Il Budda Vairocana del tempio Dopiansa
Simbolo di armonia nella società

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


U

na delle caratteristiche distintive del regno di Silla fu la grande attrazione del buddismo che fiorì in tutta la nazione. Ancora oggi, ovunque ci si volti a Gyeongju, l’antica capitale di quel regno, si vedono resti storici buddisti e oggetti provenienti da quel periodo. Sul sacro monte Namsan e attorno ad esso sono stati trovati i resti di ben 112 templi, 80 dei quali con immagini buddiste, mentre molte più sculture e monumenti sono certamente andati perduti nel tempo.

Si può avere un’idea della proliferazione delle immagini buddiste a Gyeongju da questo brano tratto dal Samgung-nyusa (“Memorabilia dei Tre Regni”), tradotto liberamente con: «I templi sono sparsi in tutta la città come le innumerevoli stelle del clielo notturno, e le pagode sono numerose come uno stormo di oche selvatiche che prendono il volo» (사사성장 탑탑안행 寺寺塔塔). Ciononostante, la statua di ferro del Budda Vairocana del tempio Dopiansa (도피안사 ) non è stata prodotta a Gyeongju, centro politico e culturale del regno, ma nel remoto distretto di Cheorwon della regione Gangwon-do.

Un’iscrizione dettagliata

Fino all’ottavo secolo Gyeongju fu il centro della produzione delle statue buddiste, ma, a partire dal nono secolo, questa produzione fu anche effettuata in altre zone, in linea con la crescente influenza dei magnati locali. Questa tendenza è particolarmente evidente a Cheorwon, una zona lungo il confine settentrionale del territorio di Silla Unificata, che alla fine diventò la capitale del regno di Goguryeo Posteriore (후고구려 901-918) fondato dal monaco Gungye (궁예 ) di Silla.

Il piedestallo del Budda Vairocana di Dopiansa resta intatto, ma il mandala, che rappresenta la luce che emana dal suo corpo, è andato perduto. La statua fu completata nell’865, poco prima del collasso del regno. A differenza delle altre statue del Budda, si conosce l’anno esatto della sua produzione grazie all’iscrizione che si trova sul retro della scultura e che recita: “Nel primo mese dell’anno 865, circa 1.500 monaci buddisti furono incaricati di fare una statua del Budda presso il tempio Dopiansa nel distretto di Cheorwon di Silla, dove essi lavorarono senza sosta con la ferma determinazione di creare la statua.” L’iscrizione rivela che questa statua del Budda fu il prodotto della fede fervente di varie centinaia di seguaci buddisti.

Sono molto poche le statue del Budda del periodo dei Tre Regni e del successivo periodo di Silla Unificata che includevano informazioni specifiche sulla loro storia e sulle vicende della loro produzione. Il Budda Vairocana del tempio Dopiansa è un caso eccezionale, con un’iscrizione di circa 200 caratteri cinesi, che forniscono informazioni dettagliate sulla sua origine, sul processo di produzione, sull’anno in cui fu completato e sugli sponsorizzatori del progetto, cosa che accresce di molto il significato della statua.

Nuove caratteristiche

Per apprezzare meglio il Budda Vairocana è necessario capire i seguenti quattro punti.

Primo. Perché la statua fu prodotta a Cheorwon e non nella capitale Gyeongju?
Nell’ottavo secolo, quando fu creato il tempietto in grotta di Seokguram (tesoro nazionale numero 24) presso Gyeongju, i principali finanziatori del buddismo erano i membri della famiglia reale e gli aristocratici più in vista che risiedevano nella capitale di Silla. Nel nono secolo, invece, il numero di fedeli buddisti crebbe più nelle aree periferiche che a Gyeonju e questi cominciarono a costruire i loro templi e le loro statue buddiste. Di conseguenza la fede buddista e le opere relative si distribuirono più ampiamente sul territorio. La statua del Budda Vairocana del tempio Dopiansa, che richiese il lavoro di circa 1.500 fedeli locali a beneficio della loro comunità, esemplifica appunto la transizione della società buddista nel nono secolo.

Secondo. Perché la statua fu fatta di ferro?
Le antiche registrazioni storiche indicano che i materiali usati più comunemente per la fabbricazione di statue buddiste erano innanzitutto il bronzo, e poi l’oro, l’argento, il ferro e lo stagno. Una tipica statua buddista veniva fusa in bronzo combinato con lo zinco, a cui era poi applicata una finitura in oro, ottenendo una statua di bronzo dorato. La maggior parte delle statue buddiste di metallo esistenti furono fatte in questo modo.

In precedenza il ferro veniva usato molto raramente perché più difficile da maneggiare in confronto al bronzo, specialmente nella resa dei dettagli più fini. Inoltre il processo di fusione lasciava dei segni sulla superficie, soprattutto nel caso di statue molto grandi. Questi segni, che erano dovuti alle giunzioni dello stampo, si possono notare nella zona del torace del Budda di ferro di Dopiansa. Si pensa anche che, prima di questo periodo, la mancanza di statue buddiste di ferro dipendesse dalla necessità di usare il ferro per la costruzione di armi e di arnesi agricoli.

L’uso del ferro nella produzione di sculture buddiste iniziò alla metà dell’ottavo secolo e continuò fino ai primi anni del periodo Goryeo (918-1392). Ci sono state molte congetture sul perché le statue buddiste ad un certo momento venissero fatte di ferro. Forse il fervore per le statue buddiste diffuso in tutto il paese fece aumentare la domanda di bronzo al di là delle capacità dei fornitori, tanto che si rese necessario usare un materiale alternativo come il ferro. In effetti, questo punto di vista sembra essere confermato dal fatto che la produzione di statue buddiste di ferro divenne prevalente nei templi più grandi delle province periferiche che erano finanziati da magnati locali. Inoltre, sembra aver contribuito a questa tendenza anche l’avanzamento delle tecniche minerarie di materiali ferrosi che si verificò verso la fine del periodo di Silla Unificata.

Terzo. Le statue di ferro del Budda di questo periodo spesso presentano un particolare gesto delle mani, ma che cosa significa quel gesto?
Le mani del Budda di Dopiansa sono unite sul petto, con la mano destra che afferra il dito indice della mano sinistra. Le immagini del Budda erano create con una varietà di gesti delle mani (chiamati mudrā) per esprimere diversi significati. Per questo Budda, il gesto delle mani è quello noto in sanscrito con il nome di bodhi-śri mudrā, che simboleggia l’unità degli esseri umani e del Budda, oltre a delusione e illuminazione. Tipicamente, una statua con questo gesto delle mani è un Budda Vairocana, che rappresenta verità, luce e speranza.

Le statue del Budda Vairocana apparvero per la prima volta nell’ottavo secolo e ottennero una notevole popolarità durante il nono secolo. Oggi vi sono più di 50 statue di questo tipo risalenti al nono secolo, compreso il Budda di Dopiansa. Il predominio del buddismo Zen nel corso di questo periodo fornì un terreno fertile per l’emergere di una specie di culto per il Budda Vairocana. Alla metà del nono secolo i monaci che erano tornati in Corea dopo aver studiato in Cina propagarono attivamente il buddismo Zen fra la popolazione. Siccome il Budda Vairocana era venerato come Budda principale in molti templi dell’ordine Hwaeom (화엄종 ) e della scuola Zen (선종 ), divenne la forma dominante di scultura buddista.

Quarto. Perché il Budda di Dopiansa ha un aspetto così peculiare, rispetto alla scultura buddista del tempietto in grotta di Seokguram, anche se entrambe queste statue furono create durante il periodo Silla?
La statua di Dopiansa, che fu completata circa 100 anni dopo la scultura di Seokguram, presenta un volto in forma più ovale con riccioli a forma di chiocciola sulla testa, con il nodo superiore dei capelli (usnīsạ) appena visibile, il che significa suprema saggezza.

Un’altra caratteristica distintiva sono le pieghe del vestito che copre entrambe le spalle, rese in uno stile non naturale, con spaziature identiche da una piega all’altra. In effetti, il corpo si presenta come se fosse stato avvolto più volte con una benda, il che rende questa statua meno realistica ed elegante rispetto al Budda di Seokguram. E tuttavia, la serena espressione del volto del Budda Vairocana, in contrasto con l’aspetto autoritario della scultura di Seokguram, rappresenta l’emergere di una nuova estetica nella statuaria buddista. I buddisti provinciali sembravano favorire un Budda con un contegno più umano, anziché il dogmatismo distaccato delle immagini precedenti.

Una superficie naturale

Nel 1989 al Budda di Dopiansa fu applicata una finitura in oro che ne alterava l’identità di statua di ferro. Ma nel 2007 la vernice dorata venne rimossa, in modo da esporne l’aspetto naturale. Le sopracciglia chiaramente delineate e la faccia ovale di questo Budda lo distinguono dai Budda dall’aspetto austero dell’ottavo secolo, mentre il suo sorriso gentile trasuda una calda amichevolezza. Siccome incorporava il concetto di unità, il Budda Vairocana costituì un immenso richiamo per i fedeli buddisti delle campagne. Si era in un periodo di instabilità sociale causata dalle lotte interne della classe dominante e l’emergere degli influenti clan delle province. In un momento così turbolento, il Budda Vairocana era, per queste persone, il primo oggetto di venerazione in quanto faceva sinceramente appello all’unità e all’armonia.


Tratto da “Vairocana Buddha of Dopiansa Temple Symbol of Social Harmony”, in Koreana, vol.22, n.2, Estate 2008. Testo di Lim Youngae. Ricerche bibliografiche e su Internet a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo