Popolazione

Usi e costumi

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


Argomenti compresi in questa pagina:
Altre pagine di informazioni che hanno attinenza con l'argomento “Usi e costumi” si possono raggiungere selezionando uno dei titoli seguenti.

Giochi e passatempi
Panoramica dei passatempi tradizionali più comuni dei coreani

Di che anno sei?
Usanze e tradizioni di capodanno. Calendario lunare e zodiaco.

Capodanno lunare
Riti, cucina, giochi, regali in occasione del capodanno lunare.

Abiti trapuntati
I tradizionali abiti trapuntati coreani

I coreani amano il bianco
I vestiti bianchi, tradizionali, riflettono interessi simbolici e pratici

Gli abiti da lavoro di Cheju-do
Nell'isola di Cheju-do si usano abiti da lavoro tipici: i “karot”.

Riti per la pioggia
Riti e preghiere per sconfiggere la siccità

I riti legati alla festa di Chusŏk
Cerimonie ancestrali in occasione della festività della luna del raccolto

Sottae: i pali degli spiriti
I pali degli spiriti nei villaggi di campagna

Sposati da 83 anni
La coppia sposata più anziana della Corea ci insegna qualcosa.

Orticoltura da week-end
Un ritorno alla natura per gli abitanti delle grandi città, specialmente a Seul.

La cultura e la cerimonia del tè
Storia e tradizione della cerimonia del tè in Corea.

Una casa da tè tradizionale
A Seul esiste una casa da tè in cui si serve il tè alla maniera antica.

Il fascino dell'ondol, il pavimento riscaldato
Storia del pavimento delle case coreane e sua relazione con la vita dei coreani.

Hanji: la carta tradizionale della Corea
La carta tradizionale coreana si usa nella costruzione delle case e per mille altri oggetti.

Come si conta alla coreana
Teoria ed esercizi per imparare a contare alla coreana (base 10.000)

Proverbi
Un distillato di saggezza che ci fa capire meglio il modo di pensare dei coreani.

Buone maniere
Una breve panoramica delle abitudini e del buon comportamento secondo l'etichetta coreana.

I coreani e i fiori
Il rapporto di lunga data tra la popolazione coreana e i fiori.

Fuochi per l'anno nuovo
Tradizioni per la notte della prima luna piena dell'anno nuovo (lunare).

La cerimonia del tè
La riscoperta di un'antica tradizione coreana.

Ondol: il riscaldamento tipico delle case
Uno studio sul sistema di riscaldamento tradizionale delle case coreane.

2005: anno del gallo
Curiosità e tradizioni legate a questo simbolo dello zodiaco estremo-orientale.

Aquiloni
Storia e usanze di un bel gioco che in Corea si fa specialmente all'inizio dell'anno lunare.

L'abbigliamento tradizionale per il matrimonio nel periodo Chosŏn
Viene spiegato in dettaglio quali fossero gli abiti indossati dagli sposi per la cerimonia durante il periodo Chosŏn (1392-1910).

T'ojŏng Pigyŏl, il libro degli indovini coreani
Per predire il futuro gli indovini coreani si basano sui trigrammi del taoismo cinese e consultano un libro scritto cinquecento anni fa.

Una scuola di buone maniere
La rapida industrializzazione ha fatto dimenticare ai coreani le usanze tradizionali. Ora una "scuola di buone maniere" vi pone rimedio.

Chukpuin, ovvero la moglie di bambù
Fino a qualche decennio fa nei soffocanti mesi estivi i coreani usavano dormire abbracciati a un curioso strumento che li aiutava a prender sonno.

Il pino, simbolo tradizionale di forza e di vita
Che cosa significa per i coreani quest'albero, che è entrato non solo nell'arte, ma nella stessa vita pratica del popolo.

Hwaro: il braciere
Ormai caduto in disuso, il braciere, che fino agli anni 1960 serviva a vari usi nelle case di campagna, viene oggi ricordato con una certa nostalgia.

Sŏllal, il capodanno lunare
Come viene vissuto ancora oggi nelle campagne coreane il capodanno lunare. Tradizioni, usanze, abitudini tipiche e intramontabili.

Il Festival dell'orizzonte di Kimje
Kimje è il granaio della Corea, situato in una pianura vasta tanto da vedere l'orizzonte. Un festival creato nel 1999 mette l'accento sulla cultura contadina e sul folclore del paese.

Le piantagioni di tè a Hadong sul monte Chirisan
Del tè coreano si è già parlato altrove, ma questa pagina fa vedere meglio con varie fotografie il processo di raccolta e produzione delle preziose e delicate foglioline.

Vecchi e nuovi pojagi
Cambia l'usanza dei tradizionali foulard per fagotti. Con l'industrializzazione e l'imitazione dell'occidente, i fazzolettoni usati un tempo per avvolgere le cose vengono sempre più sostituiti da borse per la spesa di tipo occidentale. Resistono ancora nelle confezioni regalo.

Una boutique di abiti tradizionali “Hanbok”
La recente riscoperta della bellezza degli abiti tradizionali coreani consente di dare uno sguardo a una boutique di Seul.

Giochi e usanze tradizionali del capodanno lunare
Un bell'articolo che spiega molte delle tradizioni che ancora sono seguite dalla popolazione in occasione del capodanno lunare.

Una stuoia per dormire freschi d'estate
Nelle afose notti estive il sonno tarda a venire. Ecco il rimedio usato dai coreani del passato.

Il timbro personale, un oggetto indispensabile
Per i coreani e per gli stranieri che risiedono in Corea vi è un oggetto indispensabile: il timbro personale, usato al posto della firma.

Poggiatesta di legno... comodi?
Molto simili a quelli dell antico Egitto sono i poggiatesta coreani fatti di legno, di ceramica, di bambù o di paglia di riso.

Chorong, lanterne con candela
Un oggetto indispensabile nelle case coreane fino alla comparsa dell'elettricità era la tradizionale lanterna con candela.

2008 anno del topo
Curiosità e credenze popolari sul calendario lunare e sullo zodiaco estremo-orientale, con riferimento all’anno del topo.

I movimenti Slow Food e Città Slow anche in Corea
I movimenti Slow Food (contrapposto al Fast Food) e Città Slow, nati in Italia, si sono diffusi nel mondo, anche in Corea.

Esperienze alimentari estreme
In Corea si possono trovare ristorantini in cui si consumano cibi davvero inconsueti. Vedere per credere.

Il festival del fango: a Boryeong ci si diverte a impiastricciarsi di fango
C'è un festival curioso, in cui per divertimento ci si impiastriccia a vicenda di fango. Ed è diventato tanto famoso che lo vogliono far diventare internazionale.

Chuseok, giorno del ringraziamento
Si parla della Festa del raccolto, oggi chiamata “Giorno del ringraziamento” a imitazione dell’America, un misto del nostro ferragosto e del giorno dei morti.

2009, anno del bue
La figura del bue nella storia coreana e suoi significati nel folclore, nella letteratura e nelle credenze popolari.

Il pettine tradizionale
Uno strumento importante per le donne coreane era il pettine a denti grandi, così importante da essere posto nella bara alla morte della proprietaria.

Zucche come recipienti
Un tempo in Corea si usavano le zucche, svuotate e fatte seccare, come contenitori impiegati soprattutto in cucina.

Cognomi coreani
In Italia ci sono 330.000 cognomi diversi, in Corea meno di 300. E il cognome ha una sola sillaba, mentre il nome ne ha due.

Alla ricerca del tè verde
Secondo un famoso intenditore di tè inglese che vive in Corea, è necessario sovvenzionare i coltivatori coreani di tè verde.

L’inchiostro rosso che ha fatto funzionare il governo coreano
In passato il ruolo dei timbri e dei sigilli statali è stato importantissimo per il funzionamento dello stato. Ancora oggi vengono usati.

2010, anno della tigre
Il 2010 è, secondo il calendario lunare estremo-orientale, l’anno della tigre bianca. Storia e leggenda di questa tradizione.

Il vino di riso torna allo scoperto
Il 2009 ha segnato un ritorno trionfante del makkŏlli tra le bevande alcoliche preferite dai coreani e sta diventando popolare anche fra i non coreani.

Janggi, gli scacchi coreani
Una introduzione a questo difficile gioco di strategia per il quale mancano quasi del tutto manuali nelle lingue occidentali (collaborazione di Antonio Barra).

Gyeyeongbae: un oggetto molto curioso
Si tratta di un oggetto davvero curioso. Sembra una comune tazza da tè, ma rivela poi una sorpresa. Inventata più di 200 anni fa, insegna a essere moderati nel bere.

2011: anno del coniglio
Dopo un 2010 che ha visto due gravi attacchi al Sud da parte della Corea del Nord, il nuovo anno si apre su uno sfondo non troppo tranquillo per la Corea del Sud.

2012: Celebrazione del nuovo anno
Una panoramica delle festività e delle usanze tradizionali dei coreani all’arrivo del nuovo anno.

Il pioniere dello “Slow Food” loda la “Slow Life” della Corea
Il braidese Carlo Petrini, creatore del movimento Slow Food, è stato in Corea.

2013, anno del serpente
Significato del culto del serpente in Corea e previsioni popolari per il 2013.

Scritte di buon augurio per il nuovo anno
Alcune delle scritte che si incollano sul portone di casa al capodanno dell’anno lunare.

L’anno del cavallo nella tradizione coreana
Curiosità e notizie sull’anno del cavallo (2014), nel folclore e nelle credenze popolari.

Il drago danzante
Una leggenda ancora molto conosciuta oggi nelle campagne dove si usa esporre l'immagine del drago sul portone di casa per allontanare le malattie.

Festeggiare insieme il capodanno lunare
In occasione del capodanno lunare del 2016 Seul si prepara con una serie di manifestazioni ad attirare i turisti.

Gogu, l'inizio dell'anno agricolo
Tradizionalmente il giorno denominato Gogu (곡우, 穀雨), "pioggia per il grano", che nel 2016 è caduto il 20 aprile, portava le prime piogge primaverili.

Sanggang, il primo arrivo del gelo
Questo è il giorno del calendario tradizionale in cui si può vedere il primo gelo della stagione. Sanggang è il 18° dei 24 termini solari che delimitano l'anno.

Mostra per celebrare l'anno del gallo rosso
Il Museo Nazionale del folclore della Corea ha organizzato una mostra speciale "Gallo - Saluta l'alba".


Passatempi

Un gruppo di anziani intenti al gioco del changgi (janggi 장기) in un parco in una giornata festiva. È una vista usuale d'estate, quando il caldo invita a cercare rinfresco all'ombra degli alberi all'aria aperta.

Un altro dei giochi più tradizionali è il paduk (baduk 바둑), gioco di origine cinese, notissimo anche in Giappone con il nome di go. Si gioca con pedine ellissoidali bianche e nere e lo scopo del gioco è quello di accerchiare gruppi di pedine dell'avversario, eliminandole.

Questi sono giochi prettamente maschili. Normalmente i due sessi sono separati nei giochi e nei passatempi. Esistono giochi a cui si dedicano quasi esclusivamente gli uomini e altri a cui si dedicano quasi esclusivamente le donne.

Si notino i ventagli, usati in Corea anche dagli uomini.

Abiti

Ragazza in costume durante una cerimonia. I colori vivaci indicano che si tratta di una ragazza giovane, non sposata. Normalmente le donne sposate indossano colori più attenuati o addirittura il bianco, il colore tradizionale dei vestiti coreani indossati specialmente in campagna.

Da quando la Corea ha deciso di incrementare il turismo, sono stati allestiti spettacoli di danze coreografiche a beneficio dei turisti, con grande sfoggio di colori e di stoffe preziose e con musiche a tutto volume, per soddisfare soprattutto il gusto degli ospiti occidentali.

Cura dei bambini

I bambini piccoli vengono portati sulla schiena dalle madri o dalle sorelle maggiori. Qui a sinistra un bambinetto è portato a spasso dalla sorella maggiore che si prende cura di lui.

Il fiore nazionale

A destra il “fiore nazionale”, ibisco o rosa altea, in coreano mugunghwa (무궁화 ). Fiorisce da giugno a ottobre. Mugung significa “immortalità” e hwa vuol dire “fiore”, per cui in coreano il nome significa “fiore dell'immortalità”. Si dice che rappresenti bene il carattere tenace del popolo della penisola.

Le abitazioni

Le case tradizionali coreane sono generalmente esposte a Sud, per godere al massimo del Sole e offrire un valido riparo contro i venti del Nord. La maggior parte delle case di campagna sono circondate da un muro in pietra.
Tipico di tutte le case coreane è il sistema di riscaldare le stanze dal pavimento (ondol 온돌 o kudŭl 구들), costituito da pietre piatte ricoperte da vari strati di carta, il cui strato finale è impermeabile ai gas. Le pietre sono sistemate in modo da formare un vespaio e, quando fa freddo, il calore del focolare della cucina viene fatto passare sotto il pavimento. Il metodo è simile all'ipocausto della Roma antica.
Le camere sono separate le une dalle altre da porte scorrevoli costituite da un'intelaiatura in legno su cui è incollata carta di riso bianca. Nonostante che gli inverni siano molti freddi, il pavimento riscaldato mantiene calde le persone che vi sono sedute o sdraiate sopra. Non si usano né sedie, né letti: per sedersi basta un cuscino e per dormire un materassino. A causa delle porte scorrevoli, però, gli spifferi non mancano.


Curiosità

I nomi

In Italia tutti abbiamo un cognome formato da una o più parole, e uno o più nomi, di cui normalmente viene usato solo il primo. Sia il nome che il cognome sono di solito formati da più sillabe. È molto raro trovare cognomi formati da una sola sillaba, mentre i nomi sono formati da un minimo di due sillabe.

In Corea come regola generale le persone portano un nome composto da tre caratteri cinesi, che si pronunciano quindi complessivamente con tre sillabe. Il primo di questi caratteri (una sillaba) è il cognome, mentre gli altri due costituiscono il nome. Ad esempio il nome Kim Yŏng-ja è formato dal cognome Kim e dal nome Yŏng-ja, e si ha la certezza che si tratta di un nome femminile, perché l’ultimo carattere usato (“ja”, pronunciato“già”) è tipico dei nomi di ragazza (corrisponde al “ko” dei nomi femminili giapponesi, come in Yukiko).
Quando ci si rivolge a un coreano, non è assolutamente educato chiamarlo per nome: di solito si usa il cognome seguito dal titolo. Rivolgendomi al signor Kim, per esempio, dirò “Kim sŏnsaeng” se il signor Kim è più anziano di me o se intendo essere cortese, mentre lo chiamerò “Kim ssi” se il signor Kim è più giovane e non intendo usare una particolare cortesia nei suoi confronti (i livelli di cortesia nel parlare sono molto importanti in coreano).
Tornando ai nomi, uno dei caratteri del nome, cioè una delle ultime due sillabe, è talvolta usato per identificare la generazione, e in tal caso è lo stesso per fratelli, sorelle e cugini, mentre l'altro è il nome personale. Esempi ne sono Min Sŏng-gi e Min Ung-gi, dove l'ultimo carattere (“gi”, pronunciato “ghi”) indica che entrambe queste persone appartengono alla stessa generazione.
Le donne non cambiano cognome quando si sposano. In una conversazione in italiano si potrà certamente parlare della “signora Pak” a proposito della moglie del signor Pak, ma in realtà essa conserva sempre il suo cognome da ragazza e sarà, ad esempio, la signora Yi. In una conversazione in coreano si dirà “la moglie di Pak”, oppure essa sarà chiamata con il suo nome completo, Yi Yun-suk, in modo che non sorgano confusioni.

Una cosa curiosa

Quando sui nostri giornali troviamo un nome coreano trascritto in lettere latine non sempre siamo sicuri che il cognome e il nome siano effettivamente quelli indicati. Possono infatti sorgere dei problemi perché chi ha trascritto il nome (lo stesso coreano oppure il giornalista italiano che ha scritto l'articolo) può aver voluto scrivere nome e cognome alla nostra maniera, mettendo quindi prima il nome e poi il cognome. E allora troviamo che un nome come Han (cognome) Yun Suk (nome) diventa Yun Suk Han, dove non si sa più quale sia il cognome e quale il nome. Casi di questo tipo non sono rari sulla stampa.

Il timbro

In Italia siamo abituati a firmare gli assegni di nostro pugno e ad apporre la nostra firma in calce ai documenti per autentificare che sono stati scritti da noi.

In Corea ognuno possiede e abitualmente porta con sé un timbro di legno, d'avorio o di plastica dura con il suo nome inciso a mano, comunemente in caratteri cinesi. L'inchiostro che si usa per questo timbro è anch'esso diverso dal nostro comune inchiostro nero o blu: si tratta di un composto rosso, leggermente oleoso, e timbri rossi si notano spesso su dipinti, libri o altri oggetti, a indicarne il proprietario o l'autore.
L'impronta in inchiostro rosso di questo timbro è la firma ufficiale dei coreani per le lettere e per i documenti finanziari, e anche quando vanno a ritirare soldi in banca. Se uno straniero vuole aprire un conto corrente in una banca coreana, gli viene richiesto il timbro. Il timbro (tojang 도장 ) è registrato presso l'ufficio civico amministrativo locale e un timbro contraffatto è facile da identificare quanto lo è una firma falsa.

Settimane

Da noi la settimana è un ciclo di sette giorni, e da questo ne deriva anche il nome. La settimana è in stretto rapporto con la periodicità dei mercati, che si ripetono ogni sette giorni.
In Corea i mercati, tranne che nelle città dove si hanno mercati permanenti, si ripetono ogni cinque giorni e questo periodo determinava anche la settimana coreana che, fino a qualche tempo fa, era di cinque giorni.

Scrivere la data

La data noi la scriviamo partendo dal giorno, poi scriviamo il mese e infine l'anno: se poniamo di voler indicare anno mese e giorno con due cifre ciascuno, il 10 marzo 2001 sarà quindi 10/03/01. Negli Stati Uniti, per esempio, si usa invece scrivere per primo il mese, poi il giorno e quindi l'anno, per cui la stessa data sarà indicata come 03/10/01.
In Corea il modo di scrivere la data è ancora diverso: là viene indicato prima l'anno, poi il mese e infine il giorno. Se adottassimo la stessa convenzione delle due cifre, avremmo quindi 01/03/10, che può effettivamente confondere parecchio chi deve interpretare la data. Normalmente però l'anno viene indicato con il numero per esteso e le cifre vengono separate da un punto, per cui una delle incertezze (quale sia la cifra che indica l'anno) scompare: in 2001.03.10 sappiamo almeno che il primo numero indica l'anno. Gli altri due indicheranno il mese e il giorno del mese.
Spesso si usa far seguire i numeri dalla parola (in caratteri cinesi) che indica “anno”, “mese” e “giorno”, cioè in alfabeto coreano, rispettivamente (nyŏn), (wŏl) e (il), o negli ideogrammi originali, rispettivamente , e . In questo caso 2001 3 10 oppure 2001 3 10 non lasceranno più alcun dubbio di interpretazione. A meno che non si scrivano anche i numeri in caratteri cinesi, col che le cose si complicano ulteriormente... (per questo consultare la sezione apposita nel frasario).

Contare

Da noi i multipli base nella numerazione sono: l'unità, la decina, il centinaio e il migliaio. In Corea, invece, vanno ancora avanti di un multiplo e, dopo il migliaio, hanno ancora la decina di migliaia.
Ci sono due modi di contare: alla coreana e alla cinese. Con certe parole si usa un tipo di numerazione e con certe altre si usa l'altro tipo. Con i soldi, per esempio, si usa la numerazione alla cinese.
Facciamo un esempio pratico: 2 si dice (alla cinese) i, 10 si dice sip, 20 si dirà allora isìp (due decine), 100 si dice paek, 200 si dirà allora ibaek (due centinaia: la p diventa b perché si trova fra due vocali), 1.000 si dice ch'ŏn, per cui 2.000 si dirà ich'ŏn (due migliaia), 10.000 si dice man e 20.000 non si dirà quindi isìp ch'ŏn (cioè 20 mila), ma imàn (cioè due decine di migliaia).
Quando invece si parla di ore, per le ore si usano numeri alla coreana, e per i minuti numeri alla cinese. Per esempio, tenuto presente che “ora/ore” si dice si, e che 2 si dice tul o tu alla coreana, se si vuol dire che “sono le due” si dirà tusì imnida (pronunciato tuscìmnida). “imnida” è una terminazione che indica qualcosa come il nominativo del latino, ma che si traduce con “sono” in questo caso. Se invece voglio dire che “sono le due e venti”, dirò tuisippùnimnida, dove pun significa minuti e imnidà è la solita terminazione.

La base della numerazione in coreano non è il migliaio e il milione (mille per mille), ma il diecimila (man) e il cento milioni (ŏk, diecimila per diecimila). Per noi risulta a volte difficile capire a che cifra corrisponda un dato numero coreano. Se, per esempio, ci viene detto o leggiamo scritto 100 ŏk, dobbiamo pensare che ŏk equivale a 100 milioni e che quindi 100 ŏk corrispondono a 10 miliardi. Per esercitarsi a usare questa modalità di far di conto, cliccare qui.

Per gli altri numeri, si veda il citato frasario.

Per far di conto si usa tradizionalmente l’abaco (si veda la pagina dedicata).

Ancora un'altra curiosità riguarda il modo in cui si segnano i punti o i voti man mano che vengono detti uno per volta. Se in una classe si chiede che ognuno voti per Bianchi o per Rossi e si vogliono segnare sulla lavagna i voti, da noi si scriveranno tante lineette, ma in Corea si scriveranno queste lineette a gruppi di cinque, in modo da formare il carattere chŏng ( che vuol dire giusto, esatto), secondo quanto viene qui sotto visualizzato.

Si formano così tanti gruppi di 5 che alla fine facilitano molto il conteggio finale. Ad esempio, se sulla lavagna risulterà

si saprà subito che il risultato è stato uguale a 18 (5+5+5+3).

Età

L'età ha una grande importanza in Corea: gli anziani sono rispettati e ci si aspetta che un giovane risponda a una persona anziana senza fare domande.
Fino a qualche anno fa, quando un giovane veniva presentato formalmente a un anziano, a casa di quest'ultimo, doveva effettuare l'inchino profondo, inginocchiato e con la fronte che va a toccare le mani unite sul pavimento, lo stesso tipo di inchino che viene usato dai nipoti il primo giorno dell'anno quando vanno a far visita ai nonni. In questa circostanza il giovane, doveva togliersi gli occhiali, anche se fosse stato mezzo cieco, perché un giovane con gli occhiali suona come un'offesa per un anziano.
Data l'importanza che l'età riveste per un coreano, non deve stupire che ci venga talvolta chiesta l'età: è un fatto naturale, che va visto in rapporto al piano su cui l'interlocutore coreano si deve porre quando si rivolge a noi.

Bagni pubblici

Un'usanza che non ha uguali da noi, ma che è comune anche in Giappone, è quella del bagno pubblico. Il bagno pubblico è un locale simile a una piccola piscina poco profonda con acqua calda dove si va a fare il bagno tutti assieme. I bagni sono distinti per sesso: c'è il bagno delle donne e quello degli uomini. Le madri però portano con sé, nel bagno delle donne, anche i figli maschi fino a circa 10 anni d'età.
Per non sporcare l'acqua della vasca comune, prima di immergersi ci si lava accuratamente attingendo l'acqua a uno dei tanti rubinetti che si trovano di fianco alla vasca centrale o facendo la doccia.
Il bagno comune è un luogo di ritrovo in cui si va a rilassarsi, a chiacchierare con gli amici, facendo magari una partita a paduk con una scacchiera galleggiante sull'acqua. Il bagno non è una cosa da sbrigare in fretta: lo scopo principale è quello del relax e così più a lungo dura, tanto meglio è.
Peccato che uno straniero che vada in un bagno pubblico diventi una specie di curiosità che attira l'attenzione di tutti.

Massaggi

Collegati con i bagni sono i massaggi. Anche la tradizione dei massaggi rilassanti ha in Corea una lunga storia. Si viene massaggiati nei posti più impensati, ad esempio quando si va dal barbiere: di solito la conclusione di barba, capelli e shampoo è un buon massaggio vigoroso e rilassante ai muscoli del collo e delle spalle. I massaggi, quasi sempre robusti e vivaci, sciolgono i muscoli tesi dallo stress, distendono e predispongono al riposo, allontanando le preoccupazioni.


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© Valerio Anselmo