personale militare armato ancora si confronta attraverso l’ultima frontiera della guerra fredda del mondo. Ma, mentre le persone non possono entrare nella terra che separa le due Coree, la natura ha ignorato le disposizioni dell’armistizio. Nel corso di sei decenni la vita selvatica è tornata in massa a creare quella che è certamente la più originaria area naturale che si possa trovare nella penisola.


Un elmetto arrugginito e un barriera di filo spinato raccontano la storia della guerra

All’interno dell’area della zona smilitarizzata e della Linea di controllo dei civili (Civilian Control Line), al di là della quale non è ammesso alcun civile, vivono un terzo delle 2.900 specie di piante della Corea, la metà delle sue 70 specie di mammiferi, e un quinto delle 320 specie di uccelli. In quest’area si possono trovare sedici specie di animali definiti “monumenti naturali” e almeno 67 specie in via d’estinzione. Con risorse come queste, la zona smilitarizzata ha il potenziale per essere una delle grandi destinazioni per il turismo ecologico. E, siccome le relazioni con il Nord si sono a intermittenza sgelate nell’ultimo decennio o giù di lì, nella Linea di controllo dei civili hanno cominciato ad apparire delle fessure che hanno offerto delle opportunità senza precedenti di avvicinarsi un po’ di più a quest’area di natura incontaminata.

Le aree vicine alla zona smilitarizzata – compresi Gimpo, Paju e Yeoncheon nella regione Gyeonggi-do e Cheorwon e Goseong nella regione Gangwon-do – sono tutte destinazioni di turismo ecologico. Però gli esperti considerano come la migliore la zona di Yanggu nella regione Gangwon-do. All’interno della sua bella area, i visitatori possono trovare fino a 100 specie di piante rare, possono scoprire la valle Dutayeon Gyegok abitata dal pesce lenok, e l’osservatorio Eulji, dal quale il Nord rivela alcuni dei suoi segreti.

Scoprire Yanggu

Abbiamo visitato Yanggu in una calda e soleggiata giornata di primavera. Perfino i freddi venti avevano già lasciato questo terreno montuoso e i picchi e i campi erano ammantati da una coperta di verde fresco. Dopo essere passati in vari tunnel, arriviamo a Yanggu. Le montagne circondano il villaggio come paraventi pieghevoli, nelle risaie in distanza si sta trapiantando il riso e le case sono piccole e graziose. Se non fosse per i soldati e i veicoli militari, questo villaggio non sarebbe diverso da qualunque altro villaggio della regione Gangwon-do.


Una visione affascinante della bellezza naturale della zona, turbata da un cartello di avviso della presenza di mine.

Come ci si avvia a nord lungo i sentieri montani, le tracce umane diventano man mano più scarse, tranne che per la persistente presenza dei militari. Dopo aver camminato per un trenta minuti dall’ufficio della contea di Yanggu-eup, arriviamo a un posto di controllo militare con guardie armate. Per 50 anni dopo la Guerra di Corea, questo fu il punto oltre il quale i civili non potevano andare. Ma, a partire dal giugno del 2006, questa sezione della Linea di controllo dei civili è stata aperta al pubblico.

L’area viene chiamata Dutayeon e prende il nome da un vicino tempio chiamato Dutasa. Il tempio prende il nome dal termine buddista Duta, che indica il confine fra questa e l’altra vita. Il percorso Dutayeon serpeggia attorno a uno stagno e offre una magnifica introduzione alla natura incontaminata per cui quest’area è così rinomata. In una bella giornata i visitatori possono dare una sbirciatina a un cervo o ammirare i bei fiori della campanula di Geumgang (Hanabusaya asiatica). Ma le tracce della guerra non sono mai troppo lontane. Si possono notare segni della rimozione di mine antiuomo. Occasionalmente vi potete imbattere in bossoli della grandezza di una coscia d’uomo o in elmetti pieni di fori di pallottole. Tutte queste sono reminiscenze silenziose, ma potenti, della preziosità della pace.

