![]() Una delle rare fotografie di Umberto Seregni L a notizia della scomparsa di Umberto Seregni, avvenuta il 12 gennaio 2009, ha colpito profondamente tutti quelli che lo conoscevano e in particolar modo la Comunità coreana del Nord Italia che aveva trovato in lui un validissimo appoggio e uno sponsor sempre pronto ad aiutare. Ho conosciuto Seregni nove anni fa, quando lui era stato nominato Console onorario della Repubblica di Corea per l’Italia Settentrionale (gennaio 2000) e io avevo da poco iniziato questo sito sulla Corea. Andai a trovarlo nell’ufficio del consolato che allora era in centro a Milano. Subito ebbi modo di capire che si trattava di una persona con una grandissima voglia di fare, ricca di idee e di suggerimenti per far sviluppare questo mio sito soprattutto per i coreani che erano presenti nel nostro paese. In fin dei conti, lui era un esperto in comunicazioni di massa e aveva avuto un grande successo come stampatore. Da allora è sorta fra noi un’amicizia, rinnovata dai vari incontri in occasione di concerti, riunioni, banchetti da lui offerti alla comunità coreana di Milano che mi aveva “adottato” come se fossi anch’io uno di loro. Era un simpatico parlatore e, anche se di tempo ne aveva pochissimo, trovava sempre il modo di fare due chiacchiere, di essere gentile. Una volta, al ritorno da una di queste riunioni, si offrì di accompagnarmi a casa in macchina e, durante il percorso, parlammo di musica. |
![]() Seregni (a sinistra) che si cimenta con un forzutissimo coreano in un incontro a braccio di ferro Era un musicofilo appassionato, buon pianista e organista. Dove trovasse il tempo per fare tutto questo è difficile dirlo, dal momento che aveva imprese in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, dal Portogallo alla Corea, ed era sempre in giro per affari. Però, se era necessario, da qualunque parte del mondo si trovasse prendeva un aereo e tornava a Milano per partecipare a una manifestazione della comunità coreana. Amava anche prender parte alle giornate sportive della comunità coreana di Milano. Io mi limitavo ad andare allo stadio in bicicletta, ma lui si cimentava anche in alcune gare. La foto qui a sinistra l’ho scattata il 2 giugno 2006 al campo sportivo Giuriati. Vi si vede un sessantacinquenne Seregni impegnato in una impari gara di “braccio di ferro” con uno dei più forzuti fra gli atleti coreani, un giovane che aveva almeno trent’anni meno di lui (come scherzosamente protestò subito Seregni, non appena quello lo ebbe battuto). È un piacere ricordarlo in quei momenti di distensione e di simpatia. Purtroppo la nostra vita è fragile e a noi, fruitori e contemporaneamente vittime dell’inesorabile scorrere del tempo, non resta che ricordare chi ci lascia per primo, soprattutto se è più giovane. Seregni aveva sei anni meno di me e se ne è andato all’età di 67 anni. Il dolore che la sua scomparsa provoca è quello di non poterlo più sentire, di aver perso un punto di riferimento importante, una persona che, nonostante tutte le sue preoccupazioni, sapeva ascoltare e fare suoi i problemi degli altri, offrendo sempre la sua amicizia, i suoi consigli e il suo appoggio. |
Per un ricordo particolarmente interessante di Umberto Seregni, vedere http://ecopolfinanza.blogspot.com/2009/01/umberto-seregni.html di Marshall |
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© Valerio Anselmo