Puntando a nord, verso l’osservatorio di Eulji, ci si imbatte in certe caratteristiche geografiche strane. I monti si uniscono in cerchio e i fianchi della montagna scendono dolcemente verso il basso a formare un bacino. Quest’area, nota come Yanggu-gun Haean-myeon, è stato il luogo in cui si svolse la “battaglia della cresta insanguinata”, uno scontro particolarmente cruento che ebbe luogo durante la guerra. Salendo sulla montagna per avere una visuale migliore del luogo dello scontro, un corrispondente americano scrisse che l’area assomigliava a una ciotola di ponce, che lui amava bere quando si trovava negli Stati Uniti, e da quel momento in poi la zona divenne nota come “Ciotola di ponce” (Punch Bowl). Alcuni dicono che questa stranezza topografica era prima un grande lago, mentre altri sostengono che fu formata da un meteorite che colpì l’area 10 milioni di anni fa. Qualunque sia la sua origine, la vista della “Ciotola di ponce” dall'osservatorio Eulji, a 1049 metri sul livello del mare, è davvero spettacolare.


Il tunnel sotterraneo numero 4, costruito dal Nord per scopi militari

Lo scenario che si scorge dall'osservatorio rivela la realtà di uno degli ultimi paesi divisi del mondo. Lungo le montagne della regione Gangwon-do corrono barriere di filo spinato, che permettono solo agli uccelli di passare attraverso la zona smilitarizzata. In una giornata serena si può scorgere in lontananza il famoso monte Geumgangsan, con la più vicina postazione militare nordcoreana ad appena 700 metri di distanza. Sotto l’osservatorio Eulji si trova un altro punto chiave: il “tunnel sotterraneo numero 4”. Anche se il Nord nega qualunque responsabilità per la costruzione del tunnel, questo fu in effetti costruito dai militari del Nord come mezzo per intraprendere operazioni nella Corea del Sud. A breve distanza all’interno del tunnel i visitatori possono prendere un comodo treno elettrico con pareti di vetro e 17 posti a sedere per vedere da seduti il tunnel.

Il monte Daeamsan, situato a sud della “Ciotola di ponce”, è uno scrigno di piante e vegetazione rara. Per poter entrare è necessario avere un permesso speciale da parte dei militari. Daeamsan è il luogo natio di varie specie di fiori che si trovano solo in questa regione. Daeamsan Yongneup è anche l’habitat di insetti rari, come la cavalletta Chammildeuri. L’intera area di Daeamsan Yongneup è stata designata Monumento naturale della Corea.

Nella zona

Con la crescente popolarità dell’ecoturismo, la zona smilitarizzata e le aree circostanti stanno generando un interesse sempre maggiore da parte dei visitatori. La regione Gyeonggi-do propone dei programmi di giri turistici attorno all’area, di cui si è già parlato in precedenza. Questi percorsi comprendono anche un tratto di 14 chilometri a Paju da percorrere in bicicletta. Il governo sudcoreano, in accordo con le autorità locali, ha anche annunciato la propria intenzione di sviluppare la regione della zona smilitarizzata (DMZ). I piani includono la “traversata della DMZ in bicicletta” dall’estremità occidentale a Ganghwa fino all’estremità orientale a Goseong, e la trasformazione di dieci villaggi che si trovano all’interno della Linea di controllo dei civili in “villaggi di turismo culturale”. Inoltre, il governo sta progettando l’istituzione di Centri di osservazione ecologica, dove i visitatori potranno ammirare una vita selvatica unica attraverso televisori, telecamere ed eco-mappe. Si stanno anche facendo piani per semplificare il procedimento di ingresso nella Linea di controllo dei civili. Anche se esistono molti problemi per lo sviluppo dell’area DMZ, le sue meraviglie naturali e la sua posizione particolare le forniscono un enorme potenziale come destinazione ecoturistica.


Tratto da “Nature in No Man’s Land”, in Korea, Giugno 2010. Testo originale di Seo Dong-cheol, fotografie di Park Jeong-roh. Il Korea Culture and Information Service, si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